"La discarica a Morgongiori non la vogliamo". Pronti a dare battaglia - LinkOristano
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“La discarica a Morgongiori non la vogliamo”. Pronti a dare battaglia

Contestato il progetto previsto per la vecchia cava della Perlite. La cronaca dell'assemblea popolare

“La discarica a Morgongiori non la vogliamo”. Pronti a dare battaglia
Contestato il progetto previsto per la vecchia cava della Perlite. La cronaca dell’assemblea popolare

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Dalla nostra inviata Marta Mereu

A Morgongiori nascerà un comitato che intende opporsi alla realizzazione di una discarica per rifiuti non pericolosi nell’ex cava di perlite, a Serra Bingias. L’iniziativa è stata annunciata questo pomeriggio nel corso della presentazione pubblica del progetto e ha già raccolto adesioni nelle comunità dei vicini paesi di Ales e Uras. A Uras scenderà in campo anche l’amministrazione comunale, come hanno annunciato la sindaca Anna Maria Dore e il vice sindaco Antonio Melis, decisamente contrari all’iniziativa, contestata, inoltre, dall’Associazione ex esposti amianto.

Le ragioni di queste opposizioni sono legate ai timori per le possibili ricadute ambientali e sulla salute dei cittadini.

Rassicurazioni a questo proposito sono giunte, invece,  dal progettista, Giuseppe Frongia e dagli imprenditori, Aldo Mazzola e Salvatore Canu, delle società A&T Project Srl ed  Eurodemolizioni, che hanno preso parte all’incontro di questo pomeriggio, al quale non è intervenuta  l’amministrazione comunale di Morgongiori. Un incontro inserito nell’ambito della procedura di valutazione ambientale attivata dalla Regione.

Il progetto. Il progetto nasce dalla volontà dell’Amministrazione comunale di perseguire una valorizzazione economica dell’ex sito di cava, concretizzata con una specifica manifestazione di interesse, nel 2017,  per valutare proposte progettuali da parte di soggetti privati. Nell’ambito di questa manifestazione di interesse la società A&T Project s.r.l. ha proposto la realizzazione di una discarica per rifiuti speciali non pericolosi e il ripristino ambientale del sito estrattivo. La proposta ha trovato il favore del Comune di Morgongiori.

La scelta della realizzazione della discarica, è stato spiegato, è caduta sull’ex cava a Serra Bingias a causa dell’assenza di vicoli ambientali escludenti (la zona, infatti, secondo le valutazioni ambientali, non sarebbe a rischio idrogeologico e non presenterebbe aree protette). Ancora, dall’esigenza di contenere i conflitti d’uso della risorsa suolo, come per esempio con l’uso agricolo; e la bassa vulnerabilità dell’acquedotto. Il terreno in quella zona viene considerato a bassa permeabilità e la falda sufficientemente profonda. Anche la distanza dai centri abitati, superiore ai 3,5 chilometri, ha contribuito nella scelta della zona, così come l’assenza di aste fluviali e la direzione dei venti dominanti rispetto ai principali ricettori.

“I venti dominanti”, ha spiegato il progettista, Giuseppe Frongia, “soffiano dai quadranti occidentali e i cosiddetti bersagli sono a occidente. È, quindi, verso la discarica e non viceversa che si muove l’eventuale inquinamento atmosferico”.

Il sito, inoltre come ha affermato il tecnico, risulta idoneo anche perché presenta una barriera geologica naturale, contraddistinta da spessori e permeabilità che sono un’efficace protezione rispetto al rischio di infiltrazione di inquinanti nel sottosuolo.

“Il progetto”, ha spiegato ancora Frongia, “è in sintonia con le attuali previsioni del Piano Regionale per la gestione dei rifiuti speciali in termini di volumetrie per il conferimento dei rifiuti speciali in discarica e soddisfa un bisogno regionale non soddisfatto, in particolare per una volumetria di 150 mila metri quadri per quanto riguarda i rifiuti speciali non pericolosi da utenze diffuse e 25 mila metri quadri per i rifiuti contenenti amianto”.

Il conferimento massimo annuo in discarica sarà di circa 88 mila tonnellate, con un volume di traffico molto limitato, di circa 10 automezzi al giorno.

I rifiuti da smaltire saranno per il 20% rifiuti delle operazioni di costruzione e demolizione e l’80% da rifiuti prodotti da impianti di trattamento dei rifiuti, impianti di trattamento delle acque reflue fuori sito e dalla potabilizzazione dell’acqua e della sua preparazione per uso industriale.

A conclusione dello scarico dei rifiuti, stimato in 4 anni circa, il progetto prevede la sistemazione del sito con una conformazione collinare.

I lavori di costruzione della discarica saranno affidati a ditte locali, con un investimento di oltre 3 milioni.

Il progetto, secondo quanto annunciato durante la presentazione degli imprenditori, avrà anche delle ricadute sul territorio in termini di assunzioni.

“La gestione ordinaria della discarica presuppone un organico di 4 lavoratori”, ha affermato Aldo Mazzola, della società A&T Project s.r.l. “Si aggiungono poi i benefici indiretti legati alle attività di trasporto per il conferimento di rifiuti e lo smaltimento del percolato, le spese per il monitoraggio ambientale, i costi di manutenzione degli impianti e il servizio di vigilanza”.

Per la concessione dell’area, la società proponente corrisponderà al Comune di Morgongiori oltre trecentomila euro in quattro anni, sommando una quota fissa e una variabile, in funzione dei flussi di rifiuti annuali conferiti.

Le obiezioni. A muovere le principali obiezioni alla realizzazione dell’impianto l’amministrazione di Uras, rappresentata questo pomeriggio dal sindaco Anna Maria Dore e dal vicesindaco Antonio Melis. Tra le critiche principali al progetto la vicinanza della discarica al centro abitato e la presenza in prossimità dell’impianto di diversi pascoli, tra i quali, anche quelli della famiglia del deputato del Movimento 5 stelle, Luciano Cadeddu.

Obiezioni legate soprattutto alla salute dei cittadini sono state mosse da Giampaolo Lilliu, presidente dell’Associazione ex esposti amianto: “Per 22 anni”, ha detto Lilliu, “noi abbiamo lavorato l’eternit con le stesse rassicurazioni e la promessa del lavoro. Non credeteci, dobbiamo dire no”.

“Non c’è sicurezza quando c’è di mezzo questa fibra”, ha detto ancora Lilliu, “smettiamola, perché stiamo morendo”.

Un appello ai giovani è stato lanciato da Gavino Cocco, ingegnere del paese che in passato ha contribuito a riforestare la zona con una cooperativa locale: “Amate le aree del paese in cui vivete”, ha affermato. “Sono zone che non devono avere padroni. Non sono feudi privati dell’amministrazione”, ha aggiunto Cocco nel suo intervento, chiedendo al sindaco di Morgongiori Renzo Ibba, che – ha ricordato – ricopre anche una carica amministrativa all’interno del Consorzio del parco del Monte Arci, di proporre l’assunzione e la formazione di guide ambientali.

Diversi anche gli interventi dei cittadini presenti, tutti contrari alla realizzazione dell’impianto e pronti a dare battaglia. Tra loro Andreina Concas, rappresentante della Lipu, che ha annunciato l’invio delle osservazioni in Regione per fermare il progetto.

Sono state già inviate, invece, le osservazioni mosse dall’avvocato Raffaele Soddu, anche lui intervenuto all’incontro pubblico. Soddu ha parlato di vincoli evidenti, rappresentati dai parchi Geominerario e del Monte Arci e dalla vicinanza del Rio Solacera. Profili che dovranno essere valutati adesso dagli uffici regionali chiamati a seguire la procedura di valutazione ambientale. Questo pomeriggio a Morgongiori erano presenti due funzionarie: Caterina Leoni e Angela Angola.

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