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L’Usca senza infermieri: stop alle visite ai pazienti in isolamento domiciliare

Emergenza coronavirus: grave situazione in provincia di Oristano. L'Assl replica e annuncia rinforzi

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L’Usca senza infermieri: bloccate le visite ai pazienti in isolamento domiciliare
Emergenza coronavirus: grave situazione in provincia di Oristano

Le decine di pazienti che in questo momento nella provincia di Oristano si trovano in isolamento, perché affetti da coronavirus o in attesa dell’esito del tampone, non possono più contare sull’assistenza medica domiciliare.

I medici dell’Usca, la Unità Speciale di Continuità assistenziale, si trovano nell’impossibilità di recarsi al domicilio dei pazienti, con i quali sono costretti a mantenere  solo un contatto telefonico.

I tre infermieri assegnati a quella che è considerata una sorta di “unità volante” sono stati sottratti all’Usca e destinati a fare i tamponi, dopo l’aumento dei contagi. Da soli, i medici non  possono nemmeno indossare i dispositivi di protezione: un’operazione complessa, che richiede anche un’ora di lavoro e l’aiuto di un infermiere, la cui presenza è poi indispensabile anche nel corso delle visite domiciliari.

Una situazione di grande difficoltà confermata da Antonio Sulis, presidente dell’Ordine dei medici di Oristano, che segnala ulteriori e gravi problemi: “I medici dell’Usca non dispongono neanche di tutti i dispositivi di protezione necessari. La  convenzione messa a punto dall’ATS , inoltre, non prevede che possano fare i tamponi, operazione che quindi resta riservata agli infermieri” .

Comprensibile l’apprensione dei pazienti e delle loro famiglie, come denuncia la moglie di un paziente attualmente in isolamento domicilare:  “Mio marito ha la febbre da circa una settimana e solo ieri ha potuto eseguire il tampone, per escludere il contagio. Nell’attesa dell’esito, nessun medico lo può visitare, per capire se ha bisogno di altri accertamenti o terapie specifiche, richieste dalle sue importanti patologie pregresse. Ma le sue condizioni così rischiano di peggiorare”.

Da ricordare infatti che anche solo in presenza di febbre e nell’attesa dell’esito di un tampone, né i medici di medicina generale, né alcun specialista, né il pronto soccorso ospedaliero sono abilitati a fornire l’assistenza sanitaria, riservata appunto agli USCA. Considerati i lunghi tempi d’attesa dell’esito del tampone, crescono così i rischi dei pazienti con gravi patologie.

Attivata il 7 maggio scorso, l’Usca di Oristano ha sede a Terralba e lavora su tutti i distretti della ASSL. In origine era composta da cinque medici e tre infermieri, che hanno seguito un corso di formazione.

Il compito dell’Usca, che lavora a domicilio o in remoto, su chiamata del medico di medicina generale,  è quello di assicurare la presa in carico e il costante monitoraggio dei parametri vitali dei pazienti affetti da Covid-19  e di quelli in isolamento domiciliare, in attesa dell’esito del tampone.

L’attività dell’Usca copre dodici ore al giorno, sette giorni su sette. In origine era prevista la costituzione di altre Usca, una per ogni distretto, in relazione all’aumento dei contagi. L’aumento dei contagi c’è stato ma non solo non sono state attivate altre unità, ma anche l’unica esistente non è messa in condizioni di funzionare.

La replica dell’Assl. L’Assl di Oristano potenzierà a breve il servizio Usca, Unità speciale di continuità assistenziale, deputato alla gestione a domicilio dei pazienti affetti da coronavirus che non necessitano di ricovero ospedaliero o che sono stati dimessi dai reparti Covid. Lo ha annunciato la stessa Assl, dopo le denunce giunte nelle ultime ore circa le gravi difficoltà di funzionamento del servizio.

“L’Ats-Assl Oristano prevede di rinforzare numericamente, a stretto giro, il team dell’Usca con l’arruolamento dei medici che nel periodo estivo sono stati impiegati nel servizio di guardia medica turistica”, si legge in una nota diffusa dall’Assl oristanese che invece tende in qualche modo a ridimensionare (senza riuscirci troppo) il problema legato all’assenza di infermieri e sostiene non sia vero che l’Usca ne sia rimasta priva: “Una delle tre unità infermieristiche destinate al servizio effettua quotidianamente sia l’attività di tamponamento che l’assistenza dei casi Covid”. A questo proposito l’Assl di Oristano ricorda che l’Unità speciale di continuità assistenziale “è composta da un team di medici e infermieri, due figure che non necessariamente devono intervenire insieme, ma possono autonomamente recarsi a casa del paziente”.

“In altre parole”, evidenzia l’Assl, “i medici che compongono l’Usca hanno la possibilità di far visita al paziente senza essere accompagnati dagli infermieri”.

Sabato, 19 settembre 2020

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