Il campo da golf, ultimo scoglio per il piano turistico dell'Ivi a Torre Grande - LinkOristano
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Il campo da golf, ultimo scoglio per il piano turistico dell’Ivi a Torre Grande

Confronto pubblico a Oristano sull'iniziativa che prevede anche la realizzazione di diverse unità immobiliari. Favorevoli e contrari

Il campo da golf, ultimo scoglio per il piano turistico dell’Ivi a Torre Grande
Confronto pubblico a Oristano sull’iniziativa che prevede anche la realizzazione di diverse unità immobiliari. Favorevoli e contrari

Foto di Marta Mereu

È soprattutto la realizzazione di un nuovo campo da golf  al centro delle contestazioni di quanti si oppongono alla nascita del complesso turistico e immobiliare dell’Ivi petrolifera nella pineta di Torre Grande. È quanto emerso questo pomeriggio a Oristano, nel corso della procedura pubblica dello studio di impatto ambientale dell’iniziativa imprenditoriale.

Alla presenza degli ingegneri del Servizio valutazioni ambientali della Regione Sardegna, i tecnici dell’azienda proponente hanno presentato il progetto, gli impatti attesi e le misure di mitigazione.

Proprio il campo da golf è stato inserito nel programma con una variante del 2012. Una scelta strategica attuata, secondo quanto riferito dai tecnici dell’Ivi, per valorizzare e destagionalizzare l’offerta turistica nell’Isola. Il campo è stato progettato da un architetto americano seguendo un profilo di sostenibilità ambientale, con necessità di ridotto utilizzo di acqua e poca manutenzione.

Due le tipologie di buche presenti: 9 saranno interne alla pineta e 9 esterne. All’interno della pineta le buche saranno ospitate nelle fasce parafuoco.

“Il campo da golf avrà massima sostenibilità”, ha riferito l’agronomo Terenzio Scano, tecnico della Ivi petrolifera. “Abbiamo cambiato il disegno per evitare l’irrigazione, con notevole risparmio idrico. Per tappeto erboso utilizzeremo essenze più vicine al nostro clima”.

La pineta, per un totale di circa 100 ettari, sarà delimitata con siepi e staccionate il legno e accessi pedonali sempre aperti.

Per lasciare spazio alle buche è previsto un esbosco totale di 20,8 ettari circa, ma ci sarà una compensazione di rimboschimento di 18,5 ettari messi a disposizione dal comune a Torre Grande, nell’area grandi eventi, e a Massama. A questi si aggiungeranno circa 4 ettari nella fascia di transizione e tra Brabau e Torre Grande, dove  troveranno dimora piante di ginepro e pini.

Nell’insieme il programma turistico immobiliare, curato da un gruppo di 40 specialisti in diverse discipline, comprende, oltre al campo da golf, con annesse strutture, un insediamento turistico integrato, un revamping dell’area, un depuratore e la riqualificazione ambientale, dunale, costiera e di viabilità.

Due macro aree compongono il progetto, più un terzo piccolo insediamento. Le aree saranno divise in base alla destinazione: la zona più vicina alla strada provinciale ospiterà 34 residenze turistiche stagionali (alcune con piscina), per un totale di 200 posti letto. Nella zona più interna sorgerà la struttura puramente alberghiera, con 360 posti letto, suddivisi in 4 corpi fabbrica che si affacciano tutti nella stessa piazza. Un indice di costruzione che i tecnici hanno definito molto basso.

Tutti gli edifici non supereranno la vegetazione. Saranno alti 7 metri, ad eccezione di uno che raggiungerà i 9 metri.

“La società proponente”, ha riferito l’architetto Aron Murgia, della Ivi petrolifera, “si è vincolata a realizzare opere di urbanizzazione secondaria per oltre 2 milioni di euro”.

L’occupazione attesa dal progetto è di 75 posti diretti, più l’indotto.

La presentazione del progetto ha scaldato gli animi dei partecipanti, che si sono divisi in contrari e favorevoli.

Contrari

Antonio Pinna, componente di un gruppo di cittadini contrari: “Il campo da golf rientra nella fascia dei 300 metri dalla battigia marina, nella quale c’è il vincolo di conservazione integrale del Piano paesaggistico regionale. Ci sono diverse sentenze della Corte costituzionale che parlano di co-pianificazione tra Stato e Regione, che in questo caso manca. Il Ministero bloccherà il progetto, siete consci di questo rischio?”.

Luciana Miglior, referente GriG Oristano: “Il piano particolareggiato forestale recita che la cessione a Comune e Consorzio di bonifica prevede che la pineta rimanga tale”.

Anna Corrias: “Ci sono interessi di imprenditorialità esterna ed estranea, non dei cittadini. Is Arenas corre voce stia fallendo, voi lo sapete?”.

Emanuele Scalas, ingegnere: “La bonifica non può essere inserita nel progetto perché è prevista per legge, non può essere un effetto di compensazione. E il confronto non è corretto sia fatto tra lo stato attuale della pineta e il progetto, ma andrebbe fatto tra le condizioni dopo la bonifica e il progetto”.

Anna Paola Erca: “Secondo me se una persona dovesse buttare un sacco di immondezza davanti a casa vostra, voi chiamereste la polizia e si multerebbe. La Ivi invece ha inquinato e voi gli regalate la pineta”.

Alfredo Camedda: “La pineta è patrimonio di Oristano, purtroppo la trasformazione in campo da golf cambierà completamente il volto del territorio. Non è un’ambiente naturale ed è una scelta poco rispettosa nei confronti dei cittadini di oggi e domani”.

Maria Grazia Fichicelli, presidente di Cittadinanzattiva: “A me il progetto non convince. Il bene pubblico che è l’ambiente non è cedibile. Tutti devono attingere qualcosa dal bene pubblico e questo progetto esclude la collettività oristanese. I posti di lavoro si creano anche valorizzando la pineta”.

Favorevoli

Francesco Cuppone, siciliano, da dieci anni trapiantato a Oristano: “Non si usa l’ideologia per contrastare progetti come questi. Se non volete questo, la prossima volta fatevi eleggere. I giovani dalla Sardegna scappano. Servono imprese che investano qui”.

Gianni Papi, ex assessore comunale al turismo di Bosa e giocatore di golf: “Non è vero che Is Arenas sta fallendo, i dipendenti prendono ancora lo stipendio e da quando c’è il campo da golf le specie animali sono aumentate. È il fabbisogno esagerato d’acqua è una favola che circola nel mondo del golf da 10 anni, i campi vengono fatti con la gramigna che va in dormienza in inverno e si risveglia a maggio”.

Favorevoli al progetto anche l’ex sindaco di Oristano, Guido Tendas e l’attuale, Andrea Lutzu.

“Quando alla conferenza del Savi sono intervenuti tutti gli Enti competenti, nessuno ha detto che il progetto non era fattibile”, ha esordito l’ex sindaco Tendas nel suo intervento. “I progetti non si possono fare nei bar, questa è la proposta di un’impresa che da 50 anni opera a Oristano e non ha mai licenziato nessuno”.

“I privati cittadini non hanno più diritti di un’impresa”, ha detto ancora Tendas, “È passato il tempo in cui il Comune poteva assumere. I posti di lavoro non si creano più nel pubblico, ma nelle imprese”.

“Bisogna sporcarsi le mani nello sviluppo del territorio”, ha concluso l’ex sindaco di Oristano. “Alcuni pareri sono aprioristici, anche la pineta non è naturale”.

“Il procedimento è lungo”, ha detto il sindaco di Oristano, Andrea Lutzu, ma ha permesso a tutti di esprimersi e questo è sempre un bene”.

“Chiedo a Savi ed esperti di valutare tutti gli interventi odierni”, ha detto ancora Lutzu, “però bisogna arrivare a un obiettivo”.

“Io sono favorevole a questo progetto”, ha detto il sindaco della città”, non sono favorevole a ciò che qualcuno ha detto prima sul fatto che chi viene eletto decide, bisogna ascoltare i cittadini e poi avere la palle di prendere una decisione, che va presa”.

“Io rispetto le idee degli altri perché questo è alla base della democrazia. Nessuno ha la verità in bocca”, ha concluso il sindaco, “a qualcuno sta a cuore la pineta, ad altri il futuro dei propri figli e sono facce di una stessa medaglia”.

Foto di Marta Mereu

Mercoledì, 19 febbraio 2020

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