"Lasciateci volare assieme ai nostri strumenti, non è tanto difficile" - LinkOristano
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“Lasciateci volare assieme ai nostri strumenti, non è tanto difficile”

Dopo Paolo Fresu, anche il musicista Enzo Favata contro le disposizioni dell'Enac

Enzo Favata

“Lasciateci volare assieme ai nostri strumenti, non è tanto difficile”
Dopo Paolo Fresu, anche il musicista Enzo Favata contro le disposizioni dell’Enac

Il musicista Enzo Favata chiede aiuto alla politica sarda, dopo le ultime disposizioni dell’Enac sul trasporto aereo e il divieto dell’uso delle cappelliere per i bagagli a mano. Divieti che penalizzano i musicisti isolani: per viaggiare con i loro strumenti, anche di piccole dimensioni, saranno ora costretti a comprare un biglietto aggiuntivo. Una questione già sollevata nei giorni scorsi sulla stampa da Paolo Fresu.

“Dopo mesi di crisi per la nostra categoria, questa sorpresa ha il sapore di una tragica farsa”, spiega Enzo Favata, direttore artistico del festival Musica sulle Bocche. “Anche il mondo dei festival, che è un volano molto importante dell’economia turistica e culturale della nostra isola, subirà l’impatto negativo di questa decisione. Chiunque verrà a suonare nell’isola costerà infatti ai festival il doppio. In questo modo, parte delle risorse raccolte con fatica dalle associazioni organizzatrici – attraverso i bandi che enti pubblici già in difficoltà per la grande crisi hanno comunque finanziato – andranno a rimpinguare le casse delle compagnie aeree, togliendo risorse alla filiera dello spettacolo dell’isola”.

“Musica sulle Bocche” fa parte del Sardinia Jazz Network, insieme ai festival Time in Jazz di Berchidda, Cala Gonone Jazz, European Jazz Expo di Cagliari, Ai Confini tra Sardegna e Jazz di Sant’Anna Arresi, Forma e Poesia nel Jazz di Cagliari, Dromos di Oristano, Nuoro Jazz e Nora Jazz.

Per Favata “è evidente che i musicisti sardi, ed isolani in genere, in questo momento in Italia sono discriminati pesantemente. Chi abita nel ‘continente’ prende un’auto, un treno, un qualsiasi mezzo su strada e può arrivare da Reggio Calabria a Capo Nord in Norvegia. Noi sardi? Noi no”.

“Volo da trent’anni”, continua il jazzista algherese, “conosco bene l’imprevisto di perdere un bagaglio, di riceverlo dopo settimane, o di non trovarlo mai più. Costringere i musicisti a mettere in stiva strumenti non ingombranti, che sino a ieri occupavano un piccolo spazio in una cappelliera, vuol dire far spedire oggetti talvolta del valore di alcune decine di migliaia di euro a rischio e pericolo di chi viaggia, e con un rimborso eventuale irrisorio rispetto al valore reale dello strumento”.

L’appello di Enzo Favata si rivolge alla politica sarda, agli amministratori regionali e ai parlamentari isolani, perché si impegnino a trovare una soluzione che, secondo il musicista, sarebbe di facile applicazione. “Basterebbe dichiarare al check-in di avere come bagaglio a mano lo strumento per ragioni professionali e, una volta arrivati sull’aeromobile, consegnarlo al personale a bordo già preavvisato, che a quel punto lo riporrebbe nelle cappelliere vuote. In questo modo, sarebbe sufficiente entrare in cabina per primi ed uscire per ultimi, senza toccare direttamente lo strumento e fare movimenti contagiosi“.

“Mai una soluzione è stata così semplice e senza rischi”, afferma Favata, che conclude il suo appello: “Fate in modo che la musica e gli strumenti possano circolare, è un immenso tesoro per voi che l’amate e per noi che le apparteniamo per tutta la vita”.

Sabato, 27 giugno 2020

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