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Permessi di soggiorno col trucco. Costavano anche cinquemila euro

I particolari dell'inchiesta che ha fatto scattare due arresti. Assunzioni all'insaputa delle aziende

Permessi di soggiorno col trucco. Costavano anche cinquemila euro
I particolari dell’inchiesta che ha fatto scattare due arresti. Assunzioni all’insaputa delle aziende

La conferenza degli inquirenti

Attivavano rapporti di lavoro all’insaputa delle aziende e assicuravano in tal modo agli immigrati assunti di aver titolo per ottenere il permesso di soggiorno. In cambio chiedevano anche cinquemila euro per queste prestazioni straordinarie che sono costate l’arresto ad Esmeralda Trogu, 48 anni, consulente tributaria di Oristano, e a Baiwinder Kumar, mediatore culturale di origine indiana.

Devono rispondere di sfruttamento e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e dell’illecita permanenza nello territorio italiano di stranieri irregolari e di sostituzione di persona. Per far funzionare il meccanismo, infatti, Esmeralda Trogu, utilizzava le credenziali di alcune aziende da lei seguite e registrava le assunzioni con le procedure telematiche. Poco tempo dopo, e una volta che l’interessato aveva ottenuto il permesso di soggiorno, interrompeva il rapporto di lavoro.

Una procedura utilizzata una ventina di volte, che ha interessato altrettanti immigrati provenienti dal Senegal, dall’India, ma anche dai paesi latino americani e che ha coinvolto cinque aziende, alcune delle quali di Riola e Nurachi. Aziende ignare di tutto, hanno spiegato questo pomeriggio gli inquirenti nel corso di una conferenza stampa che si è svolta nel comando provinciale dei carabinieri e alla quale hanno preso parte il procuratore della repubblica di Oristano Ezio Domenico Basso, il comandante provinciale dei carabinieri Domenico Cristaldi, il comandante della Compagnia di Oristano Francesco Giola e il comandante della stazione di Riola Raimondo Orgiu. Sono stati proprio i militari di Riola a fare partire l’inchiesta. Il titolare di un’azienda dopo aver ricevuto dall’Inps una richiesta di pagamento per contributi di un dipendente di cui mai aveva sentito parlare e dopo aver capito che c’era qualcosa di strano si è presentato in caserma. I carabinieri hanno lavorato per quasi due anni e oggi il lavoro investigativo è culminato nei due arresti. Al momento non ci sono altri indagati. Le indagini, però, proseguono per verificare se vi siano altri casi da inserire nell’inchiesta.

Secondo quanto riferito dagli inquirenti, infatti, il mediatore culturale Baiwinder Kumar, aveva proposto a diversi stranieri un aiuto per far arrivare parenti e amici, chiedendo in cambio un corrispettivo che si aggirava appunto sui cinquemila euro.

Lunedì, 14 gennaio 2019

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