Nella basilica di Santa Giusta esposte un’opera invisibile e una tela di Salvatore Garau. Giovedì l'inaugurazione - LinkOristano
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Nella basilica di Santa Giusta esposte un’opera invisibile e una tela di Salvatore Garau. Giovedì l’inaugurazione

L'iniziativa dell'artista è stata patrocinata dell'Arcidiocesi di Oristano

Salvatore Garau, Sante figure rosse sul cielo di latte, 2018, acrilico su PVC, Basilica di Santa Giusta Oristano, foto di Paolo Sanna Caria
Salvatore Garau, Sante figure rosse sul cielo di latte, 2018, acrilico su PVC, Basilica di Santa Giusta Oristano, foto di Paolo Sanna Caria

Santa Giusta

L’iniziativa dell’artista è stata patrocinata dell’Arcidiocesi di Oristano

La basilica romanica di Santa Giusta ospiterà per cinque anni due opere di Salvatore Garau, tra cui una invisibile. L’inaugurazione, aperta a tutti, è in programma giovedì prossimo, 30 marzo, alle ore 19. Saranno presenti l’artista, originario di Santa Giusta, e il parroco don Roberto Caria.

Si tratta del dipinto “Sante figure rosse sul cielo di latte”, una grande tela tratta dalla serie “Pala d’altare per questo a altri pianeti” del 2018, e un’opera immateriale del 2023, dal titolo “Volto di Dio”, che segue la serie di opere invisibili nate in tempo di pandemia. Proprio le creazioni invisibili hanno dato vita ad accesi dibattiti in tutto il mondo grazie alla vendita all’asta delle opere “Io sono” (maggio 2021) e “Davanti a te” (ottobre 2021).

L’esposizione, realizzata con il patrocinio dell’Arcidiocesi di Oristano, è resa possibile grazie all’autorizzazione dell’arcivescovo, monsignor Roberto Carboni, e al sostegno della parrocchia di Santa Giusta.

Per Salvatore Garau l’opera “Volto di Dio” è il raggiungimento supremo della sua idea di immaterialità. “Il vuoto, solo apparente, in realtà è imbevuto di vita e di mistero sacrale. L’energia divina”, ha detto l’artista, “ha reso il vuoto opera manifesta, e dal vuoto è arrivato il tutto”.

Nel pensiero creativo di Garau l’artista può descrivere le creature ma non il Creatore, può solo accettare l’impossibilità di dipingere il “Volto di Dio”, cioè del “Tutto” che è pura luce ed energia creatrice.

L’unica azione che Garau compie creando quest’opera, illuminata da una luce tenue, è restare in silenzio e lasciare immaginare a ciascuno, nell’intimità della propria anima, il “suo” Volto di Dio. “Solo il titolo, una tenue luce e la totale assenza sulla parete di qualunque intervento fisico”, ha affermato l’artista, “sono già un’immensa presenza”.

Salvatore Garau, foto di Paolo Sanna Caria
Salvatore Garau, foto di Paolo Sanna Caria

“Sante figure rosse sul cielo di latte” pone una domanda alla quale oggi è impossibile rispondere: “Esisterà il concetto del sacro in qualche pianeta di un’altra galassia dove, ormai è certo, migliaia di mondi conservano una qualche forma di vita?”. Sulla terra la nostra esistenza è legata allo spirito e alla sacralità che lo avvolge. Lontano dal nostro pianeta, oltre alla materia, esisterà lo spirito?

Salvatore Garau, da tempo affascinato da questa domanda, pone l’accento sul mistero dell’insondabile e immagina di portare in quell’ignoto una Pala d’altare terrena, concepita per suggerire, a suo modo, il mistero del sacro anche in altri mondi.

“Sono segni potenti, quelli che Garau ha voluto dipingere”, scrive Stefano Salis, giornalista de Il Sole 24 Ore. “Sono il riallacciare una tradizione che affonda nel migliore Rinascimento e ancora prima nell’arte sacra italiana, ma rivedendola in una chiave contemporanea, per non dire futuristica. Sono una riflessione su cosa sia il trascendente: su questo o su altri pianeti, se anche ci fossero altre intelligenze, la questione del ciò che non è visibile si porrebbe comunque. È il tentativo dell’arte di suggerire più che delle risposte, il proporsi eterne domande”.

Garau ha rivolto particolare ringraziamento all’Illuminotecnica Faldor.

Salvatore Garau, Il volto di Dio, 2023, foto di Paolo Sanna Caria
Salvatore Garau, Il volto di Dio, 2023, foto di Paolo Sanna Caria

Martedì, 28 marzo 2023

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