A Villa Verde un nuraghe e due villaggi di capanne scoperti con i rilievi Lidar da drone - LinkOristano
Archeologia

A Villa Verde un nuraghe e due villaggi di capanne scoperti con i rilievi Lidar da drone

Importanti risultati a Bruncu ‘e s’Omu, grazie al lavoro degli archeologici dell'Università di Cagliari e ai laboratori del Cnr Ispc 

Il gruppo di lavoro sul campo che vede coinvolti l'Università di Cagliari e il CNR ISPC di Potenza | © AirLab CNR ISPC
Il gruppo di lavoro sul campo che vede coinvolti l'Università di Cagliari e il CNR ISPC di Potenza | © AirLab CNR ISPC

Villa Verde

Importanti risultati a Bruncu ‘e s’Omu, grazie al lavoro degli archeologi dell’Università di Cagliari e del Cnr Ispc 

Le rovine di un nuraghe e le strutture di due insediamenti capannicoli sono stati scoperti a Villa Verde, nel sito archeologico Bruncu ‘e s’Omu, grazie ai rilievi Lidar eseguiti con l’ausilio di un drone. Grazie all’accesso ai laboratori dell’Istituto di Scienze del patrimonio culturale del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr Ispc) gli archeologi dell’Università di Cagliari hanno ottenuto importanti risultati a Bruncu ‘e s’Omu.

Nell’ambito del Nuraghe project, risultato vincitore del bando nazionale 2021 per l’accesso ai laboratori mobili di E-RIHS.it, il nodo italiano dell’Infrastruttura di ricerca europea per l’Heritage Science, coordinato da Costanza Miliani, direttrice del Cnr Ispc, è stata messa in campo la tecnologia Lidar (Laser Imaging Detection and Ranging) per l’indagine su siti archeologici coperti da vegetazione, offerta in accesso dal Cnr Ispc della sede di Potenza.

La capacità del Lidar di penetrare all’interno della vegetazione, filtrandola opportunamente con raffinati algoritmi di elaborazione, consente di riportare alla luce strutture archeologiche e variazioni topografiche di interesse culturale non note o conosciute parzialmente a causa della grande difficoltà di rilevarle da terra.

Tale tecnologia utilizzata su piattaforma aerea – spiega una nota congiunta diffusa da Cnr e Università di Cagliari – sta aprendo nuove importanti prospettive di ricerca negli studi sul passato umano in tutto il mondo: dal Sud America al Meso America, dal Sudest Asiatico all’Europa.

Il Lidar da drone, rispetto a quello da aereo, offre ulteriori opportunità legate ad una maggiore risoluzione spaziale dei risultati e alla possibilità di effettuare più rilievi sia per migliorare la qualità delle informazioni sia per effettuare eventuali monitoraggi. Attualmente è utilizzato dal laboratorio di ricerca AirLab, diretto da Nicola Masini, dirigente di ricerca del Cnr Ispc di Potenza. Si tratta di una piattaforma su droni per l’acquisizione di dati telerilevati con sensori attivi e passivi, parte della piattaforma aerea del Molab, finanziata dal Ministero dell’Università e della Ricerca attraverso l’azione del Pon Ricerca e Innovazione 2014-2020 finalizzata al potenziamento di infrastrutture di ricerca, con il progetto Shine.

Grazie agli strumenti e alle competenze del Cnr Ispc è stato così indagato il sito nuragico di Bruncu ‘e s’Omu, nel quale Riccardo Cicilloni, professore di preistoria e protostoria all’Università di Cagliari, conduce ricerche e scavi dal 2013 grazie a una concessione di scavo del Ministero della Cultura, con il sostegno logistico e finanziario del Comune di Villa Verde. Il sito si trova in un’area prevalentemente vulcanica, nella quale le ricerche archeologiche hanno evidenziato come l’area fosse intensamente popolata, durante l’età del bronzo e del ferro (XVIII-VIII secolo a.C.), da numerosi siti nuragici. Tra questi spicca il sito di Bruncu ‘e s’Omu, caratterizzato da un monumentale nuraghe e un insediamento capannicolo del periodo del Bronzo Finale (1150-900 a.C.), tuttora in corso di scavo da parte dell’Università di Cagliari.

L’obiettivo dei rilievi Lidar, integrati con prospezioni multispettrali e nell’infrarosso termico da drone, è stato quello allargare il campo di indagine in un’area densamente boscata, difficile da indagare con metodi tradizionali di ricognizione e di rilievo topografico. I rilievi Lidar da drone eseguiti con un’elevata densità di punti, opportunamente elaborati con procedimenti di estrazione automatica, incluso tecniche di machine learning, hanno evidenziato numerose variazioni topografiche e micro topografiche. I dati ottenuti, associati alle ricognizioni da terra sono risultati di notevole interesse archeologico. Tra questi spiccano le rovine di un Nuraghe e le strutture di due insediamenti capannicoli.

Visualizzazione in tempo reale delle aree rilevate nell'infrarosso termico | © AirLab CNR ISPC
Visualizzazione in tempo reale delle aree rilevate nell'infrarosso termico | © AirLab CNR ISPC

“La straordinaria e inaspettata scoperta”, afferma il dirigente di ricerca del Cnr Ispc Nicola Masini, responsabile scientifico delle indagini, “evidenzia da un lato le grandi potenzialità del Lidar su drone, che per la prima volta è stato applicato in contesti nuragici, dall’altro allarga l’area di indagine, ponendo nuove domande sulla funzione e l’importanza del sito di Bruncu ‘e s’Omu. Un aspetto importante del Lidar è l’elaborazione e classificazione delle nuvole di punti specie in contesti, come quello nuragico, caratterizzati da una densa vegetazione da dover digitalmente ‘rimuovere’ al fine di visualizzare le variazioni microtopografiche per una sua efficace interpretazione archeologica”.

“Mediante procedure di enhancement ed estrazione automatica dei dati, integrate con la classica attività di ricognizione archeologica”, aggiunge Nicodemo Abate, assegnista di ricerca del nodo E-Rihs.it presso il Cnr Ispc di Potenza, grazie ai finanziamenti del Mur per il rafforzamento del capitale umano delle infrastrutture di ricerca, “si è raggiunto il giusto equilibrio tra l’esigenza di ridurre il ‘rumore’ e quella di enfatizzare le feature microtopografiche di interesse archeologico”.

“La collaborazione tra l’Università di Cagliari e il Cnr Ispc si è dimostrata preziosa e foriera di grandi novità”, sottolinea il professore di preistoria e protostoria all’Università di Cagliari, Riccardo Cicilloni, responsabile delle attività di scavo, “sia dal punto di vista metodologico che da quello della ricerca applicata, con la scoperta di inediti e importanti siti dell’età del Bronzo”.

I risultati della campagna di ricerca effettuati dagli scienziati del nodo italiano di E-Rihs presso Cnr Ispc, sotto la direzione di Nicola Masini, in collaborazione con l’Università di Cagliari, sono stati illustrati al rettore Francesco Mola che ha visitato il sito di Bruncu ‘e s’Omu e ha auspicato una continuazione della proficua collaborazione tra i due enti.

“La scoperta delle strutture inedite presso il sito di Bruncu ‘e s’Omu dell’età del bronzo è stata resa possibile grazie all’impiego del Molab”, conclude la direttrice del Cnr Ispc, Costanza Miliani, coordinatrice del nodo italiano E-Rihs.it, “i laboratori mobili dell’infrastruttura di ricerca per le scienze del patrimonio che, guidata dal Cnr con un modello di accesso aperto alla comunità scientifica nazionale e interazionale, promuove ricerche interdisciplinari in cui le metodologie di indagine più innovative sono impiegate per ricerche di base e applicate per la conoscenza, la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale”.

Lunedì, 8 agosto 2022

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