Gli studenti dell’Othoca contro la chiusura dei centri antiviolenza
Lettera al presidente Pigliaru dai giovani organizzatori dello spettacolo benefico Se Rinasco
Che il tema della violenza sulla donne gli stesse a cuore lo avevano già dimostrato, organizzando la manifestazione benefica “Se Rinasco – Lo spettacolo della vista sta per Riniziare”, ora i due diciottenni studenti dell’Istituto Othoca di Oristano, Giuseppe Piredda e Mattia Urrai, forti delle loro convinzioni, scendono in campo al fianco della presidente dei centri antiviolenza di Nuoro, Olbia e Oristano, Patrizia Desole, contro la chiusura dei centri antiviolenza di Olbia e Nuoro, senza finanziamenti dal 2014.
Lo fanno con una lettera indirizzata dal presidente della Regione, che pubblichiamo integralmente.
Egregio signor presidente della regione Pigliaru,
siamo in due a scrivere questa lettera due giovani di 18 anni: Giuseppe Piredda di Paulilatino (piccolo paese di 2800 abitanti nella provincia di Oristano) e Mattia Urrai di Ollastra (altro piccolo paese di 1240 abitanti della provincia di Oristano). Da circa un anno combattiamo contro un fenomeno che si sta dilagando terribilmente: ovvero quello della violenza sulle donne! Abbiamo fatto eventi di beneficenza, il ricavato è stato devoluto al centro antiviolenza “Donna Eleonora” di Oristano.
Qualche giorno fa, la carissima Patrizia Desole, responsabile dei centri antiviolenza di Oristano, Olbia e Nuoro e, presidente dell’associazione “Prospettiva Donna”, le ha scritto e inviato una lettera aperta nel quale parlava dell’importanza dei centri antiviolenza e di chi ci lavora e sopprattutto del rischio della chiusura dei centri sardi di Olbia e Nuoro (non ricevono fondi dal 2014); infine chiedeva un mano di aiuto alla Regione; se questo aiuto non arrivasse la signora Desole ha minacciato lo sciopero della fame!
A questo appello ci aggreghiamo noi due e leggere attentamente le prossime righe.
Migliaia di donne, che usufruiscono di questo sevizio non avrebbero più nè un supporto, nè un punto d’appoggio e rischierebbero di continuare a subire violenza (di qualsiasi tipo esso sia: stolking, violenza verbale, violenza psicologica, violenza economica, violenza sessuale ecc.) e sopprattutto rischierebbero di morire! Le donne e i rispettivi figli che vivono nella casa rifugio protetta saranno costretti ad non avere più una protezione, un luogo in cui stare e rischiano più di tutti la morte!
Presidente vuole davvero che tutto ciò accada? Vuole davvero che migliaia di donne vengano violentate, massacrate, ammazzate o indotte al suicidio? Se la Regione non alzerà un dito sarà responsabile anch’essa come chi compie questi gesti! Vi faremo ritenere (da tutta la Sardegna attraverso stampa e social) responsabili di violenza anche solo se Patrizia Desole farà lo sciopero della fame!
Le chiediamo davvero di pensare a queste nostre parole, a quelle povere donne che soffrono; è una questione davvero urgente, e il tempo non gioca a nostro favore!
Penso che attraverso questa lettera siamo stati abbastanza chiari! Pretendiamo un incontro tra lei, noi e la sign. Patrizia Desole (o anche solo tra lei e Patrizia) il più presto possibile! Grazie dell’attenzione.
Giovedì, 28 luglio 2016