“Niente più piante di eucaliptus e acacia saligna nel Sinis”
Appello all’Ente Foreste: “Si sta stravolgendo l’identità del territorio”
Niente più piante di eucaliptus e acacia saligna nel Sinis. È la richiesta avanzata dall’Associazione civica per la tutela e la promozione del territorio e oltre, con sede a Cabras. In una nota, il presidente dell’associazione Dario Cossu chiede agli enti forestali di non fornire più le due piante aliene ai proprietari terrieri che ne fanno richiesta per utilizzarle come frangivento.
La richiesta è mossa dall’intento di salvare il Sinis da una “azione di stravolgimento del territorio e dell’identità”, che l’associazione attribuisce, oltre alla piantumazione di specie arboree aliene, alla costruzione di false case agricole e all’aratura indiscriminata delle aree confinanti con la fascia costiera.
“Il Sinis che vediamo oggi non ha più il volto antico tanto decantato che le persone più anziane ricordano: quel Sinis cantato dall’oculista dott. Salvatore Baldino nel poemetto Sa Giorronnada de Conch’iattu o dalla penna incantatrice di Giuseppe Pau non esiste più”, commentano dall’associazione presieduta da Dario Cossu.
“Chiediamo che venga fermata l’azione di stravolgimento del territorio”, scrivono i cittadini riuniti nell’associazione civica, “e che, nel contempo, si metta in atto un recupero, almeno parziale, dell’antico volto con la piantumazione di specie vegetali autoctone da sempre presenti nel Sinis, come attestano i suoi tanti toponimi: la macchia mediterranea, i lecci, le sughere, i ginepri, le tamerici”.
L’associazione contesta soprattutto, appunto, la piantumazione di eucaliptus e acacia saligna, che “ha inferto una ferita ad aree pregiate ed ecologicamente vulnerabili, quali le rive dei due stagni principali Mare ‘Pontis e Mistras, nonché gran parte delle paludi e zone umide prossime ad essi”.
“Non si salvano neppure aree limitrofe ed insediamenti nuragici importanti, né i pendii del tavolato del Sinis. Anche la meravigliosa oasi di Seu-Maimone è avvolta in tutto il suo perimetro da una fitta cintura di eucaliptus e acacia saligna”, continua il documento, e tutto questo calpesta “spirito e contenuti dei vari vincoli posti a tutela del territorio del Sinis”.
“Tutto ciò è avvenuto non solo nel silenzio e indifferenza di amministratori comunali, cittadini, organi di informazione, associazioni ambientaliste organismi istituzionali di controllo e tutela del territorio”, denuncia l’associazione civica. “Purtroppo un ruolo determinante nella diffusione delle due specie arboree è da attribuire alla Regione Sardegna attraverso i vari Enti forestali, con la fornitura, quasi sempre gratuita, delle giovani piantine agli agricoltori e ai proprietari terrieri del Sinis”.
“Riteniamo necessaria l’introduzione, da parte degli organismi competenti, di norme che in modo chiaro e perentorio, vietino la piantumazione delle predette specie su tutto il territorio del Sinis”, specificano dall’associaizone, facendo riferimento a una ritrovata generale sensibilità ambientale e consapevoli che “il territorio del Sinis è elemento fondamentale per lo sviluppo sociale ed economico dei comuni a cui esso appartiene e dell’intera provincia di Oristano”.
Venerdì, 19 giugno 2020
commenta