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“Lo scempio di San Giovanni di Sinis: auto e moto sostano in area vietata”

Gli ambientalisti chiedono la sistemazione di uno sbarramento all’accesso per Tharros

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“Lo scempio di San Giovanni di Sinis: auto e moto sostano in area vietata”
Gli ambientalisti chiedono la sistemazione di uno sbarramento all’accesso per Tharros

di Luciana Miglior
Sezione di Oristano – Gruppo di intervento giuridico

Anche quest’estate la maleducazione e l’illegalità imperversano a San Giovanni di Sinis. A quanti abbiano l’occasione di visitare la meravigliosa penisola del Sinis non sarà sfuggito che un’invasione di automobili e motocicli è posteggiata, impunita, proprio nell’area in cui non mancano i cartelli di divieto di sosta e fermata con l’ulteriore indicazione di zona cedevole. Non solo: anche il tratto pedonale e ciclabile che conduce alla torre aragonese e al faro è percorso, nonostante il divieto d’accesso, dalle auto.

Il Gruppo di intervento giuridico non può far altro che denunciare la situazione che è sotto gli occhi di tutti: in un Sito di Importanza Comunitaria, tutelato dalla normativa europea “Natura 2000” rientrante nell’Area Marina Protetta della Penisola del Sinis e dell’Isola di Mal di Ventre, la sosta e il passaggio delle macchine laddove è vietato, rischia di compromettere progressivamente, estate dopo estate, la salubrità ambientale del luogo.

Anche il visitatore meno attento si accorge che si tratta di una zona cedevole e oggetto di continua erosione da parte degli agenti atmosferici. È quindi proprio chiaro che non sarebbe assolutamente necessaria la mano dell’uomo a peggiorare la qualità naturalistica di un sito già di per sé minacciato e dall’equilibrio fragile.

Il Grig di Oristano sottolinea con apprezzamento alcune modifiche apportate all’interno dell’Area Marina Protetta: la realizzazione di un parco archeologico-naturalistico denominato “Phoinix”; la sistemazione di mastelli per la raccolta differenziata; l’inserimento di operatori che vigilano nelle spiagge per il contrasto al furto di sabbia e conchiglie. Tuttavia non può non segnalare alle istituzioni preposte lo scandalo così lampante delle auto in sosta (e non paganti) in zona vietata.

Prima che anche l’area archeologica di Tharros diventi per assurdo un’area parcheggio, è necessario che si prendano provvedimenti (come la sistemazione di uno sbarramento all’accesso) per evitare che visitatori, locali o stranieri che siano, continuino così facendo a minacciare l’equilibrio ecologico di un sito già in pericolo.

Domenica, 12 agosto 2018

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