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In Sardegna solo un quinto del pellet che serve per l’inverno e prezzi in aumento dell’80%

Mercato imprevedibile e qualcuno valuta se rinunciare a questo combustibile

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Una stufa a pellet: è ancora una soluzione conveniente?

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Mercato imprevedibile e qualcuno valuta se rinunciare a questo combustibile

Costa tra i 9 e gli 11 euro un sacchetto di pellet da 15 chilogrammi: i rincari rispetto ad agosto 2021 sono almeno dell’80%. Nonostante la bassa stagione, il prezzo non è sceso, anzi. E all’orizzonte le prospettive non sembrano essere rosee, tanto che il prossimo inverno il combustibile in Sardegna potrebbe scarseggiare. Gli importatori stimano che il fabbisogno annuo di pellet per l’isola sia tra le 200.000 e le 250.000 tonnellate. I carichi già arrivati e quelli che attraccheranno nelle prossime settimane dovrebbero però coprire appena il 20% del necessario per la prossima stagione fredda.

“Il prossimo inverno ci sarà poco pellet in Sardegna”, conferma Alex Meloni, amministratore del punto vendita Il Draghetto di Oristano e concessionario di Bruciabene e Federer. “Chi lo vuole comprare è bene che lo faccia adesso. Non siamo noi a speculare, siamo in grande difficoltà. Ci sono paesi disposti a pagare il pellet più di noi e molti stati hanno bloccato le esportazioni per far fronte ai consumi interni”.

Certamente a incidere più di tutto sono le sanzioni alla Russia e la guerra in corso in Ucraina. “È difficile fare una previsione”, continua Meloni, “il mercato è altalenante, sono tante le variabili in gioco. Qualcuno potrebbe anche decidere di abbandonare le stufe a pellet”.

Il Draghetto non è solo un punto vendita: importa il pellet da Spagna, Portogallo e Italia e lo distribuisce a un centinaio di rivenditori in tutta la Sardegna. “Noi il pellet continueremo certamente a farlo arrivare dagli impianti in Italia, da Cuneo, dal Trentino Alto Adige e da Udine”, va avanti l’amministratore. “Non so come sarà la situazione a Natale. Temo sarà di nuovo come a marzo 2021, quando in fila nel nostro punto vendita alla ricerca di pellet c’erano 200 persone”.

Sono in tanti a correre ai ripari e a cercare pellet già nei mesi estivi, in vista di possibili mesi di magra. “Rispetto all’estate dell’anno scorso le richieste sono aumentate”, conclude Meloni, “sono però molti meno i clienti che poi alla fine comprano il pellet. La speranza è che si torni alla normalità già nel 2023”.

C’è davvero chi sembra deciso a dare un taglio al pellet. “Un sacco di combustibile sta arrivando a costare 10 euro”, dice Alessandro Musetti, titolare di un punto vendita in via Michele Pira, sempre a Oristano. “Penso che non tratterò più il pellet perché non credo sia giusto venderlo a un prezzo così alto. I clienti sono scioccati, molti stanno pensando di tornare alla legna. In altri paesi europei, come la Francia, il pellet costa decisamente meno. Tanti ci stanno contattando per informarsi su prezzo e disponibilità. Io stesso ho ordinato un carico due mesi fa ma non è ancora arrivato”.

Nel Sud Sardegna è molto conosciuto Agri-Piga, attivo a Suelli e Samatzai. “Per ora di pellet ce n’è poco e niente”, commenta il titolare, Faustino Piga. “Arrivano pochi carichi, anche perché in paesi come Belgio e Inghilterra il pellet viene utilizzato al posto del gas per alimentare le centrali termiche”. Agri-Piga è un importatore e distributore all’ingrosso e al dettaglio. “Se non arriva qualcosa da Russia, Bielorussia e Ucraina”, va avanti il titolare, “penso che in Sardegna in inverno ci sarà poco pellet da bruciare. Al Governo chiediamo di venirci incontro e di diminuire l’Iva dal 22 al 10%, come era in passato”.

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