"La Geco è in regola e non ha usufruito di fondi pubblici" - LinkOristano
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“La Geco è in regola e non ha usufruito di fondi pubblici”

La società che gestisce il contestato impianto di Magomadas replica dopo le inchieste e gli attacchi sui social

Impianto Geco Magomadas.

“La Geco è in regola e ha tutte le autorizzazioni necessarie”
La società che gestisce il contestato impianto di Magomadas replica dopo le inchieste e gli attacchi sui social

L’impianto della Geco srl a Magomadas

La società Geco, che gestisce il contestato impianto di trattamento di fanghi fognari alla periferia di Magomadas, “è una società costituita solo ed esclusivamente con investimenti privati”. La precisazione arriva all’indomani del blitz della Guardia di finanza nella sede della società, a Tresnuraghes, nell’ambito di un’inchiesta che la Procura di Oristano avrebbe aperto sull’utilizzo di finanziamenti pubblici.

“Non abbiamo mai usufruito di finanziamenti comunitari, statali o regionali”, si legge in una nota della società, che in una nota ufficiale vuole accreditare il proprio corretto agire e invita ad abbassare i toni delle polemiche.

“Operiamo nel rispetto delle regole e con tutte le autorizzazioni necessarie. Abbiamo seguito iter definiti dalla legge, abbiamo dialogato con tutti i soggetti istituzionali coinvolti, l’impianto è sempre risultato in regola e le attività svolte in linea con le normative”, ha fatto sapere Bonifacio Angius, socio di Geco srl , che si dice preoccupato per gli attacchi letti sui social.

“Crediamo che sia il caso di abbassare i toni e di ritornare nei ranghi della logica e della legalità”, dice Angius in una nota con la quale la società cerca di chiarire alcuni punti sul contestato impianto. “Ribadiamo la nostra massima disponibilità a confronti e dibattiti”.

Precisazioni che giungono a pochi giorni scorsi dagli interrogatori degli agenti del Corpo forestale che hanno sentito diverse decine di residenti di Magomadas , Tresnuraghes e dei paesi vicini, dopo le proteste per le condizioni di vivibilità che a loro avviso sarebbero messe in serio pericoli nei centri urbani per la percezione di un nauseabondo odore proveniente dall’impianto di trattamento dei fanghi e per la presenza di numerosi e fastidiosi insetti, che sarebbero riconducibili alla presenza dello stesso impianto.

“Anzitutto gli impianti come quello di Geco srl, presenti in Italia e in Europa, non sono discariche”, precisa ora la società. I fanghi trattati sono materiali che provengono dal ciclo di depurazione (che posseggono determinati e imprescindibili requisiti stabiliti dalla legge), che Geco s.r.l. utilizza per fare ammendanti per l’agricoltura, fertilizzanti che migliorano le caratteristiche fisiche del suolo. Geco s.r.l. è un’azienda iscritta nel registro dei produttori di fertilizzanti”.

“Non stiamo assistendo quindi ad alcun disastro ambientale, a nessuno sversamento di rifiuti. Finora non è stato distribuito neanche un kg di ammendante, se non sui terreni di nostra proprietà e/o nella nostra disponibilità in cui stiamo operando ‘prove sul campo’, seguendo specifici piani di caratterizzazione agronomica, per testare l’ammendante e ottenere le certificazioni comunitarie – ISO 9001 (Qualità), ISO 14000 (Gestione Ambientale), ISO 18000 (Gestione Sicurezza)”, spiega il documento trasmesso dall’ufficio stampa.
“L’ammendante di Geco srl contiene fino a un massimo del 35% di fanghi trattati nell’impianto e il restante di terra e di altre sostanze organiche di origine vegetale, è conforme al decreto legislativo 75/2010 e rispetta tutti i parametri indicati”.

“Premesso che per la provenienza dei fanghi la legge non stabilisce alcun confine regionale, a oggi Geco srl prende fanghi da Acquedotti Pugliesi perché per il tipo di ammendante prodotto dall’azienda sono necessari fanghi con determinati requisiti (meno idrocarburi, meno metalli pesanti, etc.). In Sardegna non ci sono fanghi con queste caratteristiche: il 97% dei fanghi prodotti dai depuratori sardi, che viene sparso sui terreni, risponde ai requisiti del decreto per la ricostruzione del ponte Morandi di Genova, che prevede valori meno rigorosi rispetto ai parametri caratterizzanti i fanghi di depurazione. Ci auguriamo in un futuro anche prossimo di poter lavorare i fanghi sardi purché rispettino determinate caratteristiche”, prosegue la nota.

“I fanghi, che vengono già stabilizzati in Puglia, una volta raggiunto l’impianto di Geco srl vengono tenuti per alcuni giorni, minimo 3, in vasche con una temperatura tale da abbattere qualsiasi virus o batterio, oltre che le larve delle mosche”.

“Geco srl ha ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie a operare. L’Arpas, nella figura del funzionario Alberto Luca Zangirolami, dopo una visita ispettiva (ottobre 2019) ha presentato una prima relazione consegnata alla Conferenza dei servizi, contenente una serie di presunte violazioni, alcune delle quali la Provincia di Oristano, sentito il parere dei Ministeri competenti, ha ritenuto di non accettare perché inidonee. A marzo 2020, poi, sempre ARPAS ha inviato la relazione tecnica conclusiva riconoscendo il regolare funzionamento dell’impianto e ha proposto due sanzioni amministrative, per un totale di circa 2.000 euro, riguardanti la prima un ritardo di archiviazione di un formulario, la seconda un formulario in cui mancava un flag in una casella. Ad oggi non è pervenuta alcuna sanzione amministrativa, nonostante siano scaduti i termini temporali”.

Mercoledì, 17 giugno 2020

Mercoledì, 17 giugno 2020

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