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Furto a Porta Nuova: così la Polizia ha individuato i colpevoli

Le modalità del furto e le indagini che hanno portato alla cattura di tre componenti della "banda del buco"

Oristano - buco furto porta nuova

Furto a Porta Nuova: così la Polizia ha individuato i colpevoli
Le modalità del furto e le indagini che hanno portato alla cattura di tre componenti della “banda del buco”

Un indagine che ha tenuto la Polizia di Oristano impegnata per quasi due anni, ma che alla fine ha portato all’arresto di tre dei cinque componenti della cosiddetta “banda del buco”, che ha colpito il Centro Commerciale Porta Nuova di Oristano la notte di Capodanno.

Già dalle prime indagini degli agenti della squadra mobile, guidata dal dirigente Samuele Cabizzosu, è emerso che si aveva a che fare con dei professionisti e che il furto non fosse un gesto improvvisato, ma studiato nei minimi dettagli. I ladri, hanno scelto di derubare gli unici due locali sprovvisti di telecamere interne, locali che conoscevano nei minimi dettagli, a dimostrazione del fatto che prima del colpo avevano sicuramente effettuato molti sopralluoghi.

Partendo da questa sicurezza, per trovare i colpevoli, gli agenti hanno analizzato decine di immagini degli impianti interni di videosorveglianza del Centro Commerciale Porta Nuova. In questi filmati hanno notato che uno degli attuali arrestati si era recato diverse volte al centro commerciale e nella gioielleria Olla, tra i negozi colpiti. Dopo aver controllato il telefonino del sospettato si sono accorti che la notte di capodanno non aveva ricevuto nessun messaggio o chiamata, cosa che ha insospettito molto gli agenti, dato che l’ultimo dell’anno è un giorno in cui si è soliti chiamare o mandare un messaggio ad amici e parenti per farsi gli auguri.

Le indagini della Polizia si sono poi allargate al gruppo di amici del primo sospettato e gli agenti hanno individuato un altro telefonino che la notte del 31 dicembre non aveva effettuato, né ricevuto chiamate. Geolocalizzando i due cellulari gli agenti si sono accorti che la notte del colpo i dispositivi mobili si trovavano esattamente nello stesso luogo.

Secondo quanto esposto dal Capo Commissario Samuele Cabizzosu il furto è durato 10 ore. Dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza esterne, è stato possibile scoprire che la banda è entrata nel Centro Commerciale intorno alle 21 e 30 del 31 dicembre del 2017, per poi uscire solo alle 5 e 30 del 2018. Dai video è anche stato possibile vedere i quattro componenti della banda, non riconoscibili, trasportare sul tetto tutta l’attrezzatura necessaria per mettere a segno il colpo.

Una volta sul tetto, prima di iniziare a bucare i solai, i quattro hanno montato una tenda per non essere visti durante la foratura del tetto. Il primo foro, fatto con uno smeriglio, gli ha permesso di scendere all’interno del negozio Carpantinus. Da lì, attraverso un secondo foro nel pavimento sono entrati nel negozio d’abbigliamento Motivi, dove hanno rubato più di 1500 euro. Qui hanno provato a fare un primo foro nel muro adiacente alla gioielleria, foro che non hanno utilizzato, probabilmente perché eseguito nel punto sbagliato. I quattro uomini hanno effettuato, quindi, un secondo foro che gli ha permesso di entrare nella gioielleria.

Per disattivare il sistema di allarme, che avrebbe inviato una chiamata diretta alle forze dell’ordine, hanno usato un jammer, uno strumento che neutralizza le vibrazioni e le frequenze e impedisce quindi lo scatto degli allarmi. L’allarme, però, è scattato comunque per qualche istante, momento in cui i ladri sono usciti dal centro commerciale probabilmente per controllare se la chiamata alle forze dell’ordine fosse arrivata. Dopo aver distrutto la centralina dell’allarme, sono rientrati nella gioielleria dove in 7 minuti hanno svaligiato il Caveau.

Durante tutto il periodo di monitoraggio da parte della Polizia, i sospettati della “banda del buco” hanno tentato e commesso diversi furti in tutta la Sardegna, con analoghe modalità. Due dei tre ladri finiti in manette ieri, erano infatti già stati arrestati insieme a un altro loro complice il 31 ottobre dello scorso anno, scoperti mentre cercavano di derubare una villa di campagna di Mogoro. Qui gli agenti hanno trovato il jammer, il dispositivo per neutralizzare gli allarmi, scoprendo così un ulteriore tassello dell’intricato puzzle sul colpo di Porta Nuova.

Sabato, 9 novembre 2019

 

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