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Agricoltura biologica, la Sardegna è la settima regione in Italia

Nel 2019 in aumento i terreni dedicati: 120mila ettari per un settore che cresce

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Agricoltura biologica, la Sardegna è la settima regione in Italia
Nel 2019 in aumento i terreni dedicati: 120mila ettari per un settore che cresce

L’agricoltura biologica in Sardegna nel 2019 ha impegnato 120mila ettari: un piccolo incremento rispetto all’anno precenedente (+0,8%), ma il dato piazza l’isola al settimo posto nella classifica delle Regioni italiane bio. Il totale nazionale della superficie destinata all’agricoltura biologica sfiora i 2milioni di ettari (+2%).

Durante l’emergenza Covid, i consumi domestici di alimenti biologici in Italia hanno raggiunto la cifra record di 3,3 miliardi di euro, con una crescita del 4,4% nell’anno terminante a giugno 2020. Il dato è emerso nell’incontro organizzato dalla Coldiretti per la presentazione del rapporto annuale del SINAB (Sistema di Informazione Nazionale sull’agricoltura biologica), che registra i principali numeri del settore in Italia: mercato, superfici, produzioni del biologico italiano con le tendenze e gli andamenti storici.

L’Italia nel 2019 è stato il primo Paese europeo per numero di aziende agricole impegnate nel biologico, con 80.643 operatori coinvolti (+2%). L’incidenza della superficie biologica ha raggiunto nel 2019 il 15,8% della superficie agricola utilizzata (SAU) a livello nazionale. Questo posiziona l’Italia di gran lunga (e la Sardegna, che registra oltre il 10%), al di sopra della media UE, che nel 2018 si attestava all’8%, e a quella dei principali Paesi produttori come Spagna (10,1%), Germania (9,07%) e Francia (8,06%).

In Sardegna le aziende agricole impegnate nel biologico sono circa 2mila. Le coltivazioni principali sono quelle foraggere (circa 16.500 ettari) e i cereali (oltre 6mila ettari). Seguono le colture seminative (5.500 ettari), vite (oltre 1.600 ettari), olivo (circa 3.600), ortaggi (circa 800 ettari) e frutta (circa 300), per citare le principali.

Il biologico registra da oltre dieci anni un trend positivo che la situazione emergenziale ha consolidato: +11% delle vendite nella grande distribuzione organizzata (GDO) durante il lockdown. I prodotti bio che gli italiani prediligono, secondo l’Ismea, sono i freschi (+7,2% per gli ortaggi) e alcune categorie specifiche come le uova (9,7%).

Da sottolineare anche l’aumento delle importazioni di prodotti biologici da paesi extracomunitari: +13,1% nel 2019 rispetto all’anno precedente. I cereali (30,2%), le colture industriali (19,5) e la frutta fresca e secca (17%) sono le categorie di prodotto biologico più importate. I tassi di crescita delle importazioni bio più rilevanti sono invece le colture industriali (+35,2%), i cereali (16,9%) e la categoria che raggruppa caffè, cacao, zuccheri, tè e spezie (+22,8%).

“L’agricoltura biologica ha grosse potenzialità economiche, come del resto confermano i numeri sui consumi nazionali e le importazioni”, dice il presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu. “I consumatori sono attenti e consapevoli nell’acquisto del cibo e ricercano la qualità, come del resto conferma anche il successo dei nostri mercati di Campagna Amica, dove quotidianamente affermiamo e diffondiamo questa cultura. Ma proprio per questo è necessario rafforzare i controlli sui prodotti biologici importati, affinchè rispettino gli stessi standard di sicurezza di quelli europei”.

“Controlli che devono tutelare i consumatori ma anche le imprese agricole, che sono sempre più sensibili ad una agricoltura sostenibile e certificata bio, ed in particolare i giovani”, aggiunge il direttore di Coldiretti, Luca Saba: “tanti hanno aziende multifunzionali che effettuano la vendita diretta con prodotti biologici, spesso frutto di processi virtuosi sostenibili innovativi”.

Venerdì 2 ottobre 2020

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