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Il contestato impianto di smaltimento dei fanghi di depurazione resta aperto

La Provincia non revoca le autorizzazioni alla società, dopo le contestazioni a Magomadas

Impianto Geco Magomadas.

Il contestato impianto di smaltimento dei fanghi di depurazione resta aperto
La Provincia di Oristano non revoca le autorizzazioni alla società, dopo le contestazioni a Magomadas

L’impianto per il trattamento dei fanghi di depurazione di Magomadas può continuare ad operare. La Provincia di Oristano ha chiuso la conferenza di servizi tenutasi a febbraio a Oristano, dichiarando che non vi sono ragioni per annullare in sede di autotutela le autorizzazioni precedentemente concesse alla società Geco.

Respinte nell’atto firmato dal dirigente Luciano Casu, le diverse osservazioni su presunte violazioni normative, mosse dal Comitato civico locale e da diversi altri soggetti che avevano chiesto lo stop dell’impianto, in seguito ai gravi disagi denunciati dalle popolazioni locali per i cattivi odori e la continua presenza di insetti nocivi, ma soprattutto per le ricadute sul territorio che questa attività avrebbe potuto comportare.

Le motivazioni contenute nel provvedimento della Provincia di Oristano
Dal verbale della conferenza di servizi del 21/02/2020, dai pareri/note pervenuti da parte degli Enti non partecipanti alla conferenza, così come dalla documentazione inviata dalla Geco s.r.l., dal Consorzio di tutela e dai Comuni di Magomadas e Tresnuraghes, non emergono elementi che possano portare all’annullamento in autotutela della Determinazione n. 1283 del 24/10/2018, stante:

quanto all’asserita collocazione a distanza inferiore a 300 metri dal centro abitato del Comune di Magomadas, la storicità dello stabilimento della Geco s.r.l. attivo dal 2003 (prima, fra l’altro, della delimitazione del centro abitato da parte del Comune di Magomadas, intervenuta con Deliberazione di Giunta Comunale n. 6 del 23/01/2015) e la sua peculiare collocazione urbanistica in area D “Industriale, artigianale e commerciale”, specificamente vocata agli insediamenti produttivi; che il Comune di Magomadas, fin dall’anno 2003, si è più volte interfacciato con la realtà industriale in questione, senza mai sollevare rilievi di sorta quanto alla sua collocazione; il deliberato della Regione Sardegna DGR 20 Giugno 2000, n. 26/6 nella parte in cui distingue le aree di Fase I; Fase II; Fase III, e gli adeguamenti di cui alla DGR 69/15 del 23.12.2016 che ha approvato il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, applicabile anche ai rifiuti speciali;

quanto all’asserita collocazione a una distanza inferiore a 1.000 metri dalle scuole del Comune di Magomadas, l’inapplicabilità di tale criterio in quanto previsto per i soli impianti di gestione dei rifiuti che effettuano operazioni D e R1, ciò che non è nel caso della Geco s.r.l. (autorizzata per operazioni in R13, R3 e R5) così come statuito dalla DGR 69/15 Regione Sardegna e puntualmente rilevato in sede di conferenza del 21.02.2020;

quanto all’asserita collocazione a meno di 3.000 metri dai centri abitati dei Comuni limitrofi di Determinazione n. 394 del 10/04/2020 pag.3/ 5 Tresnuraghes, Flussio, Tinnura, Modolo, l’inapplicabilità di tale criterio (riferito ai soli impianti che trattano fanghi di depurazione destinati al diretto riutilizzo in agricoltura) alla tipologia di impianto di Geco s.r.l., come precisato anche dallo stesso Servizio di Tutela del Territorio Assessorato della Difesa dell’Ambiente della Regione Sardegna nella conferenza di servizi del 21/02/2020;

quanto all’asserita collocazione in area vocata alla produzione del vino Malvasia di Bosa, il rispetto delle previsioni del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, la storicità dello stabilimento della Geco s.r.l., l’interpretazione delle previsioni del Piano (sostenuta dallo stesso Servizio di Tutela del Territorio-Assessorato della Difesa dell’Ambiente della Regione Sardegna nella conferenza di servizi del 21/02/2020) nel senso di evitare che coltivazioni storiche siano eliminate per far posto ad un impianto di gestione di rifiuti e, inoltre, l’inserimento dello stabilimento (al pari di diversi vigneti di Malvasia ad esso circostanti) in zona D “Industriale, artigianale, commerciale” da parte del Piano Urbanistico Comunale (“PUC”) di Magomadas.

Così che non appaiono condivisibili le osservazioni del Consorzio di tutela, con la richiesta protezione di terreni non prevista né dal Piano Regionale di Gestione de Rifiuti né dal PUC comunale; vista la conformità di cui alla certificazione di destinazione urbanistica espressa dal comune competente nonché il parere favorevole dal punto di vista urbanistico espresso dallo stesso Comune di Magomadas in sede di conferenza 21.02.2020;

quanto all’asserito mancato rispetto delle fasce stradali, il corretto distanziamento dello stabilimento di Geco s.r.l. sia dalla S.S. 292 e dalla S.P. 35 sia dalla vicina strada comunale (assorbita ed inglobata dalla strada di circonvallazione di Tresnuraghes), appare insussistente tenuto conto dei commi 3 e 8 dell’art 26 Regolamento di attuazione del Codice della Strada approvato con D.P.R. 495/1992 e anche alla luce degli atti intercorsi tra il Comune di Magomadas e la società interessata, aventi ad oggetto la convenzione urbanistica diretta all’edificazione che ha tenuto conto delle fasce di rispetto; nonchè la riduzione del dimensionamento dell’area edificabile, operata dal comune, al fine di uniformarla a tale tutela; pertanto, non sussistono i presupposti di illegittimità, di violazione di legge, di eccesso di potere o di incompetenza ai sensi dell’art. 21-octies, L. 241/1990 della Determinazione n. 1283 del 24/10/2018 per poterne così disporne l’annullamento d’ufficio”.

Reazioni. La notizia è stata accolta con grande disappunto dal Comitato civico che ha annunciato una presa di posizione e nuove iniziative.

La procura di Oristano all’inizio dell’anno aveva aperto un fascicolo sull’iniziativa imprenditoriale.

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