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Trovato morto il giovane immigrato al quale era stato bruciato il giaciglio

I familiari chiedono accertamenti. Raccolta fondi per trasferire la salma da Oristano all'Africa

Abdul Gader Diallo

Trovato morto il giovane immigrato al quale era stato bruciato il giaciglio
I familiari chiedono accertamenti. Raccolta fondi per trasferire la salma da Oristano all’Africa

Abdul Gader Diallo

E’ stato trovato privo di vita il giovane immigrato al quale la notte dello scorso 10 luglio era stato incendiato il giaciglio, sotto una pensilina della vecchia biblioteca di via Carpaccio, a Oristano.  Il giovane, Abdul Gader Diallo, 29 anni, originario della Guinea, dopo quel grave episodio era stato alloggiato dal servizio sociale del Comune in un albergo cittadino. Si sarebbe ucciso.

I suoi familiari hanno chiesto dall’Africa, e per il tramite del Coordinamento Diaspore in Sardegna, che si svolgano ora accertamenti per risalire alle cause del suo decesso.

Abdul Gader Diallo aveva poco più di vent’anni quando era  partito dalla Costa d’Avorio, dove la sua famiglia si era trasferita. Dopo un lungo e disperato viaggio di circa 4.000 chilometri  era arrivato, prima sulle coste del Nord Africa, e poi su un barcone a Lampedusa. Quindi il trasferimento in Sardegna, insieme ad altri suoi compagni.

Con un permesso di soggiorno per motivi umanitari Abdul Gader Diallo   era stato ospitato per alcuni anni in un agriturismo di Cabras, dove aveva deciso di fermarsi. Aveva avuto  anche una relazione con una ragazza del posto, dalla quale aveva avuto un bambino. La sua passione per il calcio lo aveva portato a giocare nella squadra locale. Poi alcune difficoltà e la decisione di partire  per il Belgio e ancora dopo quella di  rientrare a Oristano per stare vicino al suo bambino.

Ma in città,  dopo essere stato ospitato per diversi mesi nel dormitorio comunale, Abdul Gader Diallo,  si era trovato a disagio. Trascorreva la notte in ricoveri di fortuna, spesso sotto il Centro dei Servizi Culturali, in Via Carpaccio, in una pensilina davanti ai locali della vecchia biblioteca. Diverse volte era rimasto vittima delle molestie di alcuni ragazzi. Era stato a sua volta denunciato per molestie. Una vicenda che sembra gli avesse precluso la possibilità di essere autorizzato a lasciare l’Italia per fare rientro in Africa.

Poi il drammatico epilogo, nei giorni scorsi. I familiari di Abdul Gader Diallo  (i genitori e quattro fratelli) vorrebbero riportare la salma in Africa, ma non hanno i soldi per pagare le spese.   I dirigenti del Coordinamento delle  Diaspore in Sardegna,  che riunisce 22 associazioni di immigrati, hanno avviato una raccolta di fondi. E sono già numerose le persone che anche a Oristano hanno risposto all’appello che circola da ieri sui social media e sulle chat.

Giovedì, 6 agosto 2020

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