Serpentone d'auto sulla Statale 131 per l'ospedale di Ghilarza - LinkOristano
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Serpentone d’auto sulla Statale 131 per l’ospedale di Ghilarza

Nuova protesta promossa dal Comitato civico locale

Cagliari protesta ospedale Ghilarza

Serpentone d’auto sulla Statale 131 per l’ospedale di Ghilarza
Nuova protesta promossa dal Comitato civico locale

Annuncia nuove proteste il Comitato Civico per l’Ospedale Delogu bene comune GHILARZA che si sta battendo per il mantenimento dei servizi sanitari nel Guilcier. Ai primi di marzo un serpentone d’auto attraverserà la Statale 131. La manifestazione è stata annunciata con una lunga nota del Comitato che pubblichiamo di seguito.
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“Dalla piazza alla strada, la sordità della malaburocrazia e il silenzio della politica regionale ci spingono ad alzare il livello della protesta”.

Dopo le precedenti e ripetute manifestazioni, lo scorso 24 gennaio siamo scesi di nuovo in piazza con una seconda fiaccolata per chiedere ascolto e risposte ai soggetti politici e tecnici preposti al governo della Sanità Regionale. L’abbiamo fatto col sostegno sindacale della sola Federazione FSI USAE, che ha condiviso apertamente la nostra battaglia, e la presenza attiva dei Presidenti delle Unioni del Guilcier e del Barigadu, dei Sindaci e dei Consigli Comunali di Ghilarza, Abbasanta, Aidomaggiore, Ardauli, Boroneddu, Busachi, Norbello, Nughedu Santa Vittoria, Paulilatino, Santulussurgiu, San Vero Milis, Sedilo, Soddì, Sorradile e Tadasuni.

Ad oggi, però, manca ancora un pur minimo cenno di riscontro, dopo mesi e mesi di mobilitazione e di lotta di tutto il nostro territorio: il Punto di Primo Intervento di Ghilarza rimane ostinatamente chiuso e nessuna azione risolutiva è arrivata dalla politica o risulta promossa da parte dell’ATS e della ASSL di Oristano.

E, intanto, in questo tempo di sospensione del servizio, come evidenziato anche dalla stampa nei giorni scorsi, per raggiungere in casi urgenti e in tempi accettabili il Pronto Soccorso di Oristano, dai nostri paesi è necessario farsi scortare dalle macchine e dal personale della Polizia di Stato!

Al nostro territorio e ai suoi abitanti l’intero apparato, politico e burocratico, della Sanità Regionale non lascia, ormai, altra scelta se non quella di rimanere rumorosamente in campo e di far salire progressivamente il livello della protesta. Per tale ragione abbiamo avviato la prevista procedura presso le Autorità competenti per esercitare in forme più impattanti il nostro diritto costituzionale di libera manifestazione.

Nella nostra iniziativa non ci sarà improvvisazione o spirito di avventura, rimarremo nell’ambito della legge con attenzione e responsabilità ma, anche, con la fermezza e la determinazione di
chi pretende risposte.

Il prossimo 7 marzo, dalle 9.30 alle 12, manifesteremo sulla Carlo Felice, porteremo in strada i nostri automezzi, incolonnati in un serpentone che si muoverà a velocità contenuta
percorrendo circolarmente e per due ore il tratto stradale compreso fra il cavalcavia di Abbasanta e quello di Paulilatino.

Il Comitato è nato sulla spinta di un’onda di oltre 13.000 firme di sostegno raccolte in soli due mesi fra gli abitanti del Guilcier, del Barigadu, del Marghine e del Montiferru: a quegli stessi cittadini chiediamo adesso di organizzarsi da subito per mettersi in strada assieme a noi il 7 Marzo a gridare la rabbia e la speranza dell’intero territorio.

Non nascondiamo, certamente, la ferma volontà di continuare a coltivare la speranza che esista ancora un giudice a Berlino e che, prima o poi, anche noi possiamo riuscire a trovarlo!

In attesa del 7 Marzo abbiamo già avviato, all’interno del Comitato, un laboratorio sartoriale per la
preparazione di cento bandiere e stiamo lavorando per comporre un nostro Servizio d’Ordine, dopo aver già raccolto la disponibilità dei Sindaci del territorio a supportare l’azione di necessaria vigilanza con la presenza degli automezzi istituzionali e di quelli delle Compagnie Barracellari.

Nel contempo, stiamo raccogliendo le disponibilità di partecipazione sia dei singoli cittadini che delle Associazioni, che potranno continuare a segnalarsi liberamente attraverso contatti personali o per via telefonica o all’indirizzo mail comitato.ospedaleghilarza@gmail.com proponendo anche eventuali osservazioni e suggerimenti.

Non intendiamo abbaiare al vento ma vogliamo ribadire vigorosamente la richiesta di riconfigurazione operativa del Presidio Ospedaliero di Ghilarza nel Centro di Emergenza Territoriale previsto e connotato dalla Riforma approvata dal Consiglio regionale nella seduta del 25 ottobre 2017.

Non rivendichiamo un inattuabile servizio di Pronto Soccorso ma lottiamo per il mantenimento di un Punto di Primo Intervento h. 24, abilitato a trattare i Codici di Urgenza di livello 5 (verde) e 6 (bianco) e a procedere alla stabilizzazione dei pazienti di altro Codice, quando necessario, per facilitare il trasporto in sicurezza ad altra sede.

Non ci è sfuggito che, per oltre due anni, il provvedimento normativo del Consiglio Regionale è stato solo carta straccia per l’ATS e per l’ASSL di Oristano. Solo sotto la spinta della protesta popolare hanno finalmente prodotto un bando per individuare eventuali disponibilità per il Punto di Primo Intervento di Ghilarza. Lo hanno tenuto aperto per soli tre giorni (il periodo più breve in assoluto fra quelli di innumerevoli altri bandi!) con la certezza, crediamo, che non avrebbero ottenuto risultati, a conferma del loro noto ritornello ……. tanto nessuno vuole andare negli Ospedali delle zone marginali e periferiche.

E invece sì! Hanno raccolto due adesioni in tre giorni, proprio le due ancora necessarie per riaprire e
mantenere attivo il servizio.

A sorpresa, però, è arrivato il tradizionale colpo di coda: solo uno dei due operatori viene ammesso
mentre il secondo è scartato per carenza di titoli.

Una decisione priva di ogni spiegazione logica se si considera che Ghilarza è, comunque, un Punto di Primo Intervento e che l’operatore rifiutato non solo è uno che ha già proficuamente lavorato in tale Servizio ma è anche uno che, da tempo e ancora attualmente, opera nel Pronto Soccorso di un altro Ospedale.

Appare chiaro e manifesto, dunque, che, nel neghittoso silenzio della politica, per la malaburocrazia
continuano oscenamente a sopravvivere una legge per i romani dell’impero e una legge, diversa e nemica, per i barbari delle province.

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