Nascosti nella cavità anale un telefono e la droga: detenuto arrestato dalla polizia penitenziaria - LinkOristano
Cronaca

Nascosti nella cavità anale un telefono e la droga: detenuto arrestato dalla polizia penitenziaria

L'operazione ha coinciso con la visita del Ministro Cartabia

Polizia penitenziaria

Cagliari

L’operazione ha coinciso con la visita del Ministro Cartabia

Al suo primo permesso premio è rientrato in carcere nascondendo nella cavità anale  un telefono cellulare e ben 10 involucri contenenti sostanze stupefacenti di ogni genere:  eroina, cocaina, marijuana e ben 95 grammi di hashish. Gli agenti della polizia penitenziaria lo hanno arrestato.

La vicenda è avvenuta nel carcere di Uta e a renderla pubblica è  stato il sindacato autonomo Sappe,  che ha evidenziato l’importante operazione della polizia penitenziaria grazie alla quale nel perimetro del carcere, all’interno di un sacchetto di plastica, sono stati rinvenuti anche  2 involucri contenenti circa 150 grammi di marijuana e diversi grammi di cocaina.

“Nonostante la grave carenza di organico presso la Casa Circondariale di Uta”, ha dichiarato il segretario regionale del Sappe Luca Fais, “il personale di polizia penitenziaria continua con grande professionalità investigativa a sventare l’introduzione di droga e telefoni. Questo importante risultato avviene in concomitanza dell’arrivo del Ministro della Giustizia Cartabia e del Capo del DAP Renoldi proprio per far visita nell’istituto cagliaritano, e auspica alla luce di questa visita che le autorità prendano coscienza della realtà sarda in cui opera il personale di polizia penitenziaria, soprattutto per grave carenza di sottufficiali”.

“La polizia penitenziaria è quotidianamente impegnata nell’attività di contrasto all’introduzione di telefoni cellulari ed alla diffusione della droga nei penitenziari per adulti e minori”, ha detto il segretario nazionale del Sappe Donato Capece. “Nonostante la previsione di reato prevista dal art. 391 ter del Codice penale di recente emanazione per l’ingresso e detenzione illecita di telefonini nelle carceri, con pene severe che vanno da 1 a 4 anni, il fenomeno non sembra ancora attenuarsi. Vanno adottate soluzioni drastiche, come la schermatura delle Sezioni detentive e degli spazi nei quali sono presenti detenuti all’uso dei telefoni cellulari e degli smartphone”.

Per il Sappe “è urgente e non più differibile trovare soluzioni al personale di polizia penitenziaria che opera, sotto organico e con mille difficoltà, nel carcere di Uta e negli altri istituti di pena sardi e nonostante tutto garantisce al meglio i compiti di sicurezza”: per questo il primo sindacato della polizia auspica un intervento dei vertici dell’amministrazione penitenziaria.

Venerdì, 24 giugno 2022

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