Addio a Giovanni Ardu, storica voce de Su Concordu ‘e su Rosariu di Santu Lussurgiu - LinkOristano
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Addio a Giovanni Ardu, storica voce de Su Concordu ‘e su Rosariu di Santu Lussurgiu

Dal sindaco Loi a Paolo Fresu, in tanti lo ricordano commossi

giovanni ardu

Addio a Giovanni Ardu, storica voce de Su Concordu ‘e su Rosariu di Santu Lussurgiu
Dal sindaco Loi a Paolo Fresu, in tanti lo ricordano commossi 

Addio a Giovanni Ardu, voce storica, il “bassu”, del Coro “Su Cuncordu ‘e su Rosàrio” di Santu Lussurgiu. La sua scomparsa è stata accompagnata da grande commozione e da tanti ricordi e messaggi. Dal saluto del sindaco Diego Loi, a quello del gruppo folk “Onnigaza” di Ghilarza, fino al musicista Paolo Fresu.

“Chi ha avuto l’onore di conoscerti e di godere della tua amicizia piange senza sosta la tua scomparsa”, scrive il sindaco Diego Loi. “La forza e profondità del valore delle tradizioni che hai saputo incarnare durante la tua esistenza con il canto a cuncordu, sono uno dei preziosi doni che mi porterò per sempre nel profondo dell’anima. Oggi Santu Lussurgiu e la Sardegna tutta perdono un grande esponente della nostra cultura”.

“La sua voce contribuiva all’emozione che il canto sacro della tradizione lussurgese riesce a trasmettere ogni volta che viene eseguito”, ricordano i componenti del gruppo folk “Onnigaza” di Ghilarza.

Lo ricorda pubblicamente anche il noto trombettista Paolo Fresu. “Abbiamo condiviso assieme i palchi del mondo ma abbiamo condiviso soprattutto il bisogno di tramandare la tradizione dei riti sardi della polifonia sacra della Pasqua e del Natale”, scrive il musicista. “Giovanni aveva le mani d’oro e una voce da basso che sorreggeva l’architettura perfetta del coro ma era soprattutto una persona attenta ai rapporti umani nonché discreta e ospitale come tutti i lussurgesi”.

“Con lui scompare un pezzo di storia sarda contemporanea e una persona straordinaria. Il nostro pensiero va alla sua famiglia, ad Antonio, Mario e Roberto e a tutti quelli che lo hanno conosciuto e stimato”, aggiunge sempre Paolo Fresu. “Proprio il venerdì santo di questo anno, al tempo del coronavirus, avevo chiesto a Giovanni il permesso di utilizzare un frammento del Miserere, con la sua voce gutturale che introduce il canto, stratificando i suoni degli archi e della tromba”.

“Oggi”, conclude Fresu, “sarà difficile eguagliare quella profondità esecutiva e quella religiosità così arcaica e intensa che gli appartenevano da sempre”.

Mercoledì, 8 luglio 2020

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