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Sanità privata: finiti i fondi. Assistiti costretti a pagare

Nell'emergenza ha sostituito il settore pubblico bloccato, ora a rischio i servizi in convenzione

Sanità privata: finiti i fondi. Assistiti costretti a pagare
Nell’emergenza ha sostituito il settore pubblico bloccato, ora a rischio i servizi in convenzione

Immagine d’archivio

La sanità privata ha lavorato troppo nei mesi in cui il settore pubblico era paralizzato dall’emergenza Coronavirus, e ora rischia di doversi fermare, perché ha superato il budget per il 2020. Lanciano l’allarme i rappresentanti di “Socialismo Diritti Riforme”, Fidapa Cagliari, “Mai più sole contro il tumore ovarico”, Adiconsum Sardegna e Lilt: “Nei mesi di marzo, aprile e maggio, ha garantito tutte le prestazioni supplendo alle carenze della sanità pubblica, per lo più chiusa per il Covid-19. Ma oggi il settore sanitario privato si trova nella situazione di dover negare il suo supporto per il superamento del budget previsto per il 2020”.

“I pazienti sardi rischiano di non poter più fruire delle prestazioni del settore sanitario accreditato”, denunciano le cinque associazioni. “La questione interessa circa il 60/70% dei cittadini esentati dal pagamento degli esami clinici per reddito o per patologia. D’ora in avanti, insomma, corrono il rischio di dover pagare integralmente analisi chimiche, esami radiologici, fisioterapie e elettrocardiogrammi e visite cardiologiche. Un vero e proprio colpo basso per le persone più fragili in un momento in cui gli ospedali, blindati per la pandemia del Covid-19, faticano sempre più a garantire esami, visite e prestazioni in tempi brevi”.

“In un anno particolarmente difficile per i pazienti, alle prese con lunghe liste d’attesa e file davanti agli ospedali, sarebbe opportuno rivedere il tetto di spesa per particolari esami diagnostici e visite specialistiche”, sostengono le associazioni, “in attesa che si realizzi un concreto recupero dei ritardi nelle prestazioni sanitarie. Ciò permetterebbe ai pazienti, in particolare agli anziani con patologie croniche, di continuare a effettuare analisi e visite nei presidi convenzionati senza dover rinunciare alle cure”.

“Il rafforzamento della sanità pubblica rappresenta un obiettivo che deve essere conseguito per dare risposte ai cittadini ma, in attesa che si realizzi, non sembra opportuno limitare le prestazioni della sanità convenzionata. Il 2020 resterà nella memoria di tutti per il Covid-19 ma c’è il concreto rischio che possa essere ricordato anche per tutte le persone che hanno perso la vita per patologie trascurate”.

“Rivolgiamo un appello all’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu”, concludono “Socialismo Diritti Riforme”, Fidapa Cagliari, “Mai più sole contro il tumore ovarico”, Adiconsum Sardegna e Lilt, “affinché, dopo un attento esame della situazione, valuti la possibilità di estendere l’accesso alla sanità convenzionata non solo per i test sierologici ma anche per tutte le altre prestazioni in sofferenza”.

Da Oristano arrivano le prime lamentele: “Ieri mio padre, che ha un esenzione, si è dovuto pagare le analisi prescritte pur avendo sia un reddito basso, che la grave patologia. È una vergogna”.

Mercoledì, 16 settembre 2020

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