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Professionisti in difficoltà, cinque idee per aiutarli a resistere

Una proposta alla Regione su affitti, investimenti, supporto alla madri lavoratrici e credito

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Professionisti in difficoltà, cinque idee per aiutarli a resistere
Una proposta alla Regione su affitti, investimenti, supporto alle madri lavoratrici

I professionisti sardi chiedono aiuto alla Regione, con cinque proposte capaci di sostenere il reddito e consentire alle loro attività una prospettiva di sopravvivenza. L’appello è firmato da quattro organizzazioni di categoria: Confprofessioni Sardegna, Confederazione Associazioni Professionali, Colap (Coordinamento Libere Associazioni Professionali) e l’associazione dei freelance Acta.

Le cinque linee d’intervento riguardano un contributo agli affitti, un sostegno al reddito, un sostegno agli investimenti in strumenti “smart”, un contributo per le professioniste e le lavoratrici autonome che hanno visto aumentare l’impegno in famiglia e, infine, la copertura degli oneri finanziari legati agli strumenti del “Decreto liquidità”.

In una lettera inviata al presidente della Regione Christian Solinas e agli assessori alla Programmazione Giuseppe Fasolino e al Lavoro Alessandra Zedda, le quattro associazioni hanno infatti messo in evidenza la necessità di supportare – oltre a lavoratori dipendenti e imprese – anche gli oltre 28 mila professionisti che operano sul territorio e generano più del 14 per cento del Pil in Sardegna. Un settore che risulta tra i più colpiti dall’emergenza sanitaria da coronavirus.

Per quanto riguarda la questione degli affitti, i provvedimenti nazionali ad oggi hanno escluso dal contributo gli studi professionali. La Regione Sardegna, che ha già stanziato 5 milioni di euro per il contributo affitti alle famiglie, potrebbe dunque provvedere nei confronti dei professionisti con una nuova misura.

“È inoltre necessario che venga varato uno strumento di sostegno al reddito” si legge nella lettera scritta dalle quattro associazioni, “che preveda un contributo a fondo perduto per i professionisti quale sostegno al reddito della fascia più debole (compensi inferiori a 35 mila euro). Già altre Regioni, come la Campania hanno previsto un “Bonus professionisti/lavoratori autonomi” una tantum di mille euro, e in Consiglio regionale è depositata una articolata proposta di legge per l’utilizzo a tal fine delle risorse disponibili sui fondi Fesr 2014/2020, immediatamente utilizzabili”.

Secondo i rappresentanti dei professionisti, “occorre ideare uno strumento che risponda prontamente alle nuove modalità di smart working imposte dall’emergenza sanitaria per tutti quei professionisti e free lance che devono e dovranno lavorare dalle proprie abitazioni, limitando al massimo i propri spostamenti. Per questo si propone di varare un bando che contempli il rimborso delle spese sostenute per l’acquisto
di materiale informatico, hardware e software, volto a consentire prestazioni di servizi in remoto”.

Le ultime due misure riguardano invece un contributo per le professioniste e le lavoratrici autonome che stanno affrontando un incremento del lavoro di cura familiare, e la copertura degli oneri finanziari afferenti gli strumenti del “Decreto liquidità”. Con la prima, si vuole sostenere le donne lavoratrici che trovano in questo periodo a caricarsi un surplus di lavoro domestico e di cura, non retribuito, che diminuisce o azzera le possibilità di produrre reddito con l’attività professionale.

Le quattro sigle chiedono dunque di prevedere nell’immediato un sostegno economico “a sportello” destinato alle professioniste/autonome con figli entro i 15 anni, che ricompensi l’enorme sforzo di lavoro di cura loro richiesto in questo periodo e fino alla riapertura delle scuole, attingendo a fondi del Fondo Sociale Europeo destinati alla conciliazione e non ancora utilizzati, ovvero a risorse proprie della Regione.

Infine, se il punto di forza delle misure messe in atto dal Governo è la capacità di mobilitare ingenti risorse attraverso lo strumento della garanzia, per le quattro sigle “il punto di debolezza è costituito dall’onerosità dei finanziamenti, che dovranno sopportare i normali tassi praticati sul mercato, seppur mitigati dalla presenza della garanzia. Per questo motivo si propone di impegnare parte delle risorse afferenti i Fondi strutturali europei per la copertura degli oneri finanziari sopportati da imprese e professionisti che accederanno al Fondo centrale di garanzia per le piccole e medie imprese”.

Giovedì, 30 aprile 2020

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