Oristano
Il processo in Corte d’assise ruota attorno alle perizie
Quella drammatica mattina del 5 febbraio dello scorso anno, Giorgio Meneghel, che uccise a martellate la moglie Daniela Cadeddu, mentre dormiva, era in sé? Su questa domanda ruoterà il processo che si è aperto ieri davanti ai giudici della Corte di assise di Cagliari: una vicenda ancora oggi ricordata con grande dolore. Giorgio Meneghel dopo aver ucciso la moglie chiamò i carabinieri e confessò il delitto.
Secondo le conclusioni del perito che ha esaminato Meneghel nel corso dell’incidente probatorio, riferite in aula dal pubblico ministero Sara Ghiani, l’uomo era capace di intendere e di volere.
Differenti le conclusioni del perito della difesa, illustrate dal legale di fiducia, l’avvocato Francesca Accardi: Giorgio Meneghel non era proprio in sè, ma in lui ci sarebbe stato un possibile vizio parziale di mente.
Il prossimo 28 giugno queste argomentazioni verranno affrontate nella discussione al processo contro l’agricoltore di 54 anni che uccise la moglie, Daniela Cadeddu, 51 anni, originaria di Cabras, con la quale i rapporti da tempo si erano deteriorati.
Meneghel deve rispondere di omicidio volontario aggravato e rischia l’ergastolo.
Nel processo in Corte d’assise è presente anche la parte civile, rappresentata dall’avvocato Vito Tozzi del Foro di Lecco, legale dei familiari della vittima.
Durante la prossima udienza del processo in Corte d’assise, saranno sentiti proprio i professionisti che hanno redatto le perizie sull’imputato: oltre a quello nominato in sede di incidente probatorio, l’altro del Collegio della difesa e un terzo per la parte civile. I giudici potrebbero valutare, però, la nomina di un quarto perito che li supporti in questa fase dibattimentale.
Giovedì, 25 maggio 2023
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