La bottega artigiana per la ripartenza del turismo sardo in difficoltà - LinkOristano
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La bottega artigiana per la ripartenza del turismo sardo in difficoltà

Tradizioni e prodotti tipici nella strategia proposta da Confartigianato

La bottega artigiana per la ripartenza del turismo sardo in difficoltà
Tradizioni e prodotti tipici nella strategia proposta da Confartigianato

Turismo in crisi dopo l’emergenza Covid-19? In Sardegna vuol dire sofferenza per le 6.574 le micro, piccole e medie imprese artigiane che a questo settore sono legate, soprattutto d’estate. Servizi turistici, ricettivi e della ristorazione; manutenzione di alberghi e case private; benessere, agroalimentare e trasporti; attività culturali, ricreative e di intrattenimento; e poi anche produzione e vendita di monili, artigianato artistico, abbigliamento e calzature. Attività che – tutte assieme – danno lavoro a oltre 30mila persone.

Più di un’impresa su cinque, delle 35mila realtà artigiane della Sardegna, è legata, direttamente o con l’indotto, al turismo, alle vacanze e allo svago. Lo scorso anno queste imprese avevano contribuito a soddisfare le richieste di 3,2 milioni di turisti, con 15 milioni di presenze.

I dati arrivano dal dossier “Imprese e valore artigiano in Sardegna”, realizzato dall’Ufficio studi di Confartigianato Sardegna, che ha analizzato i comparti sardi del turismo e dell’artigianato attraverso i dati Istat, Unioncamere e Movimprese del 2019.

“Le piccole e medie realtà cominciano a percepire gli effetti economici, diretti e indiretti, della paura da coronavirus, con la conseguente contrazione del giro d’affari”, commentano Antonio Matzutzi e Daniele Serra, presidente e segretario di Confartigianato Imprese Sardegna, “e sono fortemente preoccupate per le conseguenze dell’onda lunga che il virus potrà avere sull’economia regionale”.

“Da ogni parte della nostra regione, continuiamo a ricevere quotidiane segnalazioni di rallentamenti o assenza di ordinativi, o della mancanza di clienti, soprattutto da quelle attività che lavoravano in simbiosi con alberghi e strutture turistiche”, proseguono Matzutzi e Serra. “In ogni caso, vogliamo essere postivi e crediamo che la stagione possa essere recuperata, almeno in parte, con una importante campagna di comunicazione che accompagni il turista in tutti i 12 mesi, che faccia conoscere ancora di più i prodotti artigianali dell’agroalimentare e del tipico tradizionale, e che ampli le possibilità di svago da offrire ai turisti, tutto sempre nel massimo rispetto delle disposizioni in materia di sicurezza”.

Antonio Matzutzi

Daniele Serra

“Di queste idee parleremo presto con l’assessore regionale all’artigianato, Gianni Chessa, per condividere con lui questa nostra idea di ripartenza anche dal turismo legato all’artigianato”, spiegano i dirigenti di Confartigianato Imprese Sardegna. “Il viaggiatore, infatti, non si accontenta più di ricordare il proprio viaggio ma desidera delle esperienze autentiche da condividere e raccontare e nelle quali essere protagonista attivo, entrando in sintonia con la storia, la cultura e tradizioni del luogo che visita. E quindi le persone, gli stili di vita, gli oggetti quotidiani e i sapori si integrano perfettamente nel turismo esperienziale e con le disposizioni sul distanziamento sociale”.

Per Confartigianato Sardegna, una soluzione adeguata potrebbe essere un progetto che riunisca le eccellenze artigiane e le tipicità artistiche e agroalimentari di tutto il territorio sardo, con l’obiettivo di offrire un nuovo modello di turismo mettendo al centro l’offerta gli artigiani locali, punti di riferimento del territorio, che avrebbero l’opportunità di rilanciare la loro immagine diventando dei veri attrattori per borghi e centri storici.

“L’attuale difficoltà delle piccole e medie imprese dovuta dall’emergenza sanitaria è sotto gli occhi di tutti”, continuano Matzutzi e Serra. “Per questo è necessario mettere in campo qualsiasi iniziativa per rilanciare l’artigianato locale, ovvero mettere al centro della proposta turistica la piccola bottega per valorizzare l’autenticità e le bellezze dei nostri territori”.

La vera sfida, quindi, sarà quella di mettere in relazione le attività prettamente turistiche della ricettività e della ristorazione con quelle originali del mondo artigiano e dei suoi territori. “C’è bisogno che i due “mondi” si contaminino a vicenda”, continuano presidente e segretario di Confartigianasto. “È necessario trovare un modo nuovo di fare turismo, puntando sulle competenze dei nostri artigiani. Per questo, da subito, è fondamentale riuscire a raccontare il territorio esprimendo identità, tradizione, passione attraverso la qualità dei prodotti e offrendo attività sul campo pensate per trasmettere sapere, ma anche per affascinare e coinvolgere i visitatori che diventano protagonisti della creazione di un tesoro fatto a mano”.

Lunedì, 29 giugno 2020

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