San Vero Milis celebra la Madonna di Spagna con un libro che ne racconta la storia
In occasione dei festeggiamenti la presentazione del volume tradotto in quattro lingue
Un libro tradotto in 4 lingue racconta la storia dell’arrivo del simulacro della Madonna di Spagna in Sardegna. Si tratta di un nuovo lavoro che segue quella pubblicata 32 anni fa a firma dell’allora parroco di San Vero Milis don Isidoro Marongiu.
Il volume sarà presentato in occasione delle celebrazioni in onore della Madonna, il prossimo 10 maggio a San Vero Milis.
“L’opera verrà, presentata il 9 maggio, vigilia della festa”, spiega il parrocco don Ignazio Serra. “La prefazione del libro è stata affidata all’arcivescovo, monsignor Ignazio Sanna. Due i contributi in lingua spagnola: il primo del vescovo di Minorca, Francesc Conesa Ferrer, e, l’altro, del parroco di St. Antoni Abat Fornells, don Miquel Romero”.
Il lavoro è preceduto proprio da un’introduzione a firma del parroco di San Vero Milis, don Ignazio Serra, che ha redatto il testo in italiano poi tradotto in spagnolo, inglese e francese. Non mancano le foto con i protagonisti del tempo, insieme a dieci illustrazioni, realizzate dall’alunna Ariana Garau del Liceo artistico Carlo Contini di Oristano, che fanno da corredo al testo della narrazione.
“La scelta della traduzione”, spiega il parroco di San Vero Milis, “nasce dall’esigenza anzitutto di divulgare il più possibile l’evento nella Penisola iberica e, poi, per venire incontro ai numerosi turisti oltre confine che visitano il territorio del Sinis”.
Grande l’attesa da parte dei fedeli di San Vero Milis, da più di ottant’anni fortemente devoti verso la Madonna venuta dal mare e accolta come un dono di gioia e d’amore.
Il prossimo 10 maggio prende avvio anche il gemellaggio con Minorca, che verrà suggellato nel 2020, con l’arrivo nella parrocchia di San Vero Milis del vescovo minorchino, Francesc Conesa Ferrer.
La festa della Madonna di Spagna ricorda l’anniversario dell’approdo della statua della Madonna nelle spiagge di San Vero Milis. Il simulacro ha una storia particolare: mutilato e bruciato in alcune parti, è scampato ad un rogo di arredi sacri durante la guerra civile spagnola negli anni Trenta. Gettato in mare da qualcuno che ha voluto impedirne la distruzione, è giunto nelle spiagge del Sinis trasportato dalle correnti marine. Ritrovato da un pastore di Narbolia nella primavera del 1937, è stato subito accolto dalla comunità sanverese ed è ancora oggi oggetto di grande venerazione.
La locandina
Mercoledì, 24 aprile 2019
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