Oristano
Parte uno screening. Il progetto presentato in città
Si stima che oltre 5000 persone in Sardegna sono oggi inconsapevolmente affette da Epatite C. Un virus subdolo, spesso asintomatico e pericoloso, che, se non diagnosticato in tempo, può comportare complicazioni gravi, come la cirrosi o il tumore al fegato. Da aggiungere che l’Epatite C è contagiosa e quindi, in assenza di opportune precauzioni, è destinata a diffondersi tra i contatti di quanti ne sono affetti.
Tra le categorie maggiormente esposte al rischio di infezione ci sono i tossicodipendenti ed è per questo motivo che è stato messo a punto un apposito progetto nell’intento di prevenire, eliminare e eradicare l’epatite C, attraverso uno screening, da eseguire attraverso un prelievo capillare o l’analisi della saliva e da avviare proprio tra i pazienti dediti all’uso di sostanze seguiti dai Serd, i Servizi delle Asl impegnati nella cura delle dipendenze.
Il progetto, denominato Hand (Hepatitis in Addiction Network Delivery), è patrocinato da quattro società scientifiche in rappresentanza delle diverse figure professionali direttamente coinvolte e si basa su una stretta collaborazione a livello nazionale dei Servizi per Le Tossicodipendenze e Centri di Cura. Le linee dell’intervento, al centro di una serie di incontri programmati per le diverse zone della Sardegna, sono state illustrate al Mistral due di Oristano agli specialisti e alle altre figure professionali impegnate nelle Asl di Oristano e della Gallura.
Ivana Maida, professore associato della Clinica di Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Sassari, referente scientifica del progetto insieme a Luchino Chessa, professore responsabile del Servizio di Malattie del fegato dell’AOU di Cagliari, ha ricordato come la Sardegna sia fra le sole 4 regioni escluse dal programma di screening, finanziato con 30 milioni di euro dal Ministero della Salute, che si propone di raggiungere non solo i pazienti dei Serd, ma anche la popolazione carceraria e le persone nate dal 1969 e il 1989.
Da qui la necessità di disporre anche in Sardegna di un apposito finanziamento, che l’assessore regionale alla Sanità Mario Nieddu si è impegnato a stanziare.
In vista di questo intervento, che dovrebbe rendere disponibili risorse per circa tre milioni di euro, si stanno mettendo a punto tutti gli interventi e le azioni da promuovere per la creazione di una rete di servizi sanitari in grado di collaborare per conseguire, anche in Sardegna, l’obiettivo della eradicazione dell’epatite C entro il 2030, fissato dalle organizzazioni sanitarie internazionali e europee.
Tra gli esperti intervenuti nel corso dell’incontro di ieri, anche la responsabile del Serd di Oristano Paola Milia e Giorgio Accardi, infettivologo impegnato nel reparto Medicina del San Martino.
Martedì, 21 giugno 2022
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