Il Progetto Eleonora al Consiglio di Stato: "Una battaglia di tutti" - LinkOristano

Il Progetto Eleonora al Consiglio di Stato: “Una battaglia di tutti”

Ambientalisti e Comune di Arborea uniti per fermare il progetto della Saras sulla ricerca del gas metano. Nota del Gruppo di intervento giuridico

Tubi del gas

Il Progetto Eleonora  al Consiglio di Stato: “Una battaglia di tutti”
Ambientalisti e Comune di Arborea uniti per fermare il progetto della Saras sulla ricerca del gas metano. Nota del Gruppo di intervento giuridico

Si apre dopodomani, giovedì 3 marzo,  un nuovo capitolo nella vicenda del Progetto Eleonora, promosso dalla Saras per avviare la ricerca di gas metano con la perforazione di un pozzo a poche centinaia di metri dallo stagno di S’Ena Arrubia di Arborea. Il progetto è stato già bocciato dal Servizio di valutazione ambientale della Regione e successivamente dai giudici del Tar, che hanno respinto un ricorso su quel diniego, presentato dall’azienda.  Ora l’udienza al Consiglio di Stato, al quale la Saras si è rivolta con un nuovo ricorso domani all’esame dei giudici. Ad Arborea ci si prepara alla nuova battaglia, alla vigilia anche del referendum  anti trivelle.  Il sindaco Manuela Pintus che in questi anni ha guidato il Comitato civico No al Progetto Eleonora rinnova l’invito a non abbassare la guardia e ribadisce come la comunità già infinite volte abbia ribadito la propria contrarietà all’iniziativa della Saras. Ad Arborea una certa preoccupazione nei giorni scorsi ha destato il pronunciamento dello stesso Consiglio di Stato su un’altra vertenza, quella della centrale fotovoltaica di Narbolia, sentenza sfavorevole al Comitato civico locale e all’Adiconsum che  hanno osteggiato il progetto.

A fianco del Comitato civico e del Comune di Arborea anche il Gruppo di intervento giuridico. Il responsabile Stefano Deliperi ha diffuso una nota con la quale ribadisce l’impegno a resistere contro la nuova azione giudiziaria della Saras. La pubblichiamo di seguito.

di Stefano Deliperi 

Il 3 marzo 2016 in una delle austere aule di Palazzo Spada, a Roma, l’udienza di appello davanti al Consiglio di Stato che andrà a decidere il futuro di Arborea e, un po’, di tutti noi.

Infatti, la Saras s.p.a. ha presentato ricorso al Consiglio di Stato avverso la sentenza T.A.R. Sardegna, Sez. II, 2 ottobre 2015, n. 1057, che ha respinto il proprio ricorso contro la dichiarazione di improcedibilità (prot. n. 19132 del 9 settembre 2014) emessa dal Servizio Valutazioni Ambientali (S.V.A.) della Regione autonoma della Sardegna quale drastica conclusione della procedura di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) relativa al progetto di perforazione esplorativa per la ricerca di gas naturale a due passi dallo Stagno di S’Ena Arrubia.

Il Gruppo societario energetico insiste nel voler portare avanti a ogni costo il proprio progetto di ricerca di gas naturale e, successivamente, di estrazione.
Non importa la totale contrarietà della popolazione locale, delle imprese e delle associazioni agricole, di ogni compagine sociale e, in prima fila, del Comitato “No al Progetto Eleonora”.
L’arroganza della speculazione energetica rappresentata da questi pretesi beneficatori non conosce limiti.
Il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus sarà ancora, come sempre, al fianco del popolo di Arborea e della sua Amministrazione comunale per difendere ambiente e contesto economico-sociale minacciati, intervenendo anche davanti al Consiglio di Stato con l’avv. Rosalia Pacifico.

La Saras s.p.a. lamenta che, in realtà, la procedura di V.I.A. non sia stata svolta, impedita proprio dalla dichiarazione di improcedibilità impugnata, tuttavia i Giudici amministrativi sardi sono stati estremamente chiari in proposito, riconoscendo come immediatamente dirimente la presenza di vincoli di salvaguardia costiera posti dalla legge (legge regionale n. 23/1993) e dal piano paesaggistico regionale (P.P.R. – 1° stralcio costiero, promulgato con D.P.Reg. 7 settembre 2006, n. 82): “se è vero che l’esistenza di vincoli paesaggistici di regola non esaurisce la Valutazione di impatto ambientale, rispetto alla quale costituisce soltanto un ‘parametro di riferimento’, tuttavia questo assunto non può valere, per ovvie ragioni, laddove il regime di tutela del paesaggio sia assolutamente inderogabile e si ponga come ‘irrimediabilmente ostativo’ alla realizzazione dell’intervento proposto”.

Infatti, in questo caso “la realizzabilità dell’intervento non è neppure prospettabile, per cui evidenti ragioni di efficienza e celerità dell’azione amministrativa impongono all’Amministrazione di valutare ‘a monte’ – a prescindere dagli ulteriori profili ‘propriamente ambientali’ – l’incidenza del vincolo sulla fattispecie sottoposta al suo esame”.

Così, il T.A.R. Sardegna, per una valutazione adeguata dell’intervento proposto ha opportunamente ricordato che dev’essere presa in considerazione l’opera in progetto nel suo sviluppo ordinario: una ricerca di gas naturale si evolve potenzialmente nella successiva attività di estrazione.  E il pozzo di estrazione con le opere connesse non è un intervento autorizzabile sulla base della normativa di salvaguardia costiera e del P.P.R.   Il quadro normativo offerto dall’art.5 dell’allegato A della deliberazione Giunta regionale n.34/33 del 7 agosto 2012 relativa alla procedura di VIA di competenza regionale in attuazione del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i. (parte II) prevede che, in ogni fase del procedimento, venga dichiarata l’improcedibilità quando si rilevi contrasto con normativa e atti di pianificazione regionale e/o comunale.

Ed è proprio quello che è stato fatto dal Servizio Valutazioni Ambientali (S.V.A.) della Regione autonoma della Sardegna.
Ma quello di cui si discute davanti al Consiglio di Stato non è solo il futuro di Arborea, del suo ambiente, del suo contesto economico-sociale, si tratta anche – almeno un po’ – del futuro di tutti noi: non c’è dubbio che costituirà un importante precedente per casi analoghi che si dovessero presentare.  E sicuramente si presenteranno…

Martedì, 1° marzo 2016

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