Doddore Meloni: contro di me anche la roulette russa, poi mi hanno picchiato - LinkOristano

Doddore Meloni: contro di me anche la roulette russa, poi mi hanno picchiato

L'indipendentista ha rivelato di essere stato rapito da due banditi incappucciati. Parlavano con una particolare cadenza sarda

Doddore Meloni

Picchiato perchè si è ribellato alla roulette russa. Così Doddore Meloni in un’intervista concessa al quotidiano La Stampa. “Si sono messi a giocare alla roulette russa e quello forse è stato il momento peggiore”, ha raccontato l’indipendentista al giornalista Nicola Pinna. “Io comunque avevo capito subito che non avrebbero avuto il coraggio di sparare. E per questo ho reagito. Quando hanno caricato la pistola, tenendola poggiata sulla mia tempia, ho deciso di fermarli. Ho detto loro di togliermi il cappuccio così avrebbero visto bene il mio sorriso. Un attimo dopo mi hanno colpito in pieno volto, scaraventato a terra e riempito di calci”.

In Tribunale processo per il Vino degli indipendentisti
Sarebbe dovuto comparire nelle vesti di imputato questa mattina davanti ai giudici del Tribunale di Oristano Doddore Meloni, l’indipendentista di Terralba rientrato a casa ieri sera da dove era scomparso giovedì scorso, perché, come da lui raccontato, rapito dai rappresentanti di un sedicente gruppo Guardiani della nazione. A Meloni si contesta di aver messo in commercio nel 2009 un vino con l’etichetta “Vino indipendentista”, ma soprattutto di aver utilizzato il termine bovale, violando le norme sulla denominazione di origine controllata. L’indipendentista si è sempre difeso sostenendo che nella bottiglia si faceva riferimento al vitigno bovale, ma non alla doc.
Stamane il suo legale, l’avvocato Cristina Puddu, ha chiesto un rinvio dell’udienza per legittimo impedimento. Il pubblico ministero Armando Mammone si è opposto e il giudice Anna Rita Murgia ha disposto l’apertura dell’udienza. Il processo è ancora alle fasi iniziali ed è stato, comunque, aggiornato.

Minacciato al telefono prima del rapimento
Doddore Meloni era stato destinatario di alcune minacce telefoniche da parte di un interlocutore qualificatosi come rappresentante dei Guardiani della nazione, il gruppo che ha rivendicato il suo sequestro giovedì a Terralba, conclusosi ieri sera quando Meloni è tornato a cas. E’ stato lo stesso Meloni a rivelarlo stamane durante una conferenza stampa. “Mi avevano minacciato di morte”, ha detto Meloni, spiegando di aver anche inoltrato un esposto alle forze dell’ordine per denunciare gli episodi, esposto del quale volutamente non aveva voluto dar notizia agli organi di informazione.

Rapito da due incappucciati, con una particolare cadenza sarda
Sono stati due i rapitori che hanno prelevato giovedì sera dal suo ufficio di Terralba  Doddore Meloni e lo hanno imprigionato in una località sconosciuta. Un terzo complice guidava l’auto del commando.  Meloni ha  spiegato che avevano un cappuccio in testa. “Parlavano in italiano in modo fluente”, ha spiegato ancora l’indipendentista che ha segnalato comunque una particolare “cadenza” a lui ben nota. Meloni ha escluso che fosse quella di Terralba.

Picchiato durante una discussione
E’ stato picchiato durante un’accesa discussione nel corso dei tre giorni di prigionia. Così ha raccontato stamane Doddore Meloni, mostrando alcune tumefazioni e riferendo di essere stato liberato ieri perché solo lui in grado di ritirare la lista Meris, promossa in occasione delle prossime elezioni politiche. I suoi rapitori qualificatisi come Guardiani della nazione quando giovedì lo avevano portato via da Terralba avevano lasciato un biglietto ponendo quale condizione per il rilascio proprio il ritiro della lista. Eventualità nuovamente esclusa stamane da Doddore Meloni.

Non è una montatura, i Guardiani della nazione esistono
“Il gruppo Guardiani della nazionale esiste, le forze dell’ordine mi hanno detto che non lo conoscono, ma alcuni miei amici mi hanno spiegato di aver trovato alcuni riferimenti su Facebook e You tube che ora mi dovranno far vedere”. Lo ha dichiarato Doddore Meloni, parlando stamane del suo rapimento e respingendo i sospetti di quanti in questi giorni e in queste ore hanno ipotizzato come la sua scomparsa fosse solo una messa in scena a fini propagandistici. A questo proposito Meloni ha risposto alla scrittrice Michela Murgia che nel suo sito internet ha apertamente contestato l’ipotesi del sequestro. “Non ha elementi per dire queste cose e se li ha che vada a riferirli alle forze dell’ordine”.

Controlli a Monastir, perquisizione a Terralba
Le forze dell’ordine hanno eseguito alcuni sopralluoghi alla ricerca del luogo in cui sarebbe stato imprigionato l’indipendentista Salvatore Meloni. La polizia si è spinta sino alle porte di Cagliari. A quanto si è appreso sarebbero stati eseguiti controlli nella zona di Monastir. A Terralba, invece, è stata perquisita la casa di uno strettissimo collaboratore di Meloni, impegnato nel movimento Meris. Quest’ultimo particolare autorizza a pensare che gli inquirenti non abbiano escluso l’ipotesi di una simulazione. Meloni, però, nega e insiste: parla di due rapitori, aiutati da un complice che guidava l’auto del commando e che lo hanno sequestrato.

Lunedì, 18 febbraio 2013

 

 

 

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