Parte la raccolta del riso nell'Oristanese: stime positive ma costi di produzione alle stelle - LinkOristano
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Parte la raccolta del riso nell’Oristanese: stime positive ma costi di produzione alle stelle

Fino a mille euro in più per ettaro, ma almeno non c'è stata la siccità patita nel nord Italia

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Una risaia nell'Oristanese. Foto di Gianni Meli

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Fino a mille euro in più per ettaro, ma almeno non c’è stata la siccità patita nel nord Italia

Via anche nell’Oristanese alla raccolta del riso, tra rincari che incidono come mai prima sui costi di produzione, il grande caldo, e l’assalto delle nottue. Anche quest’anno in provincia sono stati coltivati a riso tra i 3.300 e i 3.400 ettari, un dato in linea con le precedenti annate e che conferma il primato a livello regionale.

Qualcuno la trebbiatura l’ha già avviata nelle scorse settimane, ma tanti hanno deciso di attendere ancora qualche giorno. “La maggior parte dei risicoltori della provincia partirà lunedì prossimo”, dice Tonino Sanna, risicoltore di Siamanna e presidente della società consortile Op Riso. “Noi invece aspetteremo ancora una decina di giorni. Quest’anno a crearci qualche grattacapo è stata la presenza delle nottue. Inoltre, i costi di produzione sono schizzati alle stelle. Se continua così, credo che molti non coltiveranno più”.

“Produrre il riso costerà un migliaio di euro in più a ettaro”, spiega Gianni Meli, che insieme ai fratelli Massimiliano e Alessandro coltiva ben 400 ettari ed è uno dei maggiori produttori, nelle campagne di  Cabras, Oristano, Silì, Zeddiani e Baratili San Pietro. “Il costo del concime è passato da 42 a 100 euro al quintale, il gasolio da 50-60 centesimi al litro a 1,30-1,40 euro. Ma bisogna tenere in considerazione pure il rincaro dell’energia elettrica, senza dimenticare i costi dei trasporti dall’isola al continente”.

“Da noi la trebbiatura dovrebbe partire martedì prossimo”, dice ancora Meli, “il prodotto sembra molto buono. Fortunatamente qui in Sardegna non abbiamo avuto problemi legati alla mancanza d’acqua. La siccità ha penalizzato fortemente i risicoltori del nord Italia”.

La raccolta è partita in largo anticipo per l’aAzienda agricola Falchi di Oristano. “Abbiamo iniziato il 7 settembre”, spiega Elisabetta Falchi, che è anche presidente della Sardo Piemontese Sementi. “La stagione calda ha anticipato la maturazione del riso. In passato partivamo tra il 20 e il 25 settembre. Abbiamo registrato problemi legati ad aborti fiorali e alla presenza delle nottue. In particolare, questi insetti mangiano le foglie e i chicchi quando sono ancora freschi. La coltivazione del riso sta diventando sempre più complessa, con maggiori costi a carico degli agricoltori”.

Falchi si è soffermata anche sulla siccità: “È un grande problema per il nord Italia”, commenta la presidente della cooperativa agricola Sapise, “perché quest’anno è nevicato poco e nelle regioni settentrionali non hanno bacini di raccolta dell’acqua. Noi invece i bacini di accumulo e la diga li abbiamo. Auspichiamo comunque che la diga vada a regime e possa invasare il più possibile, così da garantire fino a tre campagne irrigue”.

“I costi di produzione lievitati sono una grande criticità”, aggiunge Felice Passiu, dell’azienda di famiglia Riso Passiu. “Speriamo che questo sia un bel raccolto e che ci ripaghi degli sforzi fatti. Non abbiamo ancora una data precisa per l’inizio della trebbiatura, di solito partiamo tra fine settembre e l’inizio di ottobre. Abbiamo acquistato una mietitrebbia che ci permetterà di velocizzare le operazioni e di preservare meglio il chicco”.

Venerdì, 16 settembre 2022

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