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Giada e Arianna nel video che racconta il quotidiano della sindrome di Down

Il progetto "Consapevolezza" di Giulia Sanna con i ragazzi dell'Aipd di Oristano

Giada e Arianna nel video che racconta il quotidiano della sindrome di Down
Il progetto “Consapevolezza” di Giulia Sanna con i ragazzi dell’Aipd di Oristano

“Consapevolezza” è un progetto di tesi realizzato da Giulia Sanna, 21 anni di Serrenti, diplomata in Media Design allo IED (Istituto Europeo del Design di Cagliari). Un progetto fotografico in cui vengono riportate le storie di cinque persone con la sindrome di Down.

Un racconto di vita quotidiana, raccontato con gli occhi e la sensibilità di una giovane media designer e che si è trasformato poi in un cortometraggio: un video documentario dove due di queste persone, Giada Murgia, di Oristano, e Arianna Porru, di Ales, iscritte all’Aipd (Associazione italiana persone Down) di Oristano, si raccontano ed esprimono i loro sogni e progetti futuri.

Il progetto iniziale, da cui poi è nato anche il video documentario, è il libro “Consapevolezza”, contenente le foto scattate da Giulia Sanna, accompagnate da brevi descrizioni e didascalie e che presto vedrà una sua pubblicazione. Al libro e al video si accompagnano poi la realizzazione di alcuni poster. Tutti accomunati da una stessa scelta stilistica: l’uso del bianco e nero. “Eliminando il colore”, spiega Giulia Sanna, ” ci si può così concentrare sulla situazione e il contesto immortalato”.

Libro “Consapevolezza” di Giulia Sanna

“L’idea” – spiega Giulia Sanna, autrice del progetto “Consapevolezza”- “nasce dalla familiarità con Marco, un ragazzo con la sindrome di Down che non fa parte di nessuna associazione, perciò costretto spesso a stare a casa avendo quindi poche possibilità di svago”.

Partendo da qui, l’autrice è entrata poi in contatto con l’Aipd (Associazione Italiana Persone Down) di Oristano, centro con il quale ha inziato a collaborare dallo scorso ottobre 2018. Giulia Sanna ha così vissuto in prima persona la quotidianità dei ragazzi, seguendoli nelle loro attività non solo sportive ma anche rivolte alla loro autonomia, come la residenzialità, il laboratorio di cucina, il corso di musicoterapia e sulle abilità lavorative.

“Non tutti si sono comportati allo stesso modo, davanti alla macchina fotografica: c’è chi era più restio a lasciarsi andare e chi invece era contento di esser al centro dell’attenzione”, dichiara Giulia Sanna.

Seguendoli nel loro quotidiano, l’autrice ha potuto vedere come queste persone riescano comunque a condurre una vita autonoma lontana dai pregiudizi.

Le protagoniste del video, ad esempio, dimostrano come la loro consapevolezza e la loro autonomia raggiunta, non le renda diverse dalle persone cosiddette normodotate.

“Lavorare con loro mi ha spiazzato”, racconta sempre Giulia Sanna, “con loro ho fatto tantissimi discorsi che per me prima con Marco sembravano impossibili. Le ho viste lavorare, preparare il pranzo per i propri compagni o fare la spesa, è stato molto interessante ed emozionante”.

Giovedì, 9 ottobre 2019

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