Da Tresnuraghes agli Usa e ritorno, per studiare i microrganismi che producono metano biologico - LinkOristano
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Da Tresnuraghes agli Usa e ritorno, per studiare i microrganismi che producono metano biologico

Il microbiologo Matteo Cossu e una ricerca con sbocchi di grande interesse per l'allevamento dei bovini

Matteo Cossu
Matteo Cossu

Tresnuraghes

Il microbiologo Matteo Cossu e una ricerca con sbocchi di grande interesse per l’allevamento dei bovini

La sua ricerca sugli Archea metanogeni – gli unici microrganismi responsabili della produzione di metano biologico sulla Terra – era partita dai laboratori del Nasa Astrobiology Institute, e oggi prosegue al Microbiology Department della University of Illinois, anche se la voglia di riavvicinarsi a casa lo ha spinto per il momento a tornare nell’Oristanese. Il microbiologo Matteo Cossu, 35 anni, originario di Tresnuraghes, studia i metanogeni dal 2017. Nel nostro pianeta il metano biologico arriva per lo più dagli allevamenti intensivi di ruminanti, tra cui i bovini e gli ovini, e in parte dalle risaie: due realtà centrali nel panorama economico sardo, specialmente nell’Oristanese. Si pensi per esempio alla sola Arborea, con i suoi 36mila bovini.

Se il metano prodotto biologicamente venisse utilizzato, sarebbe una fonte di energia quasi inesauribile. Bisogna però fare i conti anche con l’inquinamento e con l’impatto che l’attività umana ha sul riscaldamento globale. “Anche perché”, spiega il ricercatore di Tresnuraghes, “in certi casi i danni causati dal metano all’atmosfera sono addirittura superiori a quelli della CO2”.

“Tante aziende sono interessate a ridurre le emissioni di metano originate dai bovini”, va avanti Cossu. “Una sola vacca emette ogni giorno 250 litri di gas, dalla fermentazione che avviene nel rumine”. C’è chi negli ultimi anni ha cercato di ridurre questo impatto con la somministrazione di vaccini o attraverso l’uso di additivi alimentari che si integrano nella dieta degli animali. E qualcuno ha pensato addirittura a particolari mascherine da far indossare ai bovini, che permetterebbero di trasformare il metano in CO2.

Cossu si è formato in Sardegna. Ha studiato all’Università di Sassari, dove si è laureato in Biotecnologie agrarie e ambientali, con una felice parentesi in Erasmus all’Università di Turku, in Finlandia.

Dopo la laurea magistrale ha fatto di nuovo le valigie e stavolta l’aereo lo ha portato in Francia. “Nel 2013 mi sono trasferito a Parigi per un dottorato in microbiologia all’Université Paris-Saclay”, continua Matteo Cossu, “lì ho avuto l’opportunità di fare ricerca insieme al professor Patrick Forterre, un luminare nel campo degli Archea. Ho studiato microrganismi amanti dell’estremo, gli estremofili. In particolare, in Francia mi sono concentrato su microrganismi che crescono ad altissime temperature, intorno ai 100 gradi Celsius. Li si può trovare principalmente intorno alle fonti vulcaniche, alle famose ciminiere nere nel fondo dell’oceano”.

Nel 2017 la grande chiamata dagli Stati Uniti. In realtà le offerte post-doc arrivate dagli Usa sono state addirittura due. La scelta è ricaduta sul prestigioso Nasa Astrobiology Institute, guidato dal professor Isaac Cann, laboratorio che ha sede alla University of Illinois, a circa 200 miglia a sud di Chicago.

Catapultato in un ambiente lavorativo tutto nuovo, caratterizzato da una maggiore propensione alla competitività, è qui che Cossu ha potuto avvicinarsi ad altri Archea, i metanogeni, che a differenza dei microrganismi studiati a Parigi crescono a 37 gradi Celsius.

“La Nasa”, evidenzia il microbiologo, “era interessata a studiare i microrganismi che potessero essere tra le prime specie viventi sviluppatesi sulla Terra all’origine della vita. I metanogeni sono un buon candidato, perché non hanno bisogno di ossigeno per crescere e perché possono attingere nutrienti in vari modi. Sono in sostanza microrganismi facilmente adattabili. La Nasa ha scelto questa strada un po’ per capire che cosa fosse avvenuto sulla Terra miliardi di anni fa, un po’ per iniziare a preparare una possibile esplorazione di nuovi pianeti”. Nel dettaglio, alla Nasa Cossu si occupava di studiare la divisione cellulare di questi microrganismi.

La voglia di uno sbocco più pratico e industriale ha però convinto il ricercatore a cambiare. Dalla fine del 2018 lavora al Microbiology Department della University of Illinois, diretto dal professor William Metcalf, tra i maggiori studiosi dei metanogeni. “Ora”, sottolinea Cossu, “studio i meccanismi di produzione del metano, questo tipo di ricerca apre un mondo infinito di possibilità per l’industria. Anche perché il metano è una fonte di energia”.

L’inquinamento prodotto dal metano biologico è uno dei temi chiave. “L’industria sta investendo tantissimo”, dice il microbiologo, “probabilmente nei prossimi decenni arriveranno tante restrizioni dai governi nazionali che cercheranno di ridurre le emissioni di metano”.

Meno di due mesi fa lo studioso è tornato nella sua Tresnuraghes. “Anziché adagiarmi sugli allori”, conclude il ricercatore, “un po’ per la pandemia, un po’ perché le priorità cambiano, ho deciso di provare a riavvicinarmi a casa. Mi mancava il modo di vivere all’europea. Oggi”, conclude Cossu, “sto ancora collaborando dalla Sardegna con il Microbiology Department della University of Illinois, ma sono alla ricerca di una nuova sfida in Europa”.

Lunedì, 30 maggio 2022

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