Nella Basilica di Santa Giusta esposte le due nuove opere dell'artista Salvatore Garau - LinkOristano
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Nella Basilica di Santa Giusta esposte le due nuove opere dell’artista Salvatore Garau

Cerimonia di inaugurazione

Salvatore Garau - inaugurazione opere Basilica Santa Giusta
La presentazione pubblica delle opere

Santa Giusta

Cerimonia di inaugurazione

Basilica gremita a Santa Giusta per la cerimonia di presentazione delle due opere di Salvatore Garau., l’artista originario della cittadina lagunare.

Garau  ha donato alla Basilica una nuova opera invisibile dal titolo “Volto di Dio” (2023), che segue la serie di opere invisibili nate in tempo di pandemia e che hanno creato accesi dibattiti in tutto il mondo grazie alla vendita all’asta delle opere “Io sono” (maggio 2021) e “Davanti a te” (ottobre 2021). L’artista ha donato anche una grande tela dalla serie “Pala d’altare per questo a altri pianeti” (2018) che si interroga sul mistero del sacro e della vita su altri pianeti.

La donazione delle due opere, che rimarranno esposte per 5 anni, è stata realizzata con il patrocinio della Arcidiocesi di Oristano e resa possibile grazie all’autorizzazione di monsignor Roberto Carboni, Arcivescovo di Oristano, e al sostegno della parrocchia di Santa Giusta. Alla installazione ha contribuito anche l’illuminotecnica Faldor.

Per Salvatore Garau l’opera “Volto di Dio” è il raggiungimento supremo della sua idea di immaterialità: “Il vuoto, solo apparente, in realtà è imbevuto di vita e di mistero sacrale. L’energia Divina ha reso il vuoto opera manifesta, e dal vuoto è arrivato il tutto”.

Nel pensiero creativo di Garau, si legge in una nota di presentazione,  l’artista può descrivere le creature ma non il Creatore, può solo accettare l’impossibilità di dipingere il Volto di Dio, cioè del “Tutto” che è pura luce ed energia creatrice. L’unica azione che Garau compie creando quest’opera, illuminata da una luce tenue, è restare in silenzio e lasciare immaginare a ciascuno, nell’intimità della propria anima, il “suo” Volto di Dio.

“Solo il titolo, una tenue luce e la totale assenza sulla parete di qualunque intervento fisico”, afferma Salvatore Garau, “sono già un’immensa presenza”.

Salvatore Garau - Volto di Dio
Le due opere di Salvatore Garau

Sante figure rosse sul cielo di latte. Il dipinto pone una domanda alla quale oggi è impossibile rispondere: “Esisterà il concetto del Sacro in qualche pianeta di un’altra galassia dove, ormai è certo, migliaia di mondi conservano una qualche forma di vita?”.

Sulla terra la nostra esistenza è legata allo spirito e alla sacralità che lo avvolge. Lontano dalla Terra, oltre alla materia, esisterà lo spirito?

Salvatore Garau, da tempo affascinato da questa domanda, pone l’accento sul mistero dell’insondabile e immagina di portare in quell’ignoto una Pala d’Altare terrena, concepita per suggerire, a suo modo, il mistero del Sacro anche in altri mondi.

“Sono segni potenti, quelli che Garau ha voluto dipingere”, scrive Stefano Salis, giornalista de Il Sole 24 Ore. “Sono il riallacciare una tradizione che affonda nel migliore Rinascimento e ancora prima nell’arte sacra italiana ma rivedendola in una chiave contemporanea, per non dire futuristica. Sono una riflessione su cosa sia il trascendente: su questo o su altri pianeti, se anche ci fossero altre intelligenze, la questione del ciò che non è visibile si porrebbe comunque. È il tentativo dell’arte di suggerire più che delle risposte, il proporsi eterne domande”.

Salvatore Garau. Nato a Santa Giusta nel 1953, si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Firenze nel 1974. Dal 1976 al 1983 entra a far parte del gruppo di rock d’avanguardia degli Stormy Six. La prima personale è del 1984 nello Studio Cannaviello di Milano. Seguiranno personali a Lugano, Losanna, Barcellona, San Francisco, Washington, Strasburgo, Londra. Due le presenze di Garau alla Biennale d’Arte di Venezia, nel 2003 e 2011. Negli ultimi anni ha esposto nei musei di Saint-Etienne, Cordoba, Brasilia, San Paolo, Montevideo. Nel 2017 ha scritto e diretto “La tela” docufilm girato a Massama, carcere con regime di alta sicurezza, con la fotografia di Fabio Olmi. Nel 2019 ha girato un docu-thriller prendendo spunto dalle ultime opere “Futuri affreschi italiani”(Pale d’Altare per altri pianeti). I due film sono invitati e premiati in decine di festival in tutto il mondo. Nel 2021 la vendita all’asta delle opere immateriali “io sono” e cinque mesi dopo “Davanti a te” hanno creato accesi dibattiti in tutto il mondo.

Salvatore Garau - inaugurazione opere Basilica Santa Giusta
L'artista Salvatore Garau

Venerdì, 31 marzo 2023

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