Nuova diffida dei medici all'Assl: a rischio l'ospedale di Bosa - LinkOristano
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Nuova diffida dei medici all’Assl: a rischio l’ospedale di Bosa

Contestate ancora le trasferte per coprire le carenze d'organico

Ospedale Mastino Bosa

Nuova diffida dei medici all’Assl: a rischio l’ospedale di Bosa
Contestate ancora le trasferte per coprire le carenze d’organico

Una nuova diffida contro l’Assl di Oristano è stata inviata dai tredici dirigenti medici dell’Ospedale San Martino, ai quali è imposto di fare i pendolari negli ospedali di Ghilarza e Bosa, in regime di mobilità d’urgenza. La diffida è stata notificata anche all’Ispettorato del lavoro. C’è ora il rischio concreto che il provvedimento col quale si disponevano le trasferte per coprire le carenze di personale, possa essere congelato e che, a partire dalla settimana prossima, vengano sospesi alcuni servizi all’ospedale Mastino di Bosa.

L’attuale ingiunzione, segue una prima diffida inviata dagli stessi medici nel mese di dicembre e rimasta senza una risposta. Non solo, per non dover sospendere i servizi di pronto soccorso e medicina dell’ospedale di Bosa, la Assl di Oristano ha firmato un’altra disposizione indirizzata a uno dei medici della struttura complessa di Medicina interna che lo obbliga alla mobilità, fino domenica prossima 9 febbraio, nelle ore notturne. Al momento i medici di Oristano assegnati momentaneamente a Bosa sono due e la seconda mobilità scadrà il prossimo 14 febbraio.

Nella seconda diffida i professionisti ricordano come la dotazione organica del personale medico della Struttura complessa di Medicina interna del San Martino sia “gravemente insufficiente rispetto all’attività assistenziale da prestarsi: 58 posti letto nel reparto di Medicina Interna, cui si aggiunge il ‘carico’ dei pazienti in appoggio, da 5 a 20, per un numero di ricoveri annui superiore a 3 mila”.

“A fronte di una pianta organica che prevede la presenza di 6 medici, oltre al responsabile di Struttura”, si legge nella diffida, “soltanto 11 lavoratori sono effettivamente a disposizione per corprire i turni di servizio”. Alcuni di loro hanno alle spalle ‘straordinari’ di oltre 250 ore l’anno, qualcuno oltre 400.

In un comunicazione di metà gennaio la Assl di Oristano aveva giustificato i provvedimenti di mobilità come “eccezionali” e validi solo “per il tempo strettamente necessario a definire soluzioni alternative alla grave carenza di medici di Medicina interna e pronto soccorso” all’ospedale di Bosa.

L’avvocato dei medici del San Martino, Giacomo Doglio, fa notare alla Assl che sono stati violati “i più elementari obblighi di sicurezza”, in quanto ai medici ‘in trasferta’ non sono state fornite informazioni sui rischi dei nuovi ambienti di lavoro. Inoltre, a Bosa i ‘comandati’ provenienti da Oristano sono tenuti a coprire il turno di guardia notturna che coinvolge Medicina, pronto soccorso e chirurgia. Disciplina che, secondo quanto era scritto nella prima diffida, non era né equipollente né affine alle specializzazioni dei 13 medici, fra i quali ci sono internisti, reumatologici, specialisti in malattie infettive, geriatri, gastroenterologi ed endocrinologi.

L’Ordine dei Medici di Oristano aveva appoggiato i colleghi, sostenendo che ci fosse una violazione delle norme legislative e contrattuali in materia di orari di lavoro, mobilità e servizio di guardia, nonché del regolamento aziendale in materia di gestione del personale.

Mercoledì, 5 febbraio 2020

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