Il giudice ordina: "La malata di tumore si curi a Oristano e non a Nuoro" - LinkOristano
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Il giudice ordina: “La malata di tumore si curi a Oristano e non a Nuoro”

La paziente aveva dovuto rinunciare alle terapie salvavita a causa di gravi problemi che le impedivano il trasferimento

Chemio

Il giudice ordina: “La malata di tumore si curi a Oristano e non a Nuoro”
La paziente aveva dovuto rinunciare alle terapie salvavita a causa di gravi problemi che le impedivano il trasferimento

Dovrà ricevere la somministrazione dei farmaci salvavita nell’ospedale San Martino di Oristano, la pensionata oristanese, malata di tumore a cui era stata negata questa possibilità, viste le sue condizioni precarie di salute e l’impossibilità quindi di raggiungere l’ospedale di Nuoro, al quale era stata destinata. Lo ha disposto il giudice del lavoro del tribunale di Oristano Salvatore Carboni, al quale si era rivolta la donna, rappresentata dall’avvocato Rossella Oppo, e sostenuta anche dalle associazioni Adiconsum, Cittadinanzattiva, Komunque donna e Belle donne, intervenute anche loro nell’azione legale. Il 20 febbraio scorso il giudice del Tribunale di Oristano Valentina Santa Cruz si era dichiarata incompetente, girando il fascicolo al tribunale del lavoro che ha accolto l’istanza urgente della paziente oristanese.

L’Amministrazione regionale e l’ATS si erano opposti, ribadendo l’impossibilità di effettuare le particolari cure a Oristano, in quanto la struttura ospedaliera del San Martino non è inclusa fra i centri autorizzati a prescrivere il farmaco innovativo di cui la paziente ha bisogno, e perchè  il servizio di Oncoematologia, che pure opera da anni a Oristano, non è inserito negli appositi strumenti di pianificazione  della regione e quindi non sarebbe abilitato a somministrare alcun chemioterapico.

Il giudice del lavoro, però, ha accolto in pieno le argomentazioni della paziente che chiedeva il riconoscimento del diritto a tutelare la propria salute, sancito dalla Costituzione. Il giudice Carboni nella sua sentenza, inoltre, ha fatto un riferimento anche al rischio a cui la paziente di Oristano verrebbe esposta col trasferimento a Nuoro, vista l’emergenza coronavirus, che ha pesantemente coinvolto anche l’ospedale San Francesco.

Il commento. “Le Associazioni”, si legge in una nota delle associazioni Adiconsum, Cittadinanzattiva, Komunque donna e Belle donnene, “nel ritenere che un mero cavillo burocratico di rimpallo di competenze e verosimilmente di inefficienza amministrativa” non possa pregiudicare il diritto alla salute, il diritto a ricevere dignitosamente delle cure e, sopratutto, il diritto all’esistenza in vita, esprimono grande soddisfazione e felicità per l’importante pronunciamento che permetterà alla paziente R.B. di ricevere tutte le appropriate cure salvavita”.

“Le Associazioni esprimono forte rammarico per la miopia dell’Assessore Regione alla Sanità, i funzionari preposti e l’ATS che hanno costretto una paziente a ricorrere al Giudice per vedersi riconosciuto il proprio diritto alla salute e alla vita, diritto che proprio coloro che si sono opposti avrebbero dovuto garantire”.

Martedì, 24 marzo 2020

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