Pista ciclabile bloccata, sindaco di Cabras contro Regione: "Risolva un problema di sicurezza e una situazione di inciviltà" - LinkOristano
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Pista ciclabile bloccata, sindaco di Cabras contro Regione: “Risolva un problema di sicurezza e una situazione di inciviltà”

Stamane la nuova manifestazione di protesta

Manifestazione di protesta contro lo stop al progetto della pista ciclopedonale

Cabras

Stamane la nuova manifestazione di protesta

Una questione di civiltà. Così il sindaco di Cabras, Andrea Abis, ha definito lo sblocco del progetto per la realizzazione della pista ciclabile tra Cabras e Torre Grande durante la manifestazione promossa stamane per chiederne la realizzazione. I manifestanti hanno più volte precorso la rotonda all’ingresso del paese, suonando i campanelli delle bici e sfidando caldo e ira dei numerosi automobilisti, bloccati lungo la via per il mare, che hanno suonato i clacson infastiditi. A loro alcuni manifestanti hanno fornito i volantini  con le ragioni delle protesta.

Ad aprire il gruppo in bici il sindaco Abis, i colleghi di San Vero Milis e Riola Luigi Tedeschi e Lorenzo Pinna e il vicesindaco di Baratili Pier’Aldo Madau. Presenti anche diversi amministratori comunali e il direttore dell’Area marina protetta, Massimo Marras.

“È ora che la Regione risolva una situazione incivile, perché è di questo che stiamo parlando”, ha detto il sindaco Abis tra gli applausi dei presenti: diverse decine di persone in bici e alcuni a piedi.

Il blocco della rotonda che conduce alle località marine del Sinis segue una precedente protesta messa in atto lo scorso 1° maggio, con una ciclopedalata.

Il progetto per la pista ciclabile, del costo di 4 milioni di euro, era stato avviato lo scorso giugno proprio con l’inaugurazione della rotonda sede della protesta odierna. All’inizio dell’anno, però, è arrivato lo stop dalla Regione: i tecnici hanno consigliato lo spostamento della pista in un’altra sede. Soluzione che il sindaco aveva definito applicabile solo in via teorica, anche perché il progetto non prevede la formazione di strade o piste in aree vergini, ma l’affiancamento di piste ciclabili e pedonali alle strade provinciali esistenti, per una larghezza di circa 3 metri.

Le carte affermano che i progetti siano incompatibili con le norme di protezione e di tutela delle aree umide, perché inducono una trasformazione urbanistica e edilizia a distanze inferiori ai 300 metri.

Il sindaco Abis e la sua amministrazione sono convinti del contrario in quanto il progetto non prevede la formazione di strade o piste in aree vergini ma l’affiancamento alle strade provinciali esistenti.

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