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La Sardegna museo aperto: paesaggi culturali da proporre all’Unesco

Cabras, dai banchi della minoranza la proposta di Antonello Manca: "Discutiamone in Consiglio"

Antonello Manca

La Sardegna museo aperto: paesaggi culturali da proporre all’Unesco
Cabras, dai banchi della minoranza la proposta di Antonello Manca: “Discutiamone in Consiglio”

Il paesaggio culturale della Sardegna merita di essere classificato come patrimonio Unesco, in un grande “museo aperto”. È la proposta di Antonello Manca, consigliere comunale di minoranza a Cabras, che con una mozione chiede un dibattito Consiglio. Sindaco e Giunta dovrebbero impegnarsi ad avviare in tempi rapidi le procedure “volte a riconoscere la tutela di massimo grado del paesaggio naturale sardo, come quella che potrebbe essere garantita con il riconoscimento dell’Unesco”.

“Il novanta per cento di questo patrimonio appare abbandonato, spesso neanche censito in archivi pubblici, se non addirittura aggredito dalla macchia arbustiva o da alberi d’alto fusto, perennemente in stato di precaria rovina a causa dell’aggressione svolta nel tempo dal manto vegetale”, scrive Manca nel documento presentato in Comune. E se questo è anche ciò che contribuisce ad incrementare il fascino del paesaggio sardo, manca completamente di fascino “il degrado dovuto anche all’azione di trafugatori di reperti, i quali agiscono indisturbati avvantaggiati da questo stato di abbandono, raggiunge uno sviluppo tale da comportare una perdita irrimediabile”.

A sostegno della sua tesi, Manca cita i dati Istat (del 2017): su 206 aree e 81 parchi archeologici, 54 erano in Sardegna (45 aree archeologiche e 9 parchi archeologici), pari al 18,4% del totale complessivo. Inoltre, aggiunge Manca a rafforzare la sua proposta “le aree archeologiche, come definite dal decreto legislativo 42/2004 e s.m.i., Codice dei Beni culturali e del Paesaggio, sono talmente diffuse che la definizione di “museo aperto” per la totalità dell’intero territorio regionale risulta essere ampiamente giustificata”.

Manca ricorda anche un precedente tentativo mosso nel 2008 in ambito Unesco, per la creazione di una rete tra i nuraghi e il loro complessivo inserimento nel World Heritage Found, il Patrimonio mondiale dell’Umanità. “Una ipotesi”, precisa Antonello Manca, “che in Regione aveva ottenuto tiepido riscontro, così che l’idea era stata quindi riposta nel cassetto delle buone intenzioni”.

Lunedì, 20 luglio 2020

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