La speranza dopo il grande incendio: l'oleastro millenario di Cuglieri è vivo. Ecco i primi germogli - LinkOristano
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La speranza dopo il grande incendio: l’oleastro millenario di Cuglieri è vivo. Ecco i primi germogli

Il botanico Gianluigi Bacchetta spiega il lavoro fatto. La soddisfazione dell'Associazione Montiferru e del Comune

I germogli sull’olivastro millenario di Sa Tanca Manna - Foto Ufficio Stampa Università di Cagliari
I germogli sull’olivastro millenario di Sa Tanca Manna - Foto Ufficio Stampa Università di Cagliari

Cuglieri

Il botanico Gianluigi Bacchetta spiega il lavoro fatto. La soddisfazione dell’Associazione Montiferru e del Comune

Ha ripreso a vegetare l’oleastro millenario di Cuglieri, gravemente colpito dal grande incendio che ha attraversato il Montiferru la scorsa estate. Nei mesi scorsi le speranze che la pianta si potesse salvare erano ridotte al lumicino.

“È una grandissima emozione rivedere i germogli sull’olivastro millenario di Sa Tanca Manna, dopo il rogo che lo scorso 24 luglio ha devastato l’intero Montiferru, ed in particolare questa area e questo monumento naturale che sembrava essere andato perduto”. Parole di Gianluigi Bacchetta, docente di Botanica e direttore dell’Orto botanico dell’Università di Cagliari, accorso nella zona l’estate scorsa all’indomani dei violentissimi incendi per constatare i terribili danni alla vegetazione, tornato oggi a Cuglieri.

“Pochi credevano nella possibilità di una ripresa”, prosegue il professore, che in questi 10 mesi ha continuato a fare la spola tra Cagliari e il Montiferru. “In tanti dicevano che si stava addirittura sprecando tempo nel cercare di rianimare questa pianta. Invece hanno avuto la meglio le azioni che si sono portate avanti: la pacciamatura, l’irrigazione di emergenza, la somministrazione degli amminoacidi levogiri per il ripristino della funzionalità radicale, la protezione del tronco con i teli di juta, e poi la copertura a simulare la chioma che era andata perduta”.

Tutti gli interventi realizzati nel corso dell’autunno e dell’inverno hanno cominciato a dare in primavera i frutti sperati: la pianta si conferma essere viva e vitale, i germogli hanno superato i 40 centimetri, e testimoniano come quest’albero, che ha millenni di esperienza, ha capito quale fosse il momento adeguato per rivegetare.

“Non è stato possibile in autunno, perché si è trattato di una stagione molto siccitosa. Di certo”, riprende Bacchetta, “non avrebbe sprecato energie d’inverno, con i rigori tipici e le giornate corte. Ha atteso la primavera, quando le condizioni si sono mostrate ideali. Già dal Venerdì santo avevo visto che in una porzione della ceppaia c’era un’attività vegetativa e si stava realizzando sotto corteccia attività di fotosintesi clorofilliana. I segnali c’erano tutti, e per questo abbiamo mantenuto costantemente umida la porzione della ceppaia che si mostrava essere l’unica in grado di riprodurre germogli. E questo è stato, a dispetto di quanti non credevano più nell’olivastro millenario e già da tempo dicevano che sarebbe stato bene eliminare completamente il tutto”.

Il lavoro però non si ferma. “Come Banca del germoplasma della Sardegna continuiamo a coltivare i semi dell’olivo millenario”, aggiunge il direttore dell’Orto botanico dell’Università di Cagliari, “perché potranno essere utili, e come Orto Botanico – in base alla convenzione con il Comune di Cuglieri e in accordo con l’associazione Montiferru – proseguiamo nelle attività di monitoraggio e di salvaguardia del Patriarca nella speranza che possa diventare esempio di resilienza anche per una comunità che, a distanza di un anno, soffre ancora gli effetti nefasti del rogo che c’è stato e attende ancora gli aiuti del Governo regionale, che ancora non sono stati erogati”.

Grande soddisfazione anche per l’Associazione Montiferru. “Abbiamo lavorato sin dalle prime ore seguenti il rogo del 24 luglio per assicurare una ripresa vegetativa della pianta, che non è un simbolo solo per Cuglieri, bensì per tutti coloro che hanno a cuore la tutela e la conservazione dei beni ambientali”, ha detto il presidente Pier Paolo Arca. “Le fiamme hanno cancellato secoli di storia agricola, e se avessimo perso anche il Patriarca di Cuglieri sarebbe stata una ferita lacerante, difficile da rimarginare”.

“Per tutte le attività di recupero”, ha proseguito Arca, “dobbiamo ringraziare i numerosi volontari e la compagnia barracellare di Cuglieri, che per mesi hanno assicurato tutta la disponibilità necessaria per garantire gli interventi a Sa Tanca Manna e in tanti altri luoghi del territorio”.

I volontari dell’Associazione hanno ripulito l’area delloOleastro dalle sterpaglie e l’hanno poi chiusa con un cancello. Per assicurare la massima tutela del Patriarca, l’ingresso è vietato a tutti i curiosi: nei prossimi giorni saranno migliorate la recinzione e il sistema di videosorveglianza già presente.

Il sindaco di Cuglieri, Andrea Loche, ha parlato di “grande soddisfazione per questi polloni che rappresentano un primo momento di rinascita, anche perché non ci credeva quasi più nessuno che il Patriarca potesse riprendersi. Non sarà certo la stessa pianta, non riavremo più quell’oleastro millenario, ma ciò che crescerà rappresenterà la rinascita dalle ceneri, un simbolo a cui tutti i cuglieritani guarderanno con grande attenzione”.

Gianluigi Bacchetta Università di Cagliari
Gianluigi Bacchetta osserva i germogli sull’olivastro millenario di Sa Tanca Manna - Foto Ufficio Stampa Università di Cagliari

Lunedì, 13 giugno 2022

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