La chiesa del Carmine, gioiello di architettura. Tra storia e leggende - LinkOristano
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La chiesa del Carmine, gioiello di architettura. Tra storia e leggende

Nel cuore di Oristano, inserita anche in un progetto del Touring

La chiesa del Carmine, gioiello di architettura. Tra storia e leggende
Nel cuore di Oristano, inserita anche in un progetto del Touring

La facciata della chiesa del Carmine

La chiamano “la bomboniera”, perché è piccola, ma tanto graziosa. La chiesa del Carmine a Oristano si trova nel cuore della città, fa parte del complesso dell’ex convento dei padri carmelitani e sorge nell’omonima via Del Carmine. Secondo gli esperti è un tesoro d’architettura. “Senza dubbio”, conferma Ivo Serafino Fenu, critico d’arte che al Carmine ha dedicato alcuni studi e alcuni testi. “Per dirla con Corrado Maltese un vero gioiello dell’architettura rococò in Italia”. La sua storia, quella del monastero, sono scritte nelle pagine che raccontano il passato della città.

Nella seconda metà del 1700 fu un nobile, Damiano Nurra, che aveva appena acquisito il titolo di marchese, a commissionarne la costruzione, probabilmente su un luogo religioso esistente dal 1600, che ospitava una comunità di carmelitani. Chiamò Giuseppe Viana, un misuratore militare giunto in Sardegna con gli ufficiali e ingegneri piemontesi del Corpo reale di artiglieria. E Viana realizzò questo piccolo capolavoro, ottenendo anche il titolo di architetto regio per il Regno di Sardegna, con una procedura che oggi diremmo “per corrispondenza”: prese i disegni del complesso del Carmine e li inviò a una commissione presieduta da Antonio Felice De Vincenti, generale e conte, che, appunto, a Viana attribuì il titolo.

I lavori furono completati nel 1785, ma già nel 1782 il marchese d’Arcais, don Damiano Nurra, donò proprio ai padri carmelitani, che lo occuparono sino al 1866, il convento, utilizzato in età moderna come sede del corpo dei carabinieri.

Il grande complesso del Carmine si affaccia sulla via per una quarantina di metri. La chiesa, realizzata in blocchi di arenaria,  occupa la parte destra della facciata.

Per il visitatore è davvero una gradita sorpresa quando varca la porta d’ingresso: viene subito avvolto da uno straordinario fascio di luce che illumina la piccola e unica navata. All’interno l’altare maggiore con marmi policromi su cui si affacciano quattro altari identici, quattro cappelle, che custodiscono altrettante statue, alcune provenienti dalla vicina chiesa di San Domenico, ormai sconsacrata. Nella parte superiore è visitabile anche il coro.

Campanile e cupola meritano di essere citati anche per i coppi di maiolica coloratissimi che li contraddistinguono.

La chiesa era collegata direttamente al convento, che si caratterizza per un bel chiostro con un porticato. Dopo l’ultimo restauro del complesso, negli anni ottanta, quei passaggi sono stati chiusi. Ora si accede solo dalla porta principale della chiesa e da quella secondaria che immette alla sacrestia.

I volontari del Touring club di Oristano nella chiesa del Carmine in un’immagine dello scorso anno

Dal febbraio del 2019 la chiesa del Carmine è entrata a far parte del circuito Aperti per voi, del Touring club.

Toto Ferraro e Francesco Migheli

Grazie a un accordo con la parrocchia della Cattedrale, sino all’inverno scorso, prima che arrivasse l’emergenza coronavirus, 19 volontari del Touring assicuravano la visita il lunedì, il mercoledì e il sabato, dalle 10 alle 12. “Adesso ci stiamo riorganizzando e speriamo di poter riaprire a breve, anche tenendo conto delle norme anti – covid”, dicono il console regionale del Touring club Toto Ferraro e il delegato responsabile del progetto Aperti per voi Francesco Migheli, che mostrano il registro delle presenze: “Nel 2019 abbiamo assicurato 504 ore di apertura e avuto 1437 visitatori, mentre nel 2020, sino al 4 marzo le ore sono state 104 e i visitatori 193”.

La chiesa del Carmine è meta di numerosi fedeli in occasione della festa per la Madonna del Carmine, il 16 luglio, quando nel centro storico si addobbano anche le vie adiacenti al complesso del Carmine.

Per visitare il vecchio monastero è necessario accedere dall’ingresso principale di quella che oggi è la sede del Consorzio uno, l’ente che gestisce i corsi universitari gemmati degli atenei di Cagliari e Sassari. Il porticato è anche ritrovo degli studenti. In passato la Camera di commercio qui ha allestito la rassegna Mediterannea, che accompagna il carnevale di Oristano e la Sartiglia con l’esposizione delle migliori produzioni dell’artigianato artistico e dell’agroalimentare di qualità. Nel chiostro, invece, in primavera e in estate sono ospitate conferenze ed eventi musicali.

Il complesso del Carmine rientra anche nel circuito di Monumenti aperti, la manifestazione che una volta l’anno propone la scoperta dei monumenti cittadini, grazie agli studenti delle scuole che fanno da guide.

Gli studenti dell’Istituto di viale Marconi nella chiesa del Carmine durante l’edizione 2016 della manifestazione Monumenti aperti

Ciò di cui abbiamo scritto sinora e ciò che si può vedere visitando il complesso del Carmine di Oristano. Ma c’è forse anche qualcosa di altrettanto affascinante da raccontare su ciò che l’occhio ancora non vede. Sono i cunicoli nel sottosuolo che attraversano il centro storico della città. Negli anni ottanta dalle colonne del quotidiano L’Unione Sarda, il cronista Romolo Concas, riportò di quelle supposizioni che raccontavano una città nascosta. Si parlava addirittura di impavidi cavalieri con i loro destrieri che si muovevano dal Carmine per quei sotterranei, molti indirizzati verso l’attuale piazza Manno, verso lo stabile dell’ex carcere, che custodisce i resti della reggia degli Arborea. “Non so di questa ipotesi di studio”, dice Marco Piras, architetto, impegnato con alcuni altri volontari di Oristano in un lavoro di recupero della città sotterranea. “Certo è che anche sotto la via Carmine si nasconde qualcosa. Abbiamo già in programma una visita in un edificio privato, da dove ci è giunta una segnalazione”.

Il complesso del Carmine

Gli ultimi lavori che hanno interessato il complesso del Carmine risalgono agli anni ottanta. I segni del tempo adesso si fanno vedere e il vecchio convento e la vecchia chiesa avrebbero necessità di urgenti interventi di restauro. Ci sono numerose infiltrazioni dalle coperture. La facciata della chiesa è in uno stato molto precario e alcuni elementi decorativi si stanno compromettendo. La Sovrintendenza ha compiuto un sopralluogo. Ma dei lavori nulla si sa.

Chiesa del Carmine

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Sabato, 15 agosto 2020

(Questa pagina è realizzata in collaborazione con l’Assessorato al turismo della Regione Sardegna)

 

 

 

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