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Patto per la Salute, il 7 novembre l’Oristanese in piazza

Commissione speciale Sanità, sindacati e associazioni chiamano i Comuni alla mobilitazione

Oristano - conferenza stampa sanità

Patto per la Salute, il 7 novembre l’Oristanese in piazza
Commissione speciale Sanità, sindacati e associazioni chiamano i Comuni alla mobilitazione

Un momento della conferenza stampa promossa stamattina a Oristano dalla Commissione comunale alla Salute, i sindacati e le associazioni cittadine (da sinistra: Peppi Puddu, Efisio Sanna e Massimiliano Sanna)

Una manifestazione di protesta a livello provinciale, sabato 7 novembre, per chiedere ancora una volta che il diritto alla salute nell’Oristanese sia garantito a tutti. Assieme alla Commissione speciale Sanità del Comune di Oristano, ci saranno Cgil, Cisl e Uil provinciali, Aniad, Cittadinanzattiva, Komunque Donne e Thalassemici Oristano. E tutti i Consigli comunali della provincia sono stati invitati ad aderire alla manifestazione.

In nome del “Patto per la Salute”, organismi pubblici, sindacati e associazioni si dicono “preoccupati e sconfortati dalla situazione sanitaria e socio-sanitaria della nostra provincia, ritenendola lesiva del diritto alla salute sancito dall’art. 32 della Costituzione Italiana” e chiedono una “immediata presa d’atto ed un efficace intervento da parte dell’assessore alla Sanità della Regione Sardegna”, per “dare immediata soluzione alle croniche ed ataviche criticità”. Le criticità diventano obiettivi e un documento congiunto li elenca, in cinque punti.

1. Riorganizzazione della rete ospedaliera e di assistenza, che deve essere potenziata sia in termini qualitativi che di efficienza, al fine di renderla maggiormente rispondente alle esigenze dei cittadini. Va aggiunto il potenziamento dei tre presidi ospedalleri di Oristano, Ghilarza e Bosa e dei tre Distretti sanitari di Oristano, Bosa-Ghilarza e Ales-Terralba”. L’obiettivo è creare “una rete con altre strutture, sia pubbliche che private, al fine di sviluppare all’interno del territorio una sorta di Comunity Care, ossia una rete di assistenza capace di coinvolgere una pluralità di soggetti (istituzionali e no) in grado di operare all’interno della comunità locale agendo sull’asse ospedale-territorio-domicilio.

2. Superamento della carenza di personale (infermieri, Oss e medici), così da governare la gravissima condizione che vivono i reparti ospedalieri territoriali, al fine di agevolare i turni di lavoro e l’erogazione delle prestazioni sanitare. Inoltre devono essere assolutamente garantiti i dispositivi medici e la sicurezza del personale nei luoghi di lavoro.

3. Potenziamento e valorizzazione della medicina territoriale; una medicina basata sul paziente, sul lavoro sanitario di gruppo, che sia in grado di assicurare, attraverso strutture specifiche, la presa in carico, la continuità di cura e l’integrazione socio-assistenziale.

4. Nuovo modello di sviluppo del sistema sanitario provinciale, con programmazione e crescita dei servizi ospedalieri e sanitari offerti ai cittadini.

5. Diminuzione dei tempi di attesa per le visite specialistiche, divenuti oramai inaccettabili, e che, ulteriormente aggravati con l’emergenza sanitaria, costringono talvolta i cittadini a rinunciare alle visite.

Secondo il documento, “solo creando una forte rete di servizi sanitari e sociali integrati, diffusi nel territorio, sarà possibile affrontare la sfida dei crescenti bisogni dovuti ai cambiamenti demografici ed epidemiologici, soprattutto in una provincia come quella oristanese che ha il più alto indice di vecchiaia della regione”.

Il documento e la manifestazione sono stati presentati stamattina a Oristano, nell’aula consiliare del comune nel corso di una conferenza stampa.

In apertura Massimiliano Sanna, vicesindaco di Oristano, anche a nome del sindaco Andrea Lutzu ha ringraziato la Commissione speciale sanità per il lavoro svolto e per la strada intrapresa verso il coinvolgimento di tutti soggetti interessati per la soluzione dei gravi problemi della sanità a livello provinciale. Sanna ha riferito come il sindaco Lutzu, in costante contatto con la commissaria della ASSL Valentina Marras, abbia ottenuto l’assicurazione sulla rapida apertura del reparto Covid al San Martino e sul potenziamento di tutti i reparti non Covid. La Assl ha annunciato anche l’imminente disponibilità di 33 mila vaccini influenzali.

Efisio Sanna, presidente della Commissione speciale sanità del Comune di Oristano, affiancato dal vicepresidente Bepi Puddu, ha lamentato i “gravi deficit di programmazione e l’inadeguata capacità organizzativa che hanno caratterizzato la sanità oristanese negli ultimi dieci anni ”. Sanna ha parlato di una situazione ormai “drammatica e scandalosa, effetto di scelte incomprensibili e illogiche “. Scelte che hanno privato di personale e mezzi diversi servizi, pur in relazione a una aumentata utenza, come nei casi dei malati diabetici o i pazienti anziani. Un particolare riferimento Sanna l’ha dedicato al San Martino, che attendeva di avere i nuovi reparti legati alla sua dimensione di DEA ( Dipartimento di Assistenza e Assistenza) e invece è stato falcidiato nei servizi già esistenti. Da qui la necessità di promuovere una mobilitazione dell’intero territorio provinciale, anche attraverso l’unione dei comuni e delle loro comunità, verso la manifestazione del 7 novembre prossimo. Un appuntamento ancora da definire nell’organizzaione e da far precedere dai consigli comunali della provincia. Sanna intanto ha annunciato il consiglio comunale di Oristano, da dedicare solo a questo tema, per il 23 ottobre prossimo.
Da Sanna la richiesta di “una sanità pubblica basata sulla uguaglianza, solidarietà e sulla meritocrazia e non certo sulla “medicina in affitto” “.

Alessandro Perdixi, segretario provinciale della Cisl , ha sottolineato come il Patto per la salute si basi sul perseguimento dell’unità di tutti i soggetti e livelli territoriali e ha lamentato il triste fenomeno della rinuncia alle cure, a cui sono ormai costretti i cittadini delle fasce più debili. “L’accentramento delle funzioni e risorse “ ha affermato Perdixi, sono alla base dell’impoverimento dei servizi sanitari della provincia di Oristano. Da qui la necessità di una vertenza che chieda l’impiego dei fondi della comunità europea per la riorganizzazione dei servizi sanitari in provincia e che veda la “ costituzione di un tavolo permanente sulla sanità oristanese “.

Maria Delogu, di Komunque Donna, ha ricordato l’esposto presentato in Procura lo scorso mese si agosto da un gruppo di associazioni fra le quali la sua. Ha segnalato anche i recenti tagli agli organici dei diversi servizi sanitari, come la Pneumologia “ rimasta con un solo medico, il responsabile del servizio, in un momento in cui l’emergenza Covid ne chiederebbe molti di più. Senza contare le aumentate patologie all’apparato respiratorio diffuse nella popolazione anziana della provincia”. Grave anche “la situazione dell’assistenza domiciliare integrata che può contare su una oncologa disponibile solo per poche ore”.

Maria Grazia Fichicelli, di Cittadinanzattiva, ha ricordato come debbano essere coinvolti i comuni e le istituzioni della provincia e siano intanto da apprezzare anche altre iniziative come la raccolta di firme fissata per il 24 ottobre prossimo, a cura del Comitato per la difesa della salute della provincia di Oristano. Secondo Fichicelli “i diversi percorsi possano e devono unirsi“.

Andrea Sanna, segretario provinciale della Cgil, ha affermato come “sia giunta l’ora di non andare a chiedere con il cappello in mano, ma di pretendere una sanità che funzioni in modo dignitoso, in grado di garantire le cure e la sopravvivenza dei cittadini della provincia. Una sanità pubblica in cui l’intervento privato sia di supporto e non sostituzione dei servizi gratuiti per tutti “.

Marcello Grussu dell’Aniad, l’Associazione Atleti Diabetici, ha lamentato “l’aumento delle morti causate dalle cure negate ai pazienti con malattie croniche, risultato della sanità gestita solo con attenzione agli aspetti economici”.

Sabato, 17 ottobre 2020

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