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Giudirizia

Niente visite ai dipendenti comunali, sindaco condannato a pagare 15 mila euro

La difesa: "Un clamoroso errore giudiziario, non sue le responsabilità"

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Oristano

La difesa: “Un clamoroso errore giudiziario, non sue le responsabilità”

Il sindaco di Zerfaliu Pinuccio  Chelo è stato condannato ad un’ammenda di 15 mila euro per non aver adempiuto agli obblighi in materia di tutela e sicurezza  sul luogo di lavoro dei dipendenti comunali.

La sentenza di condanna è stata emessa oggi in tribunale ad Oristano.

La giudice Viviana Sannia ha accolto la tesi dell’accusa, rappresentata in Aula dal pm Marcello Floris.

La vicenda risale agli anni 2015/2016 quando nove dipendenti comunali avevano contestato di non essere stati sottoposti alle visite mediche periodiche previste per i lavoratori.

Un esposto alla Asl aveva fatto scattare successivamente una ispezione che aveva determinato una sanzione amministrativa di 11mila euro a carico del sindaco. Pinuccio Chelo, però, aveva deciso di non pagare l’ammenda sostenendo che il responsabile del procedimento era il dirigente del settore.

La difesa ha nuovamente contestato la decisione del giudice.

Per l’avvocato Gianfranco Siuni, legale di Pinuccio Chelo, si tratta di un clamoroso errore giudiziario.

“Il sindaco di Zerfaliu andava assolto con formula piena, “ ha dichiarato l’avvocato Siuni. “Abbiamo portato tante sentenze della Corte di Cassazione su casi fotocopia in cui tutti venivano assolti. Chi avrebbe dovuto rispondere del reato è il dirigente, non certamente il sindaco che invece va assolto”.

Il commento del sindaco: “Continuerò la mia battaglia”.   In tarda serata, dopo la sentenza, il sindaco di Zerfaliu Pinuccio Chelo ha diffuso sulla vicenda una nota di commento: “Oggi, il Giudice Monocratico del Tribunale di Oristano con la condanna di 15mila euro di ammenda per non aver sottoposto i dipendenti alle visite mediche,  ha commesso un “grossolano” errore giudiziario, dovuto a una scarsa valutazione degli atti probatori prodotti dalla difesa, nonché da una errata interpretazione delle sentenze emesse dalla Corte Suprema di Cassazione, massimo vertice della giurisdizione italiana”, ha scrittto il sindaco Chelo. “La Corte di Cassazione ha ribadito i compiti dell’Autorità Politica, che dà gli indirizzi, mentre la classe dirigenziale svolge i compiti amministrativi, per cui cura l’istruttoria delle pratiche e dei procedimenti, avendo a disposizione le risorse umane e finanziarie. Inoltre, ha sancito un altro principio fondamentale:  “L’incarico (delega) in tema di Decreto l.gs 81/2008, può essere affidato con delibera di Giunta presieduta dal Sindaco, come nel caso in questione. Questi due principi penso che spazzino i dubbi a tutti i perplessi, ma sicuramente non sono bastati al Giudice per convincerlo dell’estraneita’ del Sindaco. Vorrà dire che d’ora in poi i Sindaci dovranno istruire e curare le pratiche sotto tutti gli aspetti; istruire i procedimenti; predisporre i bandi e i concorsi, gli appalti. Il tutto senza le risorse finanziarie in quanto non possono affidate alla classe politica. Forse il Giudice queste normative non le conosce o le ignora. Oppure fa più clamore condannare  un Sindaco che assolverlo? Comunque continuerò la mia battaglia fino alla Cassazione. È una questione di principio”, ha concluso il sindaco Pinuccio Chelo. “Grazie a tutti per la vicinanza”.

Venerdì, 31 marzo 2023

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