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Settore vitivinicolo, vendite ridotte quasi del 70%. Come ripartire?

Coldiretti Sardegna e un primo dossier sul vino dopo l'emergenza coronavirus

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Settore vitivinicolo, vendite ridotte quasi del 70%. Come ripartire?
Dati e proposte da Coldiretti Sardegna dopo un’indagine su un campione di 52 cantine

Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, vendite ridotte di circa il 65% in valore e del 68% per numero di bottiglie, con punte del 100% per alcune cantine. E le previsioni per i prossimi sei mesi non sono incoraggianti. Gli oltre due mesi di lockdown a causa dell’emergenza coronavirus sono costati cari anche al settore vitivinicolo sardo.

Lo conferma il primo dossier sul settore, elaborato da Coldiretti Sardegna: frutto di un’analisi approfondita su un campione significativo di cantine, 52, distribuite uniformemente su tutto il territorio regionale e di dimensioni variabili, espressione di una produzione di 193.463 ettolitri di vino (oltre il 55% del totale prodotto nell’Isola nella annata 2019) e circa 21 milioni di bottiglie.

“È un’indagine dal basso, con le aziende protagoniste”, spiega il presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu, “che consente di avere una radiografia del settore vitivinicolo dopo l’esplosione del coronavirus e l’adozione delle limitazioni da parte del Governo. Ne emerge un quadro completo, con produzioni e mercati di rifermento, e perdite dovute al lockdown, per concludersi con le proposte sugli strumenti da adottare per attutire il pesante colpo e poter ripartire che abbiamo presentato in Regione”.

I numeri. Nonostante sia uno dei settori più dinamici e innovativi dell’agricoltura sarda, anche il settore della viticoltura ha risentito degli effetti collaterali ed economici del coronavirus. Un settore che rappresenta circa l’1,5% della produzione italiana (prima produttrice al mondo di vino) si distingue per l’altra qualità, con circa l’80% della produzione a marchio Doc e Igp.

Le conseguenze sono da ricercarsi sopratutto nella chiusura di uno dei mercati di riferimento, l’HoReCa (hotel, ristoranti e catering), ed in generale dall’isolamento forzato delle persone, fattore antagonista del consumo del vino, che nella nostra cultura si ama bere in compagnia.

I mercati. Dal report di Coldiretti Sardegna emerge che il 47% del mercato di riferimento del vino sardo è rappresentato appunto dal settore HoReCa, cui segue il canale delle enoteche e wine bar (20%), della vendita diretta (17%) e della GDO (16%).

L’area geografica di riferimento per le vendite è principalmente il mercato isolano (56%), seguito dal mercato nazionale continentale (23%).

Le aree geografiche di riferimento, in termini di valore ultimi 3 anni (%), sono: la Sardegna con il 56 %; resto d’Italia 23 %, i Paesi europei 11 %, ed infine, i Paesi extra UE con il 10 %.

Il crollo. Le perdite per i mesi di lockdown rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente sono del 68% in numero di bottiglie e del 65% in valore, maggiormente accentuato nelle aziende che si rapportano principalmente con il canale HoReCa, dove si registrano cali del 90% e 100%.

Non promettono nulla di buono le previsioni per i prossimi sei mesi, anche se difficilmente determinabili in quanto legate all’andamento del virus e alle decisioni che saranno assunte dal Governo nazionale e dalla Giunta regionale in particolare per il periodo delle ferie estive. Le aziende, infatti, stimano, per i prossimi sei mesi perdite di circa il 64% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Le soluzioni. Le proposte delle aziende coinvolte nell’indagine si possono sintetizzare in richiesta di liquidità, meno burocrazia e conseguente velocità nell’attuazione degli interventi e promozione dei vini nei mercati interni ed esteri.

La misura maggiormente attesa dalle aziende è sicuramente quella che garantisce immediata liquidità, con strumenti finanziari a tassi ridotti o azzerati per far fronte ai minori o mancati incassi. Ma anche aiuti a fondo perduto e accelerazione nella spesa dei fondi comunitari e regionali per le domande di sostegno già presentate per diverse annualità. Si chiedono però anche investimenti per migliorare i trasporti e la mobilità da e per la Sardegna, sia delle persone che delle merci, oltre a programmi di promozione dei vini sui mercati esteri ed interni e sul turismo.

“Anche in questo momento cosi difficile in cui la viticoltura è messa a dura prova, i vignaioli si dimostrano maturi e lucidi dando uno spaccato della crisi dovuta all’emergenza e proponendo delle soluzioni finalizzate al mercato con aiuti diretti ed indiretti”, afferma il direttore di Coldiretti Sardegna, Luca Saba. “Ciò che chiediamo alla Regione, insieme alle aziende attraverso il report che abbiamo presentato, è sburocratizzazione e immediatezza nell’attualizzare gli interventi per non vanificare un lavoro importante portato avanti negli ultimi decenni, che grazie agli investimenti e all’innovazione ci hanno consentito di ritagliarci una fetta di mercato, sebbene piccola, di altissima qualità”.

Proposte Coldiretti Sardegna. “Alla Regione stiamo presentando un pacchetto di interventi per 8 milioni di euro”, spiega il presidente Battista Cualbu, “necessario per non perdere fette importanti di mercato, non deprezzare il prodotto e garantire allo stesso tempo le condizioni minime per poter programmare e lavorare nella prossima annata”.

Le proposte sono di maggiori fondi per il Pns investimenti; l’integrazione cospicua dei fondi per la distillazione rispetto a quelli previsti dal Governo, da destinare a circa il 30% dei vini bianchi e rosati, consentendo di svuotare le cisterne da utilizzare nella imminente nuova annata, non far crollare il prezzo con le sovrapproduzioni e allo stesso tempo sperimentare anche un alcool 100% sardo; aumentare la percentuale di taglio consentita oltre il 15% dando la possibilità alle cantine di riversare nella nuova annata parte del prodotto invenduto a causa del Covid; il pegno rotativo per affinamento dei vini e una campagna di comunicazione per promuovere il vino nei mercati esteri e interni; promuovere una importante campagna di comunicazione per il vino nei mercati esteri e locali.

Martedì, 19 maggio 2020

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