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In Sardegna nascono sempre meno bambini: situazione allarmante

Principali cause l'emigrazione e la disoccupazione giovanile. Il report della Cna Sardegna

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In Sardegna nascono sempre meno bambini: situazione allarmante
Tra le principali cause l’emigrazione e la disoccupazione giovanile. Il report della Cna Sardegna

È sempre più bassa la natalità in Sardegna. Se a livello nazionale le statistiche demografiche destano preoccupazione il dato regionale segna un calo strutturale allarmante. Nel corso del 2018 in Sardegna sono state registrate 9.438 nascite, 704 in meno del 2017 (-6,9%): rispetto al 2012 quasi un quarto delle culle sarde sono vuote (-24,2%). La flessione, attestata da un recente report della Cna Sardegna, è molto preoccupante se si considera che nello stesso periodo (2012-2018) la contrazione ha toccato il -17,7% in Italia e il -14,5% nel Mezzogiorno.

“Le scarse opportunità di inserimento lavorativo per le donne”, dicono il presidente regionale Pierpaolo Piras e il segretario regionale Francesco Porcu del Cna Sardegna, “associate ad una offerta socio-educativa carente, sono tra le principali cause dello slittamento dei progetti di genitorialità delle giovani coppie”.

“Questo pessimo risultato matura in un contesto caratterizzato da livelli di natalità già assai bassi ed in costante riduzione”, commentano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, riferendosi al fatto che, al 2018, il valore del quoziente di natalità in Sardegna è di 5,7 nati ogni mille abitanti, inferiore al valore medio nazionale (7,3) e di quello del Mezzogiorno (7,6)”.

Nel 2010 l’età media della popolazione sarda ha superato il valore nazionale giungendo nel 2019 a 46,8 anni (45,4 è la media nazionale e 44,3 quella del Mezzogiorno). Il crescente sbilanciamento della struttura demografica verso le classi di età più anziane, rileva il report della Cna, si riflette in una netta riduzione del numero di donne in età fertile.

Rispetto ai livelli del 2002, in Sardegna si contano quasi 85 mila donne in meno nella classe 15-49 anni: -20% in termini relativi, contro il – 8,2% nazionale e il -13% del Mezzogiorno. Ma lo sbilanciamento verso le classi di età più anziane si misura anche nella composizione interna delle donne in età feconda, e per questo il tasso di fecondità delle donne sarde è tra i più bassi in Italia, una media di 1,06 figli per donna contro un valore nazionale di 1,32 e una media del Mezzogiorno di poco inferiore (1,29).

Ad aggravare il dato strutturale contribuisce una situazione di disagio economico che riguarda soprattutto i giovani, evidenzia ancora il report dell’associazione artigiana: problemi reddituali e d’inserimento lavorativo inducono a ritardare l’ingresso nella vita riproduttiva. L’età media della madre al parto in Sardegna è di 32,5 anni, quasi un anno in più della media nazionale (31,9 anni) e del Mezzogiorno (31,7 anni). Il ritardo nella realizzazione dei progetti di vita familiare si riscontra anche in un tasso di nuzialità tra i più bassi in Italia, 2,9 matrimoni per mille abitanti nel 2018 contro i 3,2 della media nazionale ed i 3,9 del Mezzogiorno.

“È evidente che il consistente flusso di giovani in uscita dall’isola”, spiegano Piras e Porcu, “per mancanza di adeguate opportunità d’inserimento occupazionale rappresenti una delle principali cause della bassa natalità e del declino demografico: con un tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) che nel 2018 ha toccato il 35,7%, contro il 32,2% nazionale, la relazione stretta tra la situazione economica ed i fenomeni demografici risulta abbastanza evidente”.

“La bassissima natalità rappresenta un problema serio per la Sardegna”, concludono Pierpaolo Piras e Francesco Porcu. “L’implementazione di politiche efficaci mirate a supportare le classi più giovani nel proprio percorso personale di lavoro e famiglia deve stare ai primi posti dell’agenda politica, con l’obiettivo dichiarato di contrastare l’emorragia in atto e aumentare le capacità attrattiva dell’Isola rispetto ad altri contesti territoriali”.

Giovedì, 12 dicembre 2019

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