Fatture fasulle per eludere il fisco, arrestato imprenditore a Oristano - LinkOristano
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Fatture fasulle per eludere il fisco, arrestato imprenditore a Oristano

Collegamenti con un'organizzazione a delinquere che operava in mezza Italia

Nicola Lombardo

Fatture fasulle per eludere il fisco, arrestato imprenditore a Oristano
Collegamenti con un’organizzazione a delinquere che operava in mezza Italia

Un noto imprenditore di origini calabresi, ma residente a Oristano, Nicola Lombardo, di 41 anni, è stato arrestato la scorsa notte dagli uomini della polizia e dalla guardia di finanza, su delega della procura della repubblica presso il tribunale di Reggio Emilia.

All’imprenditore sono stati contestati i reati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati di natura finanziaria. Secondo quanto riferito dagli inquirenti, attraverso prestanome, Lombardo aveva aperto alcune società “cartiera” che producevano fatture fasulle ed altre carte contabili finalizzate a frodare ed eludere il fisco.

A Oristano negli ultimi anni l’uomo aveva aperto e chiuso diverse attività commerciali.

L’operazione si inserisce nel contesto di una più ampia operazione delle forze dell’ordine che ha visto coinvolti oltre 250 operatori di polizia e finanza che,  su delega della procura della repubblica presso il tribunale di Reggio Emilia, hanno dato esecuzione, in tutta Italia, a 51 misure cautelari personali, di cui 22 detentive, nonché a 106 misure cautelari reali, per circa complessivi 24 milioni di euro, emesse dal G.I.P. del tribunale reggiano.

L’attività d’indagine denominata “Billions”, ha permesso di scoprire un’associazione a delinquere, composta da 49 soggetti specializzata nell’offrire, in via “professionale”, “servizi” di emissione di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti, per consentire alle imprese beneficiarie l’abbattimento dei propri redditi imponibili, con realizzazione di svariati delitti in materia tributaria: emissione ed utilizzo in dichiarazione di fatture false, occultamento della documentazione contabile e omessa dichiarazione dei redditi.

Gli investigatori, attraverso le intercettazioni telefoniche ed ambientali, i servizi di osservazione e pedinamenti, l’analisi dei flussi finanziari e l’approfondimento di segnalazioni per operazioni sospette, sono riusciti ad individuare una struttura associativa particolarmente complessa dedita inoltre al riciclaggio di denaro, anche all’estero, all’autoriciclaggio e alla commissione di reati di bancarotta fraudolenta.

Secondo quanto riferito dagli inquirenti la presunta associazione a delinquere smantellata era composta, infatti, in modo estremamente strutturato: al vertice vi erano i capi che coordinavano dieci cellule operative che potevano contare di società di comodo (delle vere e proprie cartiere) per la emissione di fatture per operazioni inesistenti, di “prelevatori” professionali di denaro da sportelli bancomat e procacciatori di soggetti economici interessati ad ottenere servizi finanziari illegali. Al gradino più basso dell’organizzazione vi era una folta schiera di soggetti “prestanome” titolari di una miriade di società “cartiere” che non avevano alcuna struttura aziendale e che servivano solo per “produrre” fatture false. Eloquente una conversazione, captata dagli inquirenti, tra due indagati che scherzando si chiedevano ironicamente che cosa producessero le loro società. La risposta: “producono soldi”.

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