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Le scuole di Villaurbana salutano Emanuele Lai, sindaco poeta

In una lettera commossa, i docenti ne ricordano l'impegno per la lingua sarda

Emanuele lai con ragazzi della scuola primaria e media di Villaurbana

Le scuole di Villaurbana salutano Emanuele Lai, sindaco poeta
In una lettera commossa, i docenti ne ricordano l’impegno per la lingua sarda

Emanuele Lai circondato dai ragazzi della scuola primaria e media di Villaurbana

Omaggio degli studenti e docenti della scuola primaria e media di Villaurbana che ricordano con una lettera l’ex sindaco Emanuele Lai, venuto a mancare sabato scorso, all’età di 97 anni. 

“Emanuele”, spiega Liliana Contini, docente della scuola media di Villaurbana, “oltre ad essere stato sempre attivo politicamente nella comunità del paese, ha scritto numerosi libri di poesia sarda, oltre a tanti altri che parlano della storia, delle tradizioni, gli usi e costumi di Villaurbana. Dato che ha sempre pienamente collaborato con la scuola primaria e media di Villaurbana, noi docenti abbiamo scritto due righe per omaggiarlo e ringraziarlo, insieme a tutta la comunità del paese, per l’eredità che ha lasciato ai suoi concittadini”.

Pubblichiamo il testo della lettera, seguito da una poesia di Emanuele Lai, “S’Iscola”.

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In questi giorni è venuto a mancare Emanuele Lai, persona stimata e amata da tutta la comunità di Villaurbana. Nato nel 1923, ha sempre vissuto e operato nel suo paese d’origine, coltivando fin da giovanissimo la sua passione per la politica e la poesia. Negli anni da lui dedicati al comune in qualità di Sindaco, poi di Presidente della XVI Comunità Montana “Arci Grighine” e di Consigliere della Provincia di Oristano ha sempre saputo distinguersi per il suo impegno sociale e civile e la sua profonda onestà. Nel 1977, il Presidente della Repubblica, Giovanni Leone, lo ha insignito dell’onorificenza di “Cavaliere del Lavoro.

Strenuo difensore dell’ambiente, conoscitore indiscusso del proprio territorio, egli ha sempre cercato di valorizzare gli usi, costumi e le tradizioni legati ad esso. Ai suoi amati concittadini egli lascia un’eredità cospicua grazie ai suoi numerosi componimenti poetici in lingua sarda e ai suoi importanti documenti e libri incentrati sulla storia, la società e le caratteristiche del proprio paese.

Chiunque abbia avuto la fortuna di conoscerlo non può che essere stato colpito dalla sua semplicità, dalla generosità e la sua profonda fede religiosa. Tanti sono stati i contributi che egli ha apportato, durante la sua lunga vita, in vari settori della comunità sociale.  In particolare, in qualità di maestri ed educatori, ci preme qui sottolineare quanto da lui operato nel mondo della scuola. Egli era fermamente convinto che la cultura locale e la lingua sarda siano elementi indispensabili di arricchimento che favoriscono lo sviluppo comunicativo degli studenti e il recupero delle proprie radici.

Valorizzare la lingua sarda nella scuola, amava dire, è il modo migliore per difendere e diffondere l’amore e la conoscenza della nostra terra e delle sue tradizioni, a partire dalle generazioni più giovani.

Tutte le volte in cui signor Emanuele veniva a scuola per incontrare i bambini e i ragazzi, si soffermava a parlare della bellezza della poesia e della lingua sarda e della necessità di renderla sempre viva attraverso il suo utilizzo a casa, con gli amici, con i parenti e anche con gli insegnanti. Solo così potrà continuare a vivere, affermava.

Al signor Emanuele va l’abbraccio commosso dell’intera comunità che in questi giorni piange per la perdita di un uomo straordinario, che tanto ha fatto per amore del suo paese. Vogliamo ricordarlo attraverso una delle sue tante meravigliose poesie che denotano il ruolo fondamentale che l’educazione ha a livello individuale e sociale. S’intitola  “S’iscola”.

Lo ricorderemo sempre con affetto e grande stima.

La Comunità educante di Villaurbana.

S’Iscola

Cuddos chi sun sididos de s’ischire

già isfruttan s’istudiu cun intentu,

ponende a profittu su talentu

pro poder a dovere resessire.

 

Gai s’iscola non podet faddire

dande de cultura isperimentu,

e si puru su crescher paret lentu

già bidimos s’iscopu congruire.

 

Da-e s’insegnamentu generosu

sa fadiga non benit isprecada

ca su populu nd’ ’essit dignitosu.

 

Ma su chi pius mi paret importante

est ca s’iscola nos zertesa dada

pro mazorare in modu costante.

(Sonetto tratto dalla raccolta di poesie “Lugudoro in Campidanu” di Emanuele Lai, 2002)

Lunedì, 7 settembre 2020

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