Ospedale Delogu: "Da lunedì si può riprendere a operare normalmente" - LinkOristano
Prima categoria

Ospedale Delogu: “Da lunedì si può riprendere a operare normalmente”

Intervento del Comitato dei cittadini di Ghilarza che lancia pesanti accuse

Ghilarza - Ospedale Delogu - Pronto Soccorso

Ospedale Delogu: “ci sono le condizioni per poter aprire lunedì”
Intervento del Comitato dei cittadini di Ghilarza che lancia pesanti accuse

Sulla vicenda della chiusura del Pronto Soccorso dell’ospedale di Ghilarza, riceviamo e pubblichiamo

La battaglia degli ultimi tre mesi, nuova e diversa, combattuta con l’arma non convenzionale del silenzio.

Nella nostra guerra per la salvezza del Delogu di Ghilarza è terminato, col 10 novembre, il tempo che avevamo programmato per la nostra battaglia con l’arma del silenzio, individuata e scelta nei giorni caldi della gravissima crisi d’agosto attraversata dai servizi ospedalieri di Primo Intervento e di  Medicina. Alla scadenza dei tre mesi abbiamo avuto, purtroppo, le risposte temute, che il Comitato ha valutato nel suo incontro periodico di mercoledì scorso.

Abbiamo registrato l’ostinata sottovalutazione di ATS, AREUS e ASSL di Oristano della necessità e  dell’urgenza di creare, nell’ambito di tutta l’area provinciale, un’organica cabina di regia per gestire in parallelo e dare sbocchi positivi allo stato di crisi permanente del Delogu di Ghilarza, del Mastino di Bosa e del S. Martino di Oristano.

Abbiamo registrato la evidente incapacità della ASSL di Oristano di governare i flussi di personale, in entrata e in uscita, sulla base di verifiche puntuali dello stato dei servizi e di una programmazione puntuale e articolata nel tempo.

Abbiamo registrato la sfrontata noncuranza con cui gli stessi burocrati ai quali il Consiglio Regionale ha affidato la responsabilità dell’esecuzione del Piano di Riforma delle Strutture Ospedaliere continuano a operare indisturbati per stravolgerlo nella sostanza.

Abbiamo registrato, nei fatti, l’indisponibilità dei responsabili e degli operatori sanitari di varia collocazione a condividere con le Amministrazioni locali, col territorio e col Comitato, che è impegnato a rappresentarlo, le scelte operative che hanno interessato il periodo estivo con ricadute pesanti e negative anche sul presente.

Abbiamo avuto conferma della cecità e della sordità delle rappresentanze politiche del Capoluogo Provinciale per la vita e le vicende degli Ospedali Minori, per il futuro del quadro complessivo dei servizi sanitari nell’Alto Oristanese e nella Planargia e per il progressivo indebolimento dello storico richiamo delle strutture sanitarie della città di Oristano a tutto vantaggio di quelle di Nuoro.

Il nostro periodo di silenzio ha sparso benzina sulla rabbia e sulla protesta del territorio, rinvigorite dall’ennesima crisi deflagrata in questi giorni che, per l’ulteriore riduzione del personale, ha determinato la paralisi del Centro di Emergenza Territoriale, indotta dalla chiusura del Punto di Primo Intervento e dal collasso del Reparto di Medicina: servizi che, dal 2018, aspettano vanamente la pur garantita copertura dei buchi di organico.

Siamo nuovamente ostaggio e vittime di quel periodico “vizio della rapina” che ha fatto dell’Ospedale di Ghilarza un carciofo da sfogliare. Le arti variegate e multiformi delle sirene incantatrici della Direzione della ASSL di Oristano avevano già prodotto, tempo fa, la migrazione ad Oristano di gran parte dei chirurghi in organico a Ghilarza. Poche settimane fa gli stessi cantori dello stantio ritornello “a Ghilarza non vuole andare nessun medico” hanno tentato la stessa operazione: promesse e ponti d’oro ai medici del reparto di Medicina del Delogu per un loro approdo volontario all’ospedale oristanese. Ma stavolta, fortunatamente, il senso di appartenenza al territorio e l’onestà e generosità di riconoscersi debitori nei confronti di una struttura che, con alti e bassi, li ha aiutati a crescere, sostenendo e stimolando la creazione e l’azione dell’importante Servizio Interterritoriale di Prevenzione e Cura dell’Alzheimer, ha spinto gli operatori ad un categorico rifiuto.

Sul Punto di Primo Intervento l’azione della ASSL è stata meno raffinata: si è limitata a non curare come dovuto la ricerca del personale indispensabile per garantirne la continuità operativa arrivando, poi, a ignorare e dirottare la disponibilità ripetutamente offerta da diversi medici che avrebbero potuto garantire la presenza del servizio. Avevano in mente di chiudere il servizio e l’hanno chiuso! Con l’operazione demenziale e delittuosa che può fare un capofamiglia che decide di sopprimere il figlio minore per attribuirne le risorse al suo primogenito.

A questo punto, però, la sfida è aperta: siamo convinti e certi che, come già nello scorso agosto, sia possibile anche oggi garantire la continuità dei servizi del Delogu, pur con azioni straordinarie e in stato di emergenza. L’Assessore Regionale e il Presidente della Commissione Sanità hanno dichiarato di avere in mano numeri e nomi di operatori disponibili a garantire la riapertura e il funzionamento del Punto di Primo Intervento e, per quanto riguarda il Comitato, anche noi abbiamo segnalazioni di ulteriori disponibilità.

Chi ha titolo, responsabilità e corrispondente remunerazione ordinaria per dare corso all’operazione metta, dunque, assieme numeri e nomi e si renderà conto, seppure obtorto collo, che non solo è possibile riaprire le porte del Punto di Primo Intervento fino all’arrivo dei nuovi operatori che stanno partecipando all’apposito corso regionale di formazione, ma è anche possibile colmare
immediatamente e in via di urgenza almeno parte dei vuoti di organico del reparto di Medicina, fino all’espletamento dei concorsi in itinere.

Ci sono tutte le condizioni perché, già da lunedì prossimo, l’Ospedale Delogu riprenda a operare nella normalità e non può essere che questa, dunque, la ferma richiesta del “Comitato dei cittadini per l’Ospedale Delogu bene comune”.

Considerato, infine, che è stato ventilata l’ipotesi di un utilizzo diretto delle Guardie Mediche, se c’è anche il coraggio di un salto in avanti da parte di chi ha la responsabilità e il dovere di garantire l’applicazione della Riforma varata dal Consiglio Regionale, si metta a sistema, ragionandone con le Organizzazioni Sindacali rappresentative dei lavoratori, anche del settore infermieristico, la misura straordinaria di tale utilizzo per far partire e avviare, proprio al Delogu di Ghilarza, il Progetto dell’Ospedale di Comunità!

In coda, possiamo chiedere alla Direzione della ASSL di Oristano di spiegare: perché a servizio attivo a Ghilarza sia stata sempre pressante la segnalazione del Pronto Soccorso del San Martino di una forte carenza di operatori e la continua richiesta di utilizzo di medici del Delogu e perché, invece, a servizio chiuso a Ghilarza (proprio nel senso di porta sbarrata!) il solo operatore rimasto rimanga inoperoso in sede e non supporti, come sarebbe naturale, la struttura logistica di Oristano? Perché a Ghilarza, in questi giorni di chiusura del Punto di Primo Intervento, il compito di accogliere i pazienti sia demandato alle Guardie Giurate anche solo per suggerire agli sfortunati di rivolgersi altrove, senza che le stesse o chi per esse li indirizzino, invece, per un primo contatto in termini cautelativi e di urgenza, verso la postazione del 118 presente nella sede ospedaliera con ambulanza medicalizzata?

Il Comitato dei cittadini per l’Ospedale Delogu bene comune
Per il Coordinamento
Raffaele Manca – Livio Deligia – Immacolata Boeddu

Venerdì, 15 novembre 2019

commenta