Bar e ristoranti in pericolo. Confcommercio: "Dal governo risposte parziali. Ecco cosa serve" - LinkOristano
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Bar e ristoranti in pericolo. Confcommercio: “Dal governo risposte parziali. Ecco cosa serve”

Rilanciate da Oristano le richieste della Federazione Italiana Pubblici Esercizi

Bar e ristoranti in pericolo. Confcommercio: “Dal governo risposte parziali. Ecco cosa serve”
Rilanciate da Oristano le richieste della Federazione Italiana Pubblici Esercizi

La sede della Confcommercio di Oristano

Anche dalla Confcommercio di Oristano si leva una voce a favore di ristoranti e pubblici esercizi che lo stop legato all’emergenza sanitaria del coronavirus sta mettendo in serio pericolo. La confederazione provinciale fa da eco alle richieste avanzate al governo dal Presidente di Fipe-Confcommercio, Lino Stoppani, “per salvare un pezzo del nostro sistema produttivo”.

In particolare si chiedono “risorse vere a fondo perduto per le imprese parametrate alla perdita di fatturato; moratoria sugli affitti: serve una compensazione per il periodo di chiusura e per il periodo di ripartenza; cancellazione imposizione fiscale come Imu, Tari, affitto suolo pubblico e altre imposte fino alla fine del periodo di crisi e sospensione pagamento delle utenze; prolungamento degli ammortizzatori sociali fino alla fine della pandemia e sgravi contributivi per chi manterrà i livelli occupazionali e reintroduzione dei voucher per il pagamento del lavoro accessorio; possibilità di lavorare per asporto, come avviene in tutta Europa; concessione di spazi all’aperto più ampi nel periodo di convivenza con il virus, per favorire il distanziamento sociale e permettere agli esercizi di lavorare e un piano di riapertura con tempi e modalità certe condiviso con gli operatori del settore, per permettere a tutte le imprese di operare in sicurezza”.

“Gli interventi messi in campo dal Governo sono solo una risposta parziale”, scrivono dalla Confcommercio Oristano. “La liquidità non è ancora arrivata, la garanzia al 100% dello Stato per importi massimi di 25.000 euro è una cifra lontanissima dalle effettive esigenze delle imprese per far fronte agli innumerevoli costi da sostenere, la burocrazia rimane soffocante appesantendo addirittura le stesse procedure degli ammortizzatori sociali obbligando, di fatto, le imprese ad anticipare i pagamenti”.

“Sulle tasse, inoltre, non ci sono state cancellazioni ma solo un differimento, per di più con la beffa di dover rischiare di pagare l’occupazione di suolo pubblico stando forzatamente chiusi e la tassa su rifiuti virtuali visto che di rifiuti non ne sono stati prodotti”, si legga ancora nel post di Confcommercio Oristano che sposa le dichiarazioni di Stoppani secondo cui: “Con la riapertura del Paese gli italiani rischiano di non trovare più aperti né il bar sotto casa, né la trattoria di quartiere”.

La crisi nel settore di ristorazione, intrattenimento, turismo e pubblici esercizi, secondo i dati diffusi da Fipe – Confcommercio, produce 30 miliardi di euro di perdite, 50 mila imprese a rischio chiusura e 300 mila posti di lavoro persi.

Lunedì, 20 aprile 2020

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