Altro salasso in vista: il tributo sui rifiuti per i residenti della provincia di Oristano potrebbe aumentare del 50% - LinkOristano
Servizi

Altro salasso in vista: il tributo sui rifiuti per i residenti della provincia di Oristano potrebbe aumentare del 50%

Il Consorzio industriale lancia l'allarme e chiede un intervento della Regione

Raccolta rifiuti

Oristano

Il Consorzio industriale lancia l’allarme e chiede un intervento della Regione

Si rischia un aumento dei tributi sullo smaltimento dei  rifiuti nell’ordine del 50% per gli utenti della provincia di Oristano. A lanciare l’allarme è il Consorzio provinciale oristanese che nei giorni scorsi ha riunito il consiglio di amministrazione. L’organismo  ha preso atto di un quadro molto delicato:  la discarica dell’impianto di Masangionis ha esaurito il suo corso e alcune frazioni di rifiuti vanno trasportate all’impianto di Villacidro con conseguenti spese,  ingenti, visto l’aumentare dei prezzi del carburante. C’è poi la bolletta dell’energia elettrica: dal Consorzio spiegano che l’ammontare in questo caso è quadruplicato.

Costi in aumento, quindi, e nessuna possibilità di risparmio con la conseguente  necessità di fare salire l’onere  a carico dei comuni, i quali a loro volta si vedrebbero costretti a elevare le tariffe dei tributi sugli utenti.

Da qui l’appello alla Regione per un intervento straordinario che consenta di abbattere i costi. Appello condiviso  con consiglieri regionali  e sindaci del territorio.

Di seguito la nota ufficiale del Consorzio industriale oristanese che dà conto del delicato problema.

——

Nel corso della riunione del 30 agosto il C.d.A. del Consorzio Industriale Provinciale Oristanese, composto dal Vice Presidente Andrea Casu e dai Componenti Massimiliano Daga e Massimiliano Sanna, ha preso atto dell’aggiornamento dell’andamento dei costi di gestione dell’Impianto di Trattamento RSU predisposto dagli Uffici dell’Ente, con particolare riferimento alle linee del rifiuto organico e del secco indifferenziato, in vista della prossima approvazione delle nuove tariffe di conferimento per il 2023.

Nell’analisi ha trovato conferma l’entità dell’incidenza delle nuove, rilevanti, voci di costo che vengono sostenute per il trasporto e smaltimento del rifiuto secco indifferenziato: la discarica di servizio di Arborea ha infatti esaurito la volumetria autorizzata; conseguentemente, dall’inizio del secondo semestre del corrente anno il rifiuto secco indifferenziato viene sottoposto all’obbligatorio trattamento meccanico biologico di stabilizzazione presso l’Impianto consortile e, successivamente, viene trasportato alla discarica di Villacidro per lo smaltimento, in quanto la pianificazione regionale in materia di rifiuti non consente ulteriori ampliamenti della Discarica di Arborea.

Quindi, dall’inizio del secondo semestre del corrente anno, ai costi di gestione del rifiuto secco indifferenziato si sono aggiunti quelli per il trasporto e smaltimento a Villacidro, con il solo venir meno del costo di smaltimento presso la discarica di servizio di Arborea oramai esaurita.

A questi nuovi costi si aggiungono anche i notevoli incrementi di quelli che da alcuni mesi occupano le cronache: i carburanti e soprattutto l’energia elettrica. Per quest’ultima voce di costo è appena il caso di evidenziare il confronto tra il mese di luglio 2021 e lo stesso mese del 2022, con l’importo della bolletta che passa da € 39.921 a € 163.796!

L’impianto è fortemente energivoro e, sulla base degli attuali livelli del prezzo dell’energia (sperando che il picco massimo sia già stato raggiunto), la previsione del costo annuale 2023 per questa sola voce è quadruplicata, arrivando a circa 2 milioni di euro!.

Entro il mese di ottobre il CIPOR deve presentare alla Regione la proposta per le tariffe di smaltimento da applicare nel 2023, che sulla base delle apposite disposizioni regionali devono assicurare la copertura dei costi di gestione. A tale riguardo le premesse destano parecchie preoccupazioni perché, pur con le diverse ottimizzazioni gestionali individuate, per il solo 2023 si prevedono maggiori costi di gestione rispetto al dato base 2022 per circa 2,7 milioni di euro (dovendo considerare anche il generale impatto dell’inflazione su tutte le componenti di costo), ai quali deve essere aggiunto il recupero della prevista perdita del secondo semestre 2022 di circa 1,3 milioni di euro (determinata prevalentemente dai nuovi costi per il trasporto e smaltimento del rifiuto secco indifferenziato a Villacidro e dall’incremento dei costi dell’energia elettrica e dei carburanti).

Considerata l’incidenza delle componenti di costo sopra citate nella complessiva struttura dei costi di gestione dell’impianto, l’ipotesi di recuperare sulle tariffe di smaltimento 2023 gli extra costi dell’anno e quelli rilevati nel secondo semestre 2022 avrebbe un impatto molto pesante sulle tariffe, con un incremento stimato di oltre il 50%!

Per tali ragioni il C.d.A. del Consorzio, nella consapevolezza che tutte le componenti di costo devono necessariamente trovare una copertura per garantire sempre l’equilibrio economico di gestione dell’impianto, ritiene tuttavia che debba essere compiuto ogni sforzo per contenere nei limiti del possibile l’impatto degli extra costi sulle tariffe di smaltimento da applicare ai Comuni e, di riflesso, ai cittadini.

Il C.d.A. del Consorzio ha quindi espresso l’intendimento di portare sul tavolo della Regione la richiesta per un intervento finanziario urgente specifico, anche nell’ambito dei provvedimenti attualmente in discussione, per la quale ha chiesto il supporto dei Consiglieri Regionali della provincia ed il sostegno dei Sindaci del territorio.

Venerdì, 9 settembre 2022

commenta