Guerra tra ospedali: i tre consiglieri oristanesi buttano acqua sul fuoco
Nuovo documento dopo la mozione che aveva adombrato il sacrificio di Oristano a favore di Bosa e Ghilarza
La mozione sulle gravi carenze dell’ospedale San Martino di Oristano, presentata dai tre consiglieri comunali di Oristano Anna Maria Uras, Patrizia Cadau e Giuseppe Puddu ha sollevato non poche polemiche, adombrando l’ipotesi che al nosocomio cittadino siano state sottratte risorse per mantenere in piedi gli ospedali di Ghilarza e Bosa. Da qui la decisione dei tre consiglieri di prendere posizione in serata per evidenziare l’esigenza di garantire un rilancio a tutti i presidi sanitari.
“Al fine di stroncare malintesi e sterili polemiche foriere di inutili quanto nocivi contrasti tra cittadini della provincia di Oristano che condividono medesime esigenze, istanze di tutela ed interessi”, si legge in un documento firmato da Uras, cadau e Puddu, “i tre consiglieri comunali, firmatari della mozione che ha acceso gli animi polemici, evidenziano che, all’origine della grave situazione di degrado dell’assistenza sanitaria dei nostri presidi sanitari, ci sono anni di depauperamento delle risorse umane necessarie per assicurare l’offerta del servizio sanitario e l’adeguata gestione di tutti i presidi del territorio”.
“Pertanto”, proseguono i tre consiglieri di Oristano, “nella certezza che senza la prioritaria risoluzione del problema della carenza degli organici, non sarà possibile avviare alcun tipo di programmazione, ovvero si potrà programmare solo al ribasso con gravissime inefficienza della offerta dei servizi”.
“Le naturali e giustificabili spinte protezionistiche territoriali possono, come già è avvenuto, portare a decisioni di scarsa funzionalità nella complessa gestione unitaria della sanità nell’intera provincia”, scrivono ancora Uras, Cadau e Puddu. “La denuncia che è stata proposta dai consiglieri del comune di Oristano ha lo scopo di stimolare il dibattito al fine di dare deciso impulso ad una programmazione efficace ed efficiente su tutto il territorio senza diminuzioni o privazioni di servizi per i presidi periferici e centrali esistenti”.
“Pur apprezzando l’attenzione data alla mozione”, concludono Anna Maria Uras, Patrizia Cadau e Giuseppe Puddu, “non si accetta che questa venga interpretata al solo fine di fomentare una guerra fratricida a solo vantaggio di posizioni politiche personalistiche, contrarie alle diffuse esigenze del territorio provinciale. Si auspica che la mozione possa stimolare una presa di consapevolezza critica rispetto alla strumentalità e negatività dei provvedimenti fin d’ora assunti a totale nocumento della globalità dei servizi sanitari offerti nell’intero territorio periferico e centrale della provincia Oristanese”.
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