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Cabras, progetto pilota del WWF rivoluziona le regole della pesca

Nell'Area marina protetta 5.000 giornate di lavoro all'anno, controlli su pescato e attrezzature

Cabras, progetto pilota del WWF rivoluziona le regole della pesca
Nell’Area marina protetta 5.000 giornate di lavoro all’anno, controlli su pescato e attrezzature

L’Area marina protetta del Sinis è uno dei tre siti pilota del progetto del WWF “Pescare oggi per domani”, che punta a garantire un futuro alla piccola pesca grazie alla co-gestione. I soggetti parte del progetto – i rappresentanti dei pescatori e i presidenti delle cooperative, WWF e organizzazioni non governative di difesa dell’ambiente, Università di Cagliari quale componente scientifica e Comune di Cabras quale ente gestore – hanno formato un tavolo tecnico e lavorato su soluzioni condivise per il miglioramento della gestione della pesca locale e della situazione dei pescatori.

In una videoconferenza organizzata dal Comune di Cabras – con il WWF, l’Università di Cagliari e le associazioni di categoria Legacoop, Confcoop, Unicoop e Uecoop – si è discusso sui risultati dei primi 18 mesi di lavoro. Il metodo impiegato rovescia il consueto approccio top-down, con cui si calano dall’alto le regole, si è scelta la cogestione nella progettazione di nuove regole. Il risultato è la redazione di un documento, condiviso ieri, da sottoporre al Ministero dell’Ambiente, per regolare la pesca professionale e artigianale all’interno dell’Area marina protetta.

Il documento dovrebbe consentire il superamento dell’attuale Regolamento di esecuzione e di organizzazione (REO), che contiene disposizioni ritenute unanimemente inadeguate a una pesca che possa definirsi sostenibile. La sintesi del lavoro svolto con il contributo di tutti i partecipanti al tavolo ha quindi un duplice obiettivo: da un lato garantire la sostenibilità ambientale e il rispetto del mare, dall’altro fare sì che la pesca nel il territorio di Cabras sia economicamente sostenibile.

Nella proposta condivisa si consente la pesca per un totale di 5.000 giornate all’anno (con un massimo di 120 giorni a testa). Per consentire un controllo sulle giornate di pesca, è stato introdotto un carnet da 20 giornate, al costo di 25 euro.

Massimo Marras – direttore Area Marina Protetta del Sinis

“Il pagamento è stato introdotto come elemento di controllo della gestione”, ha spiegato il direttore dell’Area marina protetta Massimo Marras, “ed esclude qualsiasi finalità di lucro. I pochi fondi che potrebbero generare i carnet saranno reinvestiti in attività a sostegno della pesca professionale, in accordo con i pescatori”.

Attualmente il numero di strumenti è estremamente ridotto, ai limiti della sostenibilità. A fronte della limitazione del numero di giornate di pesca, la proposta contiene un innalzamento del numero degli attrezzi. Da questo discenderebbe la garanzia di un maggiore reddito per le imbarcazioni. “Ad esempio, per quanto riguarda le reti da posta si introducono premialità per chi decide di impiegare maglie più larghe e quindi di effettuare una pesca più selettiva”, dice ancora Marras.

I monitoraggi saranno di due tipi: l’analisi sullo sbarcato in porto, sporadicamente e – solo con il consenso dei pescatori – mediante la presenza di ricercatori sulle imbarcazioni, ove possibile; in alternativa il monitoraggio da parte dei ricercatori sarà svolto mediante l’imbarco su un mezzo dell’Area marina che seguirà l’imbarcazione dei pescatori.

La proposta di piano di gestione, da sottoporre al Ministero dell’Ambiente, prevede un’apertura anche alle imbarcazioni storiche, che sono escluse dalla pesca artigianale perché superiori ai 12 metri. Se passasse la proposta, ai pescatori proprietari di questo tipo di imbarcazioni sarebbe consentito pescare per 40 giornate all’anno.

Tre cooperative hanno attivato la vendita diretta con consegna a domicilio del pescato, impiegando brizoapp di Legacoop come interfaccia con i potenziali clienti.

Il piano di gestione è una risorsa dinamica, nasce con regole adattabili in funzione dello stato della risorsa. Le attuali regole si presentano rigide, mentre con la proposta si dà la possibilità di effettuare correzioni sulla base dei risultati del monitoraggio costante.

L’adozione del sistema di tracciamento, attualmente obbligatorio per le imbarcazioni con lunghezza superiore ai 15 metri, agevola i controlli e manifesta la volontà dei pescatori di essere trasparenti e rispettare le regole. La grande difficoltà nei controlli viene superata dalla proposta condivisa di un gps, un sistema di identificazione degli attrezzi.

Il piano include ulteriori limitazioni nella pesca dell’aragosta e della triglia, a ulteriore dimostrazione della responsabilità dei pescatori e della loro volontà di esporsi ai controlli.

“Il piano di gestione è stato distribuito immediatamente a tutti i pescatori attraverso le rispettive cooperative”, dice il direttore dell’Area marina Massimo Marras. “Auspichiamo tutti che nel giro di pochi giorni il percorso condiviso possa trovare il proprio culmine nella comune decisione di invio della proposta al Ministero dell’Ambiente”.

Alla videoconferenza erano presenti il sindaco di Cabras Andrea Abis, il vicesindaco e assessore alla pesca Alessandra Pinna, il direttore dell’Area marina protetta Massimo Marras, il professor Sabatini dell’università di Cagliari, tre rappresentanti del WWF (Mamone, Prato e Sciana), Mauro Steri di Legacoop, Antonio Cappai di Confcoop, Gianni Fanni di Unicoop, Antonello Cominu di Uecoop, Stefano Atzei e Aldo Caddeo della società cooperativa Stella Maris, Gianfranco Poddi, Marco Casula e Sanna della società cooperativa Mare Aperto, Fabrizio Manca della società cooperativa Mare Pontis, Alessandro Piscedda della società cooperativa Gran Torre, Gianluca Atzori della società cooperativa Lo Squalo, Nicola Castangia della società cooperativa Santa Rita, Pino Sanna e Paolo Sanna della società cooperativa Pescatori Santagiusta e Pier Paolo Manca della cooperativa Costaverde.

Alessandra Pinna

“È il frutto di un lavoro di un anno e mezzo”, dichiara il vicesindaco e assessore alla pesca Alessandra Pinna. “Un lavoro importante di co-gestione, ispirato al progetto pilota del WWF “Pescare oggi per domani”. Abbiamo l’obiettivo comune di proporre una strada alternativa alle strette regole del Regolamento di esecuzione e di organizzazione”.

“Per realizzarlo, hanno partecipato al tavolo tecnico anche cinque pescatori, ognuno espressione di un diverso strumento di pesca”, prosegue l’assessore Pinna. “La scelta è stata motivata dalla necessità di assicurare piena tutela a ciascuna categoria di pescatori. Nostra priorità è che tutti trovino pieno soddisfacimento nella proposta condivisa”.

“Del resto, il rispetto delle regole dà garanzia dell’incremento della risorsa, che viene valorizzata in termini di reddito”, conclude l’assessore alla pesca. “Auspichiamo che il vero punto d’arrivo sia il prodotto di un’Area marina rigogliosa. Un prodotto di pregio, con un grande valore di mercato. E perché no, accompagnato da una certificazione di qualità!”.

Per conoscere nel dettaglio il progetto pilota “Pescare oggi per domani”, è possibile visitare il sito del WWF.

Lunedì, 25 maggio 2020

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