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La stagione turistica 2020: disastro annunciato e operatori lasciati soli

Disponibili i primi dati. Tra le criticità, comunicazione confusa e collegamenti inadeguati

Turismo Alghero

La stagione turistica 2020: disastro annunciato, operatori lasciati soli
Disponibili i primi dati. Tra le criticità, comunicazione confusa e collegamenti inadeguati

Difficoltà di raggiungere la Sardegna, scarsa ed errata comunicazione da parte delle istituzioni alla riapertura; promozione turistica latitante. Sono le principali criticità riscontrate dagli operatori del settore secondo una ricerca realizzata dall’Università di Sassari.

Un quadro disastroso dunque che si aggiunge ai timori già annunciata e ribaditi più volte in questi mesi. Un campanello d’allarme il dato sul fatturato di giugno, che registra un calo del 95% rispetto allo scorso anno.

È passato poco meno di un mese dalla ripresa della mobilità, dopo il blocco totale dovuto alla pandemia da Covid-19, e il primo bilancio degli operatori turistici non si discosta dal quadro previsto. “In una stagione difficile come quella appena iniziata, gli imprenditori hanno fatto sin da subito la loro parte, le istituzioni regionali no”, attacca il presidente di Federalberghi Sardegna, Paolo Manca.

“Ad oggi oltre il 50% delle strutture ha aperto, assumendo decine di migliaia di lavoratori, ma non un euro è arrivato nelle casse degli alberghi, non c’è alcuna certezza sui contributi promessi per agevolare le assunzioni, il rischio sanitario è sempre alla porta e nessuna indicazione è arrivata. E soprattutto non è stata organizzata una adeguata promozione per facilitare la ripartenza”, secondo Manca.

“L’emergenza avrebbe richiesto tempi rapidi di decisione e azione, così non è avvenuto. La Sardegna avrebbe potuto sfruttare a pieno i vantaggi della sua natura insulare e del basso livello di contagio del virus, ma non lo sta facendo”, ribadisce il presidente di Federalberghi, puntando il dito sui responsabili. “Abbiamo mantenuto con i rappresentanti della Regione le interlocuzioni aperte per mesi. Le azioni da intraprendere erano chiare, come le nostre proposte avanzate sin da marzo. Se non si scongiurerà il disastro completo, non c’è alcun dubbio su dove ricercare le responsabilità di questo flop annunciato”.

La ricerca. L’indagine è stata realizzata da Giacomo del Chiappa, docente di Marketing del Dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell’Università di Sassari, in collaborazione e con il patrocinio di Federalberghi Sardegna. L’analisi punta a monitorare l’evoluzione del tasso di occupazione e delle cancellazioni, individuare la ripartizione geografica delle prenotazioni, capire quali siano i loro canali di acquisizione e indagare se e in che misura le regole di accesso all’isola e nelle spiagge stiano limitando l’appeal della Sardegna.

I dati sono relativi a un campione di 360 strutture tra hotel ed extra alberghiero. Il primo dato da rimarcare è quello della provenienza. I turisti che hanno prenotato nelle strutture ricettive sarde sono per lo più italiani: il 75%, con dentro il 22% di sardi. Gli stranieri sono solo il 25%, concentrati nella seconda parte della stagione. Queste prenotazioni determinano un basso tasso di riempimento di tutte le strutture di accoglienza: non si supera il 10% delle camere disponibili per il 43% degli hotel a luglio, per il 30% ad agosto, per il 55% a settembre e per il 79% a ottobre. Se si innalza la soglia al 30% delle camere occupate si scopre che il 79% degli alberghi a luglio non la supera, così come il 71% ad agosto, l’84% a settembre e il 92% a ottobre.

Sono le cancellazioni delle prenotazioni arrivate prima del 3 giugno a dare il quadro della perdita già maturata. Si registra un numero importante di annullamenti: per il mese di luglio quasi il 40% delle strutture ha registrato un calo oltre il 60%, insomma ha perso due prenotazioni su tre. Per gli altri mesi il dato si riduce, ma non si può ancora stare tranquilli, perché gli annullamenti arrivano all’ultimo momento.

Dall’analisi delle risposte arrivate dagli operatori sono stati analizzati anche i canali da cui stanno arrivando le prenotazioni e regalano l’unico dato positivo della ricerca: si ribalta la modalità di prenotazione. Non più agenzie di viaggio o portali web: in fase post Covid, i turisti preferiscono i canali diretti di contatto con la struttura, primo tra tutti il telefono, oltre che la mail e il sito web. Nel dettaglio, il 54% degli operatori registra la maggioranza delle prenotazioni attraverso il canale diretto, contro il 46% dell’indiretto.

Le criticità. Il capitolo delle criticità più grandi si apre con la domanda sui trasporti. “Pensa che le modalità di accesso all’Isola limitino le prenotazioni e le richieste di vacanze in Sardegna?” La risposta è netta: sì per il 66,3% degli operatori. Ancora più specifico il quesito relativo alle spiagge: gli operatori non trovano sufficientemente chiare (il 66,8%) le regole di fruizione degli arenili.

Quattro, nell’ordine di importanza, i principali ostacoli che impediscono un’efficace ripresa del turismo: primo tra tutti, come già sottolineato, i trasporti, segue la promozione della destinazione, una programmazione territoriale efficace e infine la confusione sulle regole di accesso nell’Isola generata inizialmente, e che si porta dietro ancora uno strascico di falsata percezione da parte di turisti.

Venerdì, 10 luglio 2020

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