”Alla reputazione della sanità oristanese dovrebbe pensare chi ignora la sofferenza dei pazienti" - LinkOristano
Polemiche

”Alla reputazione della sanità oristanese dovrebbe pensare chi ignora la sofferenza dei pazienti”

Il Comitato per il diritto alla Salute contesta le affermazioni del direttore generale della Asl. "Gravissimo il ritardo sulla terapia del dolore"

Le dottoresse Maria Carmela Marras e Gisella Masala, referenti del Comitato salute oristanese
Una delle manifestazioni in difesa del diritto alla salute nell'Oristanese

Oristano

Il Comitato per il diritto alla Salute contesta le affermazioni del direttore generale della Asl. “Gravissimo il ritardo sulla terapia del dolore”

Il Comitato per il diritto alla Salute della provincia di Oristano replica alla replica del direttore generale della Asl, Angelo Serusi, e al suo annuncio del “ritorno ai livelli di assistenza garantiti prima del Covid”.  In un lungo documento, delle dichiarazioni di Serusi il Comitato contesta innanzitutto la prevista ripresa della terapia del dolore fra tre mesi, grazie all’arrivo di nuovi professionisti. 

“Se la ASL è soddisfatta di questa ripresa per settembre”, scrive il Comitato, “noi siamo amareggiati, delusi e infuriati perché questa dichiarazione racconta di una assenza pesantissima, di un vuoto terribile: significa che ancora il problema c’è e che ci saranno persone (non numeri) che dovranno passare l’estate senza terapia del dolore. Se non è questa la dissoluzione della civiltà, qual è? “ 

“A contraddire i toni trionfalistici e rassicuranti di Serusi”, afferma ancora il documento, “è la disperazione quotidiana di chi viene sballottato da una parte all’altra per ricevere le cure di cui ha bisogno, di chi non ha certezze di una visita perché non riesce a prenotarla, con liste chiuse o troppo sature fino a date impossibili per i tempi di una malattia, di chi non ha il medico di base né il pediatra a cui riferirsi, di chi si deve curare a proprie spese, con grandi sacrifici, di chi rinuncia alle cure perché non può sostenerne il peso economico”. E ancora  “di chi vede avanzare e crescere solo la sanità privata, come dimostrano i commenti fiume dei cittadini alla dichiarazione del dottor Serusi e al suo attacco al Comitato”. 

Le dichiarazioni rese dal direttore generale, secondo il Comitato, sono “talmente distanti dal quotidiano da aver generato una sollevazione popolare di risposta alla vergognosa elencazione di successi che nulla cambiano nei livelli di assistenza della nostra provincia”. 

Dal Comitato il riconoscimento “dell’abnegazione del personale sanitario, a cui si deve il salvataggio della qualità complessiva dei servizi e per il quale il Comitato ha, anzi, da sempre chiesto condizioni di lavoro dignitose per il mantenimento delle eccellenze che abbiamo la fortuna di avere, ancora non si sa per quanto”. 

Il Comitato punta quindi il dito contro le responsabilità dei decisori della Sanità.  “Responsabilità e inadeguatezza che iniziano fin dal momento in cui si negano le difficoltà: se non vi è comprensione e accettazione delle problematiche, come si pensa di risolverle? “

“Non si pensi di affibbiare al Comitato la responsabilità della reputazione incrinata della ASL di Oristano”, si legge ancora nel documento, “quando sono proprio i decisori e i politici a dire continuamente che i medici non vogliono venire a Oristano e a mettere in cattiva luce la categoria.  Chissà poi perché non si indaga sulle ragioni e non si contrasta questa tendenza. Ci viene quasi il dubbio che sia comoda, utile”.

Il Comitato precisa ancora di non avere mai parlato di un servizio scadente per l’attività dei medici, ma “di un servizio insufficiente, scarso e poco lungimirante per la riduzione delle prestazioni rese a Oristano, peraltro garantito dai sacrifici dei pochi operatori presenti, sfiancati dalla lunga attesa delle soluzioni che non arrivano mai, mentre si assiste all’inarrestabile incetta di personale da parte di altre strutture, pubbliche e private. Come quelle che offrono servizi di medici in affitto”.

“Non ci stiamo a essere messi alla gogna noi cittadini e personale sanitario, per celare le vostre mancanze”, è la conclusione del documento del Comitato per la Salute. “Vogliamo pensare che accusare di falsità il Comitato non sia malafede, forse solo un escamotage vile, ma di certo è la misura della distanza siderale tra i decisori e il popolo, tra una visione arida, insensibile e mercificata della comunità e una visione inclusiva, rispettosa e innamorata in cui la vita, tutta, è un valore e nessuno è lasciato indietro. Intanto cresce la sanità privata, nel vuoto lasciato dallo Stato, e proliferano le assicurazioni sanitarie, per chi può permettersele. Non sono evidentemente alle spalle i tempi in cui al popolo affamato si consigliavano brioche”.

Mercoledì, 22 giugno 2022

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